Integrazione, dal Miur 500mila euro per insegnare l’italiano come seconda lingua

da Il Sole 24 Ore

Integrazione, dal Miur 500mila euro per insegnare l’italiano come seconda lingua

di Lorena Loiacono

Insegnare l’italiano come seconda lingua, per potenziarne la conoscenza da parte degli studenti stranieri di recente immigrazione. Il progetto, finanziato dal Miur con 500mila euro, interessa le singole scuole ed è rivolto soprattutto agli studenti delle scuole medie e superiori.
In prima linea le scuole ad alta presenza di stranieri
Il progetto è destinato alle scuole in cui è particolarmente alta la presenza di studenti con cittadinanza non italiana appena arrivati in Italia, soprattutto se provenienti da paesi di lingua non latina che necessitano quindi maggiormente di un aiuto per l’apprendimento della lingua italiana. Per consentire una corretta e migliore integrazione nelle classi di scuola secondaria di primo e secondo grado. Spetta quindi alle singole istituzioni scolastiche candidarsi, attraverso gli uffici scolastici di competenza, per ricevere i finanziamenti ad hoc per la realizzazione dei loro progetti che dovranno essere presentati entro il 21 settembre prossimo e andranno al vaglio di una Commissione di esperti per la valutazione e l’approvazione.

Corsi intensivi
Le lezioni di italiano si rivolgono a studenti di recente immigrazione e provenienti da Paesi non latini i cui sistemi linguistici, quindi, sono ben distanti da quelli italiani. Per questo motivo, per limitare i disagi di integrazione in classe e per restare al passo con la didattica, i corsi saranno di impostazione intensiva per mettere gli alunni nelle migliori condizioni di studio nelle scuole italiane e saranno organizzati sia in orario scolastico sia extrascolastico con lezioni frontali e laboratori specifici. I ragazzi, che dovranno essere seguiti al meglio, non dovranno superare le 8-10 unità per corso.

Non solo studenti, a lezione anche le famiglie
L’insegnamento della lingua italiana passa anche attraverso il coinvolgimento delle famiglie dei ragazzi stranieri che saranno destinatarie di orientamento e incontri anche tramite mediatori culturali. I primi incontri con i ragazzi potranno avere anche un aspetto ludico con linguaggi non verbali come la musica, lo sport e la danza. Solo in un secondo momento si passerà all’aspetto più linguistico, con la presenza di uno specialista di livello L2 ma non solo. Nelle lezioni potranno essere coinvolti tutti i docenti per portare le loro competenze nelle singole discipline.

Valutazione e risorse
Per approvare i progetti saranno impegnate le commissioni, nominate dagli uffici scolastici regionali, composte da esperti presenti negli stessi uffici che, una volta accettata e promossa la candidatura, invieranno il progetto alla Direzione generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione. Sarà lo stesso ufficio a darne poi notizia alla Direzione generale per le risorse umane e finanziarie. I fondi, che saranno ripartiti tra le singole regioni per un totale di 500mila euro, verranno erogati in due fasi distinte: un primo acconto pari al 50% e poi il saldo, dopo un attento monitoraggio e un’analisi da parte dei revisori dei Conti sulla rendicontazione inviata dalle scuole interessate agli Usr con il dettaglio dei costi e delle spese sostenute. Su tutti i progetti sarà mantenuto un monitoraggio a cadenza semestrale per controllare l’efficacia e la giusta applicazione.

Fondi soprattutto alle regioni del Nord
Le risorse verranno ripartite in base alla presenza di alunni stranieri nelle scuole. La quota maggiore spetta quindi alla Lombardia, che riceverà 125.798 euro, a seguire l’Emilia Romagna e il Veneto con quasi 60mila euro, il Lazio con 49mila euro e il Piemonte con 48mila euro. Così fino al Molise a cui arriveranno appena 948 euro.