Onestà vel Educazione

ONESTà VEL EDUCAZIONE di Umberto Tenuta

CANTO 556 Alla pandemia della disonestà nemmeno il carcere fa fronte.

Ultima sponda è l’Educazione.

Edscuola@gmail.com

Non l’educazione alla legalità.

Ma l’EDUCAZIONE, intesa come promozione della prole fino allo stato perfetto dell’uomo che è lo stato della virtù[1].

L’educazione che è dovere e diritto primario dei genitori è il solo strumento che garantisce al figlio di donna la sua umanizzazione, il suo passaggio dallo stato animale alla condizione umana.

Nati non foste a vivere come bruti ma per seguir vertute e conoscenza.

Senza l’educazione il figlio di donna resta in una condizione che è peggiore di quella animale.

Gli animali sono governati dagli istinti di sopravvivenza.

Istinti che li portano a fare solo ciò che serve a mantenerli in vita.

Ma non vanno oltre questi istinti.

Invece l’uomo non educato non conosci limiti alla sua libidine di possesso, di potere, di sopraffazione.

Mica coloro che rubano il male più diffuso ai nostri giorni­ lo fanno per soddisfare i loro bisogni primari!

La loro sete di denaro non trova giustificazione alcuna nei loro bisogni primari.

Che fare, dunque, per frenare o arrestare tale libidine di denaro?

Li si manda in carcere!

Ma a che serve il carcere?

Ovvio!

A rieducarli.

Rieducazione!

Ma qui ci sono delle contraddizioni.

Infatti, si parla di rieducazione, non di educazione.

Insomma questi soggetti sarebbero stati già educati, però l’educazione avuta non sarebbe stata sufficiente.

Quindi, c’è un sistema educativo inefficace.

Ed allora che si fa?

Li si rieduca.

Li si educa di nuovo.

Una nuova educazione.

Ora ad essi viene data un’educazione efficace.

Una volta rieducati, essi si comporteranno da uomini virtuosi.

Ma viene spontanea una domanda.

Perché non li si educa bene all’inizio, al tempo della prima educazione che si impartisce nelle scuole?

Pensate un po’ che enorme risparmio!

Forze dell’ordine che fanno tutto il possibile perché i cittadini non commettano reati.

Magistrati impegnati ad indagare ed a giudicare.

Strutture carcerarie con personale specializzato.

Oddio che fiumi di denaro!

Una domandina semplice semplice fatemela fare.

Non sarebbe il caso che tutto questo denaro fosse speso per educare bene i giovani prima che essi commettano reati?

Utopia, direbbe Tommaso Moro.

Intanto, cominciamo a investire sulla Buona Scuola.

Senza risparmio per edifici ed attrezzature.

Ma soprattutto per il personale qualificato al massimo livello.

Onnipotenza dell’educazione?

Se non è onnipotente l’educazione, figurarsi la rieducazione!

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Altri saggi sono pubblicati in

www.rivistadidattica.com

E chi volesse approfondire questa o altra tematica

basta che ricerchi su Internet:

“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”

[1] Il fine del matrimonio è il bene della prole: non solo la sua generazione, ma il suo passaggio , cioè la sua promozione allo stato perfetto dell’uomo, in quanto uomo, che è lo stato della virtù (finem, qui est bonum prolis: non enim intendit natura solum generationem eius, sed traductionem, et promotionem usque ad perfectum statum hominis, inquantum homo est, qui est virtutis status) (Tommaso d’Aquino)