SULLA VALUTAZIONE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI

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SULLA VALUTAZIONE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI

di Francesco G. Nuzzaci

 

  1. 25, D. Lgs. 165/01: I dirigenti scolasticirispondono, agli effetti dell’art. 21, in ordine ai risultati, che sono valutati tenuto conto della specificità delle funzioni e sulla base delle verifiche effettuate da un nucleo di valutazione istituito presso l’amministrazione scolastica regionale, presieduto da un dirigente e composto da esperti anche non appartenenti all’amministrazione stessa.

 

  1. 27 CCNL 01.03.02, richiamato nel vigente CCNL, di applicazione della norma primaria. In particolare, comma 10: La valutazione ha carattere pluriennale legata alla durata dell’incarico conferito. Si articola altresì in fasi annuali in funzione della retribuzione di risultato, privilegiando, in tale fase, l’aspetto auto valutativo. Entrambe le tipologie di valutazione sono espresse in forma descrittiva.

 

  1. VA.DIS., ovvero Sistema sperimentale di valutazione della dirigenza scolastica, messo a punto dall’INVALSI, in esito ai punti sub 1 e 2, a base volontaria e articolato su un triennio (dall’a.s. 2003-04 all’a.s. 2005-06).

 

  1. Asserito meno concettoso e più maneggevole , lo sostituisce il più ampio GPSS ( Guida alla progettazione del servizio scolastico): una griglia di 21 pagine di tabelle, articolate in 5 aree – offerta formativa, progettazione, organizzazione, controllo dell’erogazione, valutazione – e sviluppanti ben 229 indicatori da integrare e comprovare con una corrispondente montagna di carte, da cui estrapolare la valutazione del dirigente scolastico, per attribuirgli, al termine del triennio e se positiva, non più di euro 1.500, a fronte di un costo annuo di euro 3000 per ogni dirigente valutato!: Parimenti fallito.

 

  1. Lgs. 150/09, improntato alla valutazione della performance e al riconoscimento selettivo del merito: Sulla sua scia due parallele sperimentazioni (Progetto Valorizza e VSQ), risultate prive di sbocco e poi sostituite con VALeS (Valutazione e sviluppo della scuola), con un capitolo destinato alla valutazione dell’azione del dirigente scolastico: un protocollo strutturato in indicatori individuati all’interno di 6 macro-aree (Direzione, coordinamento, valorizzazione delle risorse umane; Organizzazione e gestione delle risorse finanziarie e strumentali; Promozione della qualità dei processi interni della comunità professionale; Sviluppo delle innovazioni; Attenzione alle famiglie e alla comunità sociale; Collaborazione con i soggetti istituzionali, culturali, professionali, sociali ed economici del territorio). E’ LA PREMESSA AL SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE, DI CUI AL D.P.R. 80/13( seguito dalla direttiva del ministro, n. 11 del 18 settembre 2014 e dalla circolare esplicativa n. 47 del 21 ottobre 2014).

 

  1. 6, commi 4 e 5, D.P.R. 80/13: L’intero dispositivo – Autovalutazione, Valutazione esterna (eventuale), Azioni di miglioramento, Rendicontazione sociale – è diretto anche a evidenziare le aree di miglioramento organizzativo e gestionale delle istituzioni scolastiche direttamente riconducibile al dirigente scolastico, ai fini della valutazione dei risultati della sua azione dirigenziale, secondo quanto già previsto dall’art. 25 del D. Lgs. 165/01 e CCNL.

I piani di miglioramento, con i risultati conseguiti dalle singole istituzioni scolastiche, sono comunicati al direttore generale del competente USR, che ne tiene conto ai fini dell’individuazione degli obiettivi da assegnare al dirigente scolastico in sede di conferimento del successivo incarico e della valutazione.

 

  1. Ai sensi dell’art. 1, comma 93 della legge 107/15, nell’individuazione degli indicatori per la valutazione del dirigente scolastico si tiene conto dei seguenti criteri generali:

 

  1. competenze gestionali e organizzative finalizzate al raggiungimento dei risultati, correttezza, trasparenza, efficienza ed efficacia dell’azione dirigenziale, in relazione agli obiettivi assegnati nell’incarico triennale;
  2. valorizzazione dell’impegno e dei meriti professionali del personale d’istituto, sotto il profilo individuale e negli ambiti collegiali;
  3. apprezzamento del proprio operato all’interno della comunità professionale e sociale;
  4. contributo al miglioramento del successo formativo e scolastico degli studenti e dei processi organizzativi e didattici, nell’ambito dei sistemi di autovalutazione, valutazione e rendicontazione sociale;
  5. direzione unitaria della scuola, promozione della partecipazione e della collaborazione tra le diverse componenti della comunità scolastica, dei rapporti con il contesto sociale e nella rete di scuole.

Il successivo comma 94 dispone che il nucleo di valutazione di cui all’art. 25 del D. Lgs. 165/01 può essere articolato con una diversa composizione in relazione al procedimento e agli oggetti di valutazione, in cui è parte attiva e integrante quel nucleo dei dirigenti tecnici ad tempus assunti per il triennio 2016-2018 ai sensi dell’art. 19, commi 5-bis e 6 del D. Lgs. 165, cit.

 

  1. Già entro il 31 dicembre 2014 l’INVALSI avrebbe dovuto definire gli indicatori      per la valutazione dei dirigenti scolastici in coerenza con le disposizioni contenute nel D. Lgs. 150/09, ex art. 3 del D.P.R. 80/13 ed ora tenendosi altresì conto degli appena elencati criteri aggiuntivi introdotti dalla citata legge 107/15.

Se e quando saranno definiti, i predetti indicatori dovranno essere collocati in una proposta organica di valutazione della dirigenza scolastica che sarà oggetto di un confronto – la materia non è oggetto di contrattazione – con le OO.SS. e le associazioni professionali da parte del MIUR.

 

  1. Fin qui la – futuribile – valutazione di una dirigenza davvero speciale.

Che è, e resterà, distinta dalla valutazione della dirigenza banale: dal Capodipartimento al dirigente di seconda fascia, che avviene con regolare cadenza annuale secondo il protocollo codificato nella direttiva MIUR n. 4072 del 12.05.05.

Accompagnato da una sobria e didascalica circolare esplicativa, si compendia in una sola scheda SOR (Scheda di programmazione degli obiettivi e dei risultati), eventualmente integrabile da una seconda scheda denominata EDE (Elementi di difficoltà evidenziati).

L’intero costrutto è essenziale, chiaro, maneggevole e trasparente: con pochi obiettivi concordati e con un solo valutatore, senza che altri soggetti entrino in scena se non in via eventuale.

Pochi obiettivi prioritari e qualificanti; soprattutto operazionalizzati e assistiti dall’assegnazione di inerenti e specifiche risorse finanziarie, umane e strumentali per poterli, senza tanti arzigogoli, conseguire: quindi riassunti in un punteggio complessivamente pari a 100, con ulteriori 10 punti assegnabili dal valutatore per premiare il “comportamento organizzativo” (esplicitato in tre righi sulla scheda SOR: analisi e programmazione, gestione e realizzazione, relazioni e coordinamento), ovvero per compensare le difficoltà evidenziate dal valutato nella scheda EDE.

L’esito?: Retribuzione media di risultato = trenta milioni di euro annui. Cliccare sul sito Trasparenza del MIUR per credere!

 

           10. Riuscirà mai, quella scolastica, a diventare una dirigenza normale?