Arte Quantistica: nuove visioni del futuro della conoscenza

Arte Quantistica: nuove visioni del futuro della conoscenza

Paolo Manzelli* e Daniela Biganzoli**

 

 

 

 

 

Sunto: A fondamento del futuro processo di cambiamento culturale è lo sviluppo della “QUANTUM BRAIN THEORY” (QBT) che comporta un profondo cambiamento della percezione da falsamente oggettiva a virtuale e probabilistica. Il funzionamento quantistico delle attività cerebrali in sintesi porta ad affermare che : “il mondo che percepiamo corrisponde ad uno scenario virtuale delle probabili interazioni genetiche con l’ ambiente“.

 

Parole Chiave: arte quantistica, cervello quantistico, percezione quantistica, scienza quantistica.

 

Abstract: At the foundation of the future process of cultural change and the development of “QUANTUM BRAIN THEORY” (QBT), it involves a profound change of perception by falsely objective to virtual and probabilistic vision. The operation of the quantum brain activity in synthesis leads to state that: “the world we perceive corresponds to a virtual scenario of probable genetic interactions with the ‘environment’.

 

Keyword: quantum- art, quantum-brain, quantum-perception, quantum-science.

 

Citazione: Manzelli P., Biganzoli D., Arte Quantistica: nuove visioni del futuro della conoscenza. «ArteScienza», Anno.

 

 

1.Premessa

A partire dal principio di Indeterminazione (1927), la fisica quantistica, ha rivoluzionato il nostro modo di vedere il mondo, mettendo in evidenza i limiti concettuali della visione oggettiva, del realismo tradizionale di un mondo separato dall’effettiva capacità di costruzione cerebrale del soggetto.

In seguito la biologia quantistica applicata al sistema vivente, (Schroedinger 1944) ha dimostrato come il riduzionismo meccanico della scienza genera una visione locale e deterministica dell’ambiente percepito che è solo un’utile simulazione macroscopica della realtà[1]. E’ proprio a partire da questi aspetti del cambiamento cognitivo della scienza quantistica che Egocreanet, a partire dal 2012, ha iniziato a promuovere la nuova prospettiva d’innovazione creativa dell’Arte Quantistica con l’ intento di far nascere nuovi sviluppi coscienti delle opportunità creative prodotte da una simbiosi transdisciplinare tra arte e scienza quantistica.

 

  1. L’Arte nell’era digitale.

 

 

Nel passaggio da una cultura digitale rapidamente affermatasi ad una cultura di rinnovamento della conoscenza l’arte contemporanea vive oggi in una condizione di generale apatia creativa. I nuovi media digitali rendono anonima l’espressione artistica in quanto facilmente duplicabile così che la sfida creativa dell’arte moderna nel sviluppare espressioni estetiche innovative viene in gran parte inibita[2].

Pertanto con la predominanza della rapidità comunicativa ed interattiva di internet, l’arte visiva tende a perdere la propria identità creativa chiudendosi nel ricercare sensazioni di effetto emotivo ovvero trovate originali sul piano commerciale e reclamistico, piuttosto che produrre idee innovative generative di una estetica anticipativa di nuove conoscenze coerenti con le esigenze di cambiamento culturale, scientifico e sociale contemporaneo, coniugate con una dimensione critica ed etica dello sviluppo economico percepibile per tramite nuovi significati espressivi dell’ arte.

Alcune eccezioni alla perdita di spinta creativa e di significato estetico dell’arte contemporanea sono state sviluppate a partire dal convegno Egocreanet su: “FUTURE HORIZON OF QUANTUM ART AND AUGMENTED REALITY” nel movimento dell’Arte Quantistica, che si e’ assunto responsabilmente la promozione di un programma di “arte e scienza” con finalità euristiche tese ad esprimere visioni innovative delle conoscenze strettamente correlate alla moderna neuro-estetica ed alla scienza quantistica.[3] Lo Sviluppo dell’ “entanglement”(intrigo) tra arte e scienza quantistica, ha prodotto fino ad oggi un programma di riconversione semantica ed estetica, ottenibile a partire dal sistematico superamento del riduzionismo “meccanico ” della società industriale al fine di favorire nuovi orizzonti di creatività della futura società della conoscenza[4].

 

  1. Il Cervello Quantistico

Le potenzialità espressive che provengono dalle nuove finalità di fare Arte Quantistica nel promuovere una estetica scientifica nell’era virtuale, hanno il fulcro nel ribaltamento del dualismo tra soggetto ed oggetto della percezione sensoriale prodotta dalla Teoria del Quantum Brain (QBT) che applica al cervello le conoscenze acquisite dalla bio-quantistica proponendo una netta transizione dalla vecchia Cultura Meccanica alla moderna Cultura Quantistica. Nel quadro cognitivo della QBT il cervello non è più semplicemente una macchina che elabora segnali fisici di informazione (fotoni, ed altri segnali vibrazionali elettrici o meccanici) recepiti dall’ occhio e dai sensi; ciò in quanto il “cervello quantistico” elabora l’informazione genetica ed epigenetica con modalità che trasformano l’informazione fisica in modelli biologici di probabilità percettive e sensoriali che danno vivo significato al mondo che ci circonda[5]. L’epigenetica (dal greco epì = “sopra” ) è l’informazione proveniente dall’ambiente che induce l’espressione dell’informazione genetica descritta dal DNA, la molecola a forma di nastro a doppia elica chiuso su se stesso, nel quale è registrato il codice segreto di ciascuno di noi. Il DNA sarebbe pertanto uno scrigno inutile, senza un cervello che, interpretando l’informazione epigenetica, consente di decifrare il DNA per creare immagini, suoni, colori ed altre sensazioni che percepiamo. Per la QBT ciò che vediamo e percepiamo non è quindi un film fotograficamente riproduttivo del mondo esterno; infatti, sappiamo che le immagini e le sensazioni costruite internamente dal cervello, le possiamo anche sognare con gli occhi chiusi in uno stato semi-cosciente. La realtà esterna nota per tramite segnali epigenetici viene letta dal cervello integrandola con l’informazione genetica; il cervello nel procedere a tale combinazione informazionale per la costruzione di immagini e sensazione si comporta come un computer bio-quantistico. Il risultato di tale elaborazione cerebrale sono pertanto modelli di probabilità che vediamo e percepiamo come previsione anticipativa delle nostre possibili interazioni con l’ ambiente. Pertanto con la QBT il dualismo Cartesiano che rende inconciliabili “pensiero e materia” così come la tradizionale contrapposizione tra “Natura e Cultura”, perdono ora di ogni significato cognitivo; inoltre di conseguenza alla rottura di tali barriere dualistiche si aprono oggi nuovi orizzonti alla creatività scientifica ed artistica. In particolare l’azione di Egocreanet orientata a favorire lo sviluppo del movimento di “Arte Quantistica” mette in evidenza le nuove opportunità di indagare le dinamiche di integrazione transdisciplinare tra arte e scienza al fine di costruire una cultura innovativa e dirompente, sulla base delle possibilità creative di modulare, con l’immaginario artistico, l’informazione epigenetica così da indurre un’espressione estetica ed emozionale innovativa orientata a prendere coscienza dei profondi cambiamenti dell’ecosistema.

 

 

  1. L’Arte Quantistica

 

L’Arte Quantistica ricrea la passione per l’arte in quanto abbandona definitivamente la sua relazione con il concetto di osservazione del mondo esterno (fondamentale nella scienza sperimentale meccanica) e lo sostituisce con la capacità di rendere visualizzabili tramite espressioni estetiche innovative i processi cerebrali quantistici di creazione interiore di forme ed emozioni, che senza l’immaginazione creativa dell’artista  rimarrebbero oscuri ed incomprensibili in quanto concepiti esclusivamente sul piano prettamente cognitivo della scienza[6].

Tale complementarietà tra “arte e scienza quantistica” induce l’artista ad esprimere rappresentazioni  che non sono più completamente arbitrarie perché prive di significato scientifico[7].

La crisi contemporanea dell’arte sta proprio nel produrre opere dell’ immaginazione con una capacità rappresentativa ed emotiva  fine a se stessa, fondamentalmente basata su una opinabile critica retorica, esclusivamente orientata nel  far crescere il  valore economico/mercantile della produzione artistica.

Viceversa l’Arte Quantistica diviene anche essa  un’attività di ricerca conoscitiva capace di investigare le prospettive future di sviluppo, che vanno al di là della pura e semplice ipotesi, in quanto sono coerenti con le  esigenze di una profonda revisione cosciente del cambiamento  concettuale che è reso necessario dall’ esigenza di attuare un superamento delle concezioni meccaniche riduttive della scienza che sono state in voga durante tutta l’epoca industriale. In tal misura  l’Arte Quantistica  essendo anch’essa un prodotto del “cervello quantico”, diventa una forma collaborativa del rinnovamento quantistico della scienza, poiché attraverso i processi di visualizzazione propone ed anticipa soluzioni per una rinnovata  ricerca sulla realtà non osservabile ed occulta costruita interiormente dal cervello, riuscendo ad esprimersi come probabile forma di evoluzione del pensiero creativo[8].

 

  1. L’Arte quantistica di Daniela Biganzoli (Dab)

 

L’arte, nel suo procedere non lineare, ha subito una trasformazione graduale e progressiva che vede oggi la nascita di una nuova forma espressiva, l’Arte Quantistica. Questa diviene il vettore ideale per trasmettere una nuova coscienza, indagando e rendendo manifesti gli aspetti più misteriosi della Scienza. L’arte quantistica si rivolge al Microcosmo, al mondo delle particelle subatomiche, ad una realtà invisibile e immateriale dove non si possono conoscere gli oggetti, ma solo le loro relazioni; una realtà dove tutte le cose e tutti gli eventi sono interconnessi.

L’Arte, come diceva Paul Klee, non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è. L’Arte quantistica fa proprio questo, mostra, evidenzia quello che spesso altri linguaggi non riescono a dire, fornendo una nuova concezione del mondo meno limitativa e condizionante. L’Arte quantistica diviene linguaggio ideale per un cambiamento radicale di paradigma, una visione olistica che cerca di comprendere la realtà delle cose nel suo insieme. Una visione che non è più pensiero individualista ed egocentrico ma collettivo divenendo un canale veicolante verso un cambiamento radicale della realtà. L’arte, infatti, rappresenta il miglior linguaggio perché possiede un’intensità superiore a quello parlato e scritto. Pensiamo ad esempio a Van Gogh, con l’opera “Notte stellata”, dipinto mentre osservava il cielo notturno dal manicomio dove era ricoverato a causa della sua psicosi. Gli astronomi ultimamente si sono accorti che questo grande artista senza rendersene conto era riuscito a rappresentare nella sua opera il comportamento della turbolenza nella dinamica dei fluidi, uno dei fenomeni più difficili da capire per la scienza. Infatti, soltanto molti anni più tardi, nel 1941 il russo Andrej Kolmogorov riuscì a descriverne il suo comportamento.

Per Van Gogh era importante cogliere il movimento della luce e i suoi effetti che riproduceva con pennellate marcate. Cercava di ricreare l’intensità visiva che si ottiene da una percezione diretta della realtà. Come?Ad esempio con l’uso armonioso dei colori complementari, tenendo presente che più si mischiano e si sovrappongono i colori, meno luce riflette l’opera. Uno degli aspetti più straordinari del cervello umano è la capacità di riconoscere dei modelli e descriverli.

Negli artisti la percezione è particolarmente intuitiva tanto da accedere a nuovo sapere, a una realtà dinamicamente possibilista. Una realtà dove gli eventi coesistono in stati sovrapposti fin da prima di potersi manifestare nel presente.

La Scienza classica riduzionista, che si basa sulla convinzione di poter smontare ogni cosa per isolarne le singole componenti e studiarle una alla volta, sta attraversando un momento di profonda trasformazione e rinnovamento. È una scienza che non tiene conto che negli esseri viventi il tutto è superiore alla somma delle parti, secondo la visione olistica. La fisica quantistica sta veramente rivoluzionando l’intera concezione della realtà. Le implicazioni delle scoperte degli ultimi decenni, tuttavia, non hanno ancora nemmeno cominciato a scalfire le nostre convinzioni acquisite ormai da secoli durante tutta l’epoca industriale. La scienza è progredita oltre la nostra capacità di comprendere. Feynman, premio Nobel per la fisica, sosteneva che la nostra immaginazione riesce a comprendere solo la materia, il tempo che scorre verso il futuro e le tre dimensioni. Siamo prigionieri di certi schemi interpretativi da noi stessi creati nel passato. Le impalcature mentali, le ideologie, i concetti, le opinioni, condizionano sempre il nostro agire.

La scienza, secondo David Bohm, consiste nel creare nuove modalità percettive che ci permettono di ampliare gli orizzonti del pensiero, così da estendere la nostra intuizione oltre il senso comune, fino a comprendere un mondo che effettivamente si trova al di là della nostra percezione e creare nuove visioni. Ciò che emerge supera, infatti, ogni immaginazione, per questo è necessaria la collaborazione degli artisti che si affidano alla fantasia, alle intuizioni. Heisemberg, uno dei fondatori della meccanica Quantistica oltre che premio Nobel per la Fisica, sosteneva che:

“… gli sviluppi più fruttuosi si verificano spesso ai punti di interferenza tra due

diverse linee di pensiero”[9].

 

 

  1. Conclusioni

 

Già Galileo Galilei si rese conto della relatività della percezione osservando che la Luna quando appare la sera dietro un monte ha una dimensione molto più grande di quando sembra levarsi verso il cielo. La variazione osservata della dimensione delle grandezze fisiche della luna rappresenta, infatti, la probabilità delle aspettative di interazione relativa tra osservatore ed osservato[10].

In seguito ad aver preso coscienza delle nuove possibilità d’immaginazione creatrice derivanti del connubio transdisciplinare tra arte e scienza, la moderna Arte Quantistica si propone di dare sviluppo alla transizione tra la vecchia scienza dualistica che divide la mente dalla materia ed una nuova dimensione paradigmatica del pensiero creativo, proponendo una rinnovata sintesi non più limitata ad un esercizio riproduttivo del mondo esteriore. Infatti, l’Arte quantistica unisce l’universo esterno a mondi interiori, in una nuova prospettiva che mette in evidenza la reale “indeterminazione” del conoscere che deriva dall’imprescindibile relazione di simultaneità relativa tra l’osservatore e l’osservato. L’estensione al funzionamento del cervello (QBT) estende il “principio di indeterminazione”, mentre contemporaneamente determina una più ampia libertà di evoluzione delle conoscenze con modalità d’ innovazione culturale coerente ed olistica che divengono più coscienti di una effettiva realtà dove l’uomo stesso e la sua creatività sono parte integrante della natura della vita nel nostro pianeta.

 

 

 

 


[1]
Presidente della ONG di R&S EGOCREANET e Docente di Chimica Fisica, Dipartimento di Chimica dell’ Università di Firenze; egocreanet2012@gmail.com.


[1]
Pittrice e designer e responsabile del Movimento “quARte” di Arte Quantistica, promosso da EGOCREANET, ONG di Ricerca e Sviluppo dell’Università di Firenze; daniela.biganzoli@gmail.com.

[1]
[1] Erwin Schrödinger, ”What is Life?”, Cambridge University Press
[2]
[2]http://www.steppa.net/html/scienza_arte/scienza_arte1.htm

[3]
[3] http://met.provincia.fi.it/news.aspx?n=131682

[4]
[4]Brian Clegg ,“The God Effect: Quantum Entanglement, Science’s Strangest Phenomenon”, 1st St. Martin’s Griffin ed.

[5]
[5] https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=59450 ; http://gsjournal.net/Science-Journals/Essays-Ecology%20-%20Life/Social%20Sciences/Download/6217
[6]
[6] https://dabpensiero.wordpress.com/2014/09/01/quantum-art-design-paolo-manzelli/

[7]
[7] Rosella Lupacchini, Annarita Angelini,“The Art of Science”, Springer International Publishing, 2014.

[8]
[8] http://neuroesthetics.org/pdf/lartista_e_un_neurologo.pdf

[9]
[9] Fritjof Capra, “Il Tao della fisica”, Gli Adelphi, 2007

[10]
[10] http://www.meteoweb.eu/2012/03/la-luna-piena-dietro-il-monte-hamilton-ad-est-di-san-jose/123601/123601/