Ballando Pensando

BALLANDO BALLANDO PENSANDO PENSANDO di Umberto Tenuta

CANTO 538

Ballando ballando si impara a ballare

Camminando camminando si impara a camminare

Parlando parlando si impara a parlare

Pensando pensando si impara a pensare

Imparando imparando.

Imparare in una civiltà in cammino[1].

Kilpatrik scriveva nel 1926!

Cento anni fa.

Che direbbe oggi?

Imparare in una civiltà in rapidissima trasformazione.

L’Informatica che i nostri giovani imparano oggi sarà obsoleta appena essi usciranno dalla scuola.

In un mondo in rapida trasformazione non c’è un catalogo di conoscenze scientifiche, letterarie, artistiche che rimanga immutato anche nel breve periodo.

Che fare dunque nella scuola?

Non sembra che ci sia altra strada che IMPARARE AD IMPARARE.

Quel che importa non è quello che si sa, ma quello che si è capaci di imparare.

Sintetizzando, potremmo dire che a scuola i giovani debbono imparare:

  1. la gioia ed il gusto di apprendere;
  2. ad apprendere ad apprendere;
  3. ad apprendere i nuclei concettuali fondanti delle diverse discipline.

A−GIOIA E GUSTO DI APPRENDERE

I figli di donna nascono naturalmente portati ad apprendere.

Il problema dei docenti non è quello di far nascere il desiderio[2] e la volontà di apprendere[3].

Il grosso problema dei docenti è quello di non distruggere l’innato bisogno di apprendere che ogni bimbo porta con sé fin dalla nascita.

Non distruggerlo e coltivarlo.

Sembra che a scuola si faccia di tutto per distruggerlo.

L’imparare viene presentato come un obbligo quando non come una condanna.

−“A scuola si deve imparare!”

−”Impara, cialtrone!”

−”Se non impari, son guai per te!”

−”Non hai imparato, niente gelato!” (’Mamma, ma chi lo vuole questo tuo insipido gelato!’).

Docenti, coltivate l’innato desiderio umano di imparare.

Lasciate che i bimbi rompano tutte le vostre scatole per vedere che cosa c’è dentro!

Ricordo che smontai la sveglia americana di mio padre e, quando la rimontai, mi rimase un pezzo fuori.

B−APPRENDERE AD APPRENDERE

Lifelong learning.

Se apprendere occorre per tutto il corso della vita, allora occorre imparare ad imparare.

Il giovanetto andava dal falegname, non per imparare a costruire una cassapanca, ma per imparare a costruire qualsiasi mobile.

E come imparava?

Mica il Mastro Falegname gli impartiva lezioni sul come si costruiscono gli armadi, i letti, le cassapanche, le colonnette…!

Lo impegnava a segare, a piallare, a incollare, a lucidare…

Segando segando, piallando piallando, incollando incollando, lucidando lucidando… il giovane imparava.

Imparava a costruire qualsiasi mobile gli fosse commissionato nel suo tempo futuro.

Ecco così la pensava anche John Dewey[4].

In fondo, l’unica cosa che una SCUOLA BUONA possa fare è coltivare l’innato bisogno umano di apprendere e fare acquisire le capacità necessarie per imparare.

E queste finalità la BUONASCUOLA può far conseguire, non attraverso l’apprendimento dei contenuti delle piccole enciclopedie scolastiche, peraltro misere misere, ma attraverso l’impegno in attività di ricerca/riscoperta/reinvenzione/ricostruzione degli umani saperi.

Ad imparare si impara imparando.

C− apprendere i nuclei concettuali fondanti delle diverse discipline

In ossequio alla mia pignoleria, vorrei aggiungere che i giovani dovrebbero imparare ad imparare ricerando/riscoprendo/reinventando/ricostruendo i nuclei concettuali fondanti delle diverse scienze umane.

Solo i docenti meno competenti impongono la conoscenza dei particolari insignificanti, delle inutili notizie, delle nozioni, anziché dei nuclei concettuali fondanti delle diverse discipline.

Al riguardo, Bruner ha parlato di struttura logica delle discipline.

Forse, occorre rivisitare Bruner, alla luce delle epistemologie più aggiornate.

Ma occorre un impegno grande, consistente, serio, che riesca a far emergere da ogni disciplina la struttura concettuale portante,

Le discipline debbono essere intese come “quadri concettuali“, come nuclei concettuali fondanti, strutture.

Nuclei concettuali fondanti che consentano ai giovani di continuare ad apprendere, fuori e dopo la scuola.

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Altri saggi sono pubblicati in

www.rivistadidattica.com

E chi volesse approfondire questa o altra tematica

basta che ricerchi su Internet:

“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”

[1] Kilpatrick W. Heard. Educazione per una civiltà in cammino, La Nuova Italia, Firenze, 1966

[2] HODKIN R.A., La curiosità innata – Nuove prospettive dell’educazione, Armando, Roma, 1978.

[3] http://www.rivistadidattica.com/norme/norme_3.htm

[4] Dewey, John, Scuola e società, trad. it. di Ernesto Codignola e Lamberto Borghi, La Nuova Italia, Firenze, 1993.