Alunni disabili e sostegno, le mamme raccontano i primi giorni di scuola

Alunni disabili e sostegno, le mamme raccontano i primi giorni di scuola

Va meglio ma non per tutti. “Bisogna sempre fare rumore per farsi sentire e ottenere ciò che ci spetta di diritto”: è la conclusione tratta dalla mamma di un bimbo autistico. Storie belle e meno belle, alla fine della prima settimana di scuola. Ricorsi gratuiti con Anief

da Redattore sociale
20 settembre 2015

ROMA – Alina è soddisfatta ma solo a metà: quest’anno l’insegnante di sostegno per suo figlio c’era fin dal terzo giorno (un record positivo, rispetto agli anni passati) ed è specializzata. Ma manca l’assistente. Anche Patrizia è contenta, “non posso dire che quest’anno sia perfetto, ma mio figlio è entrato in classe fin dal primo giorno ed è un bel risultato”. Il figlio di L. invece è “coperto” solo due giorni a settimana, il martedì e il venerdì, perché si sostegno ha avuto solo 10 ore e l’assistenza ancora non c’è. La mamma di Christian sta lottando per avere l ‘insegnante che spetta al suo bambino autistico, “ma no accetto di toglierla ad altri bambini, magari a chi è ancora più fragile. Non può vincere solo chi fa rumore”. E poi c’è un altro Christian, a Valmontone, che a quanto pare inizia di nuovo a trascorrere le ore nella stanza del silenzio, che tanto clamore aveva destato lo scorso anno. Luci e ombre, insomma, su questo nuovo anno scolastico, dove la campanella suona puntuale, ma non per tutti. Di nuovo, come nel settembre scorso, abbiamo scelto di dar voce ad alcune mamme, tornando a cercare anche quelle che, allora, ci raccontarono le loro difficoltà e le loro battaglie: casi per lo più risolti, ma dopo strenue battaglie e una grande fatica.

Alina, che l’anno scorso ci raccontava i disagi e le mancanze dei primi giorni, oggi è un po’ più soddisfatta: “L’insegnante di sostegno è arrivata il terzo giorno di scuola ed è specializzata: proprio di sostegno e non precaria come l’anno scorso. Quindi andiamo bene”. I problemi però non mancano: “non sappiamo ancora quando arriverà l’assistente educativo e sono sicura che passerà molto , dovrò ricominciare con le denunce”. Combattere, d’altra parte, pare necessario: “la guerra che ho fatto l’anno scorso ci ha fatto avere, adesso, l’insegnante già dal terzo giorno. Chissà che lunedì non arrivi pure l’assistente…”
Ancora più contenta, seppure con cautela, è Patrizia, che lo scorso anno si era vista costretta a sedere al banco insieme a suo figlio: “quest’anno invece, fin dal primo giorno, Matteo è stato accolto dalla sua nuova insegnante di sostegno e dalla sua assistente educatrice. Così è riuscito a entrare in classe fin da subito e a rimanerci qualche minuto. Il quinto giorno di scuola e, sebbene due giorni fa Matteo abbia avuto una grossa crisi, stamattina era nuovamente in classe. Questo dimostra come un sostegno specializzato faccia la differenza e dimostra anche quanto il mio bambino sia coraggioso e determinato. Non posso dire che tutto quest’anno sia perfetto ma è giusto così. La difficoltà sta nel fatto che Matteo fa molta fatica a fidarsi e anche io e mio marito siamo molto dibattuti tra la voglia di potersi finalmente rilassare e il non riuscire ad abbassare le antenne. E poi mi chiedo: è proprio necessario arrivare a tanto per vedere rispettati i diritti di un bambino con una disabilità grave?”

Sulle criticità che, immancabilmente, si verificano per gli studenti disabili all’apertura della scuola, si è intanto attivata Anief: “i nostri legali – fa sapere l’associazione – patrocineranno gratuitamente i ricorsi per ottenere la corretta attribuzione delle ore di sostegno e tutelare, così, il loro diritto all’istruzione e all’integrazione.  Il sindacato chiede la collaborazione di tutti i docenti e di tutti i dipendenti della scuola per una corretta e tempestiva informazione alle famiglie”. E riferisce il presidente, Marcello Pacifico: “i risultati raggiunti sinora attraverso i tribunali ci danno ragione. Perché una buona scuola deve essere prima di tutto una scuola giusta che aiuta i ragazzi più deboli e non li abbandona mai, neanche in nome dei ‘sacri’ vincoli di bilancio”. Le istruzioni utili per proporre il ricorso potranno essere richieste scrivendo a sostegno@anief.net (cl)

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