Solitudine dei docenti

SOLITUDINE ASSURDA, QUELLA DEI DOCENTI di Umberto Tenuta

CANTO 563 Assurda solitudine quella dei docenti.

Maledetta solitudine,

solo solitudine ormai sono come una foglia staccata via dal

vento, un piccolo petalo indifeso che viene calpestato dalla gente,

un piccolo fiore lasciato ad appassire nel giardino.

Maledetta solitudine, tu non mi hai fatto vivere la mia vita,

me l’hai fatta trasformare in una specie di prigione dove ognuno

entrava e mi compiangeva, un orribile destino ha in serbo per me

la mia anima, un’anima triste e spensierata,un’anima spezzata dal dolore,

un’anima che resterà chiusa per sempre nella sua prigione.

Maledetta solitudine.

(Poesia, ‘Maledetta solitudine’ di Hayniaamis_chan su EFP …)

 

E, sì, maledetta solitudine.

Solitudine della morte.

Della morte che da tutto e da tutti ti isola.

L’INSEGNANTE.

IL DOCENTE.

IL PROFESSORE.

Mai GLI INSEGNANTI.

Mai I DOCENTI.

Mai I PROFESSORI.

È sempre solo, là sulla cattedra, il Docente, il Professore, l’Insegnante.

E gli alunni sempre soli, lì seduti nei banchi.

Oddio che contraddizione!

Il docente COMUNICA all’alunno, mette in comune la sua cultura.

La CULTURA che è frutto della comunicazione degli uomini tra di loro.

Gli uomini del villaggio si comunicano le loro scoperte.

I padri comunicano ai figli.

Senza questa comunicazione non ci sarebbe stata cultura.

Ogni nuova generazione avrebbe dovuto ricominciare daccapo.

L’uomo sarebbe rimasto sull’albero.

Non sarebbe mai nato.

L’uomo è figlio della cultura.

E la cultura è frutto della comunicazione.

Ma nella BUONASCUOLA non c’è COMUNICAZIONE.

Soli senza Sole.

Naviganti solitari tra isole sperdute.

Silenzio della solitudine nella steppa deserta.

Solo il Dirigente.

Solo il Docente.

Sola Antonella.

Sola Maria.

Sola Rosalia.

Solo Roberto.

Solo Francesco.

Povertà della solitudine.

Miseria della solitudine.

Angoscia della solitudine.

Maledetta solitudine!