La pubblicazione dei RAV: dalla scuola un’opportunità per l’open government

La pubblicazione dei RAV: dalla scuola un’opportunità per l‘open government

di Piervincenzo Di Terlizzi

I Rapporti di Autovalutazione, all’interno del rinnovato portale La scuola in chiaro, che diventa così uno dei più rilevanti esempi di gestione di open data nella Pubblica Amministrazione italiana, sono online dal 3 novembre.

Alle spalle della pubblicazione, sta un lavoro, svolto dai singoli istituti scolastici, che si è sviluppato durante lo scorso anno scolastico: un lavoro che ha visto attivi diverse componenti di ogni singola scuola, durante il quale si sono incrociati dati ed esperienze per ricavarne indicazioni e per svolgere una riflessione articolata sul presente e sul futuro di ogni contesto. A margine dell’elaborazione e della pubblicazione di ognuno dei Rapporti stanno quindi storie, confronti, riflessioni ed intuizioni che innervano la vita dei singoli istituti al di là del testo scritto. 

Si tratta dunque di un lavoro quotidiano e prezioso: per molti versi, peraltro, ne comincia proprio ora un altro, dalle implicazioni più articolate. I dati, a questo punto, relativi a contesti, esiti, processi e priorità sono lì, raggiungibili da cercalatuascuola.istruzione.it, sono davvero molti e di variegata natura, sono davvero utilissimi: pur organizzati per sezioni, essi risultano, ad un lettore non addentrato nelle cose di scuola, ancora disaggregati. Essi, a questo punto, vanno ricomposti, sviluppati in una dimensione di narrazione, perché possano sviluppare orizzonti di senso che vadano oltre le inevitabili semplificazioni già intuibili dai primi riflessi mediatici (“i voti alle scuole” e cose del genere).

In questo senso, il percorso che si apre è quello che va dalla trasparenza alla partecipazione, dagli open data all‘open government: un percorso che già molte amministrazioni pubbliche ed enti locali stanno sviluppando e che, in questo caso, si rivolge ad una platea estesissima ed in una dimensione di sistema complesso (quale è la scuola) le ricche evidenze prodotte, le riflessioni e le proposte collegate si pongono come un elemento di sostegno per favorire la maggior trasparenza e condivisione delle scelte delle comunità scolastiche, proprio a partire dalla forza dei dati di fatto.  In questo senso, ancora, le comunità scolastiche,  con il loro tessuto  di densa relazione umana,  quotidiana, possono diventare luoghi di pratica e crescita di forme di condivisione e di scelta partecipata: le scelte e le inevitabili fatiche che dirigenti, docenti e personale metteranno in campo per rendere leggibili, analizzabili, condivisibili i risultati e le loro implicazioni; le scelte che gli organismi rappresentativi, gli studenti e le famiglie faranno a partire da un uso coerente e fondato degli elementi messi a disposizione  potranno essere un riferimento anche per altri settori importanti della vita civile, soprattutto, appunto, per la modalità di connessione degli open data ai processi decisionali. Dimensione micro (la singola istituzione, la singola comunità) e dimensione macro (il contesto dei riferimenti generali e di sistema), in questo movimento, si connettono tra di loro. E pure i decisori politici dei territori, nelle loro responsabilità di scelta, possono essere aiutati dal paziente lavoro di lettura e interpretazione dei dati, promosso dalle scuole e dai loro dirigenti. C’è, insomma, un’opportunità civica importante, che misura la capacità di essere impulso alla democrazia effettiva: è significativo che ciò vada insieme con la stagione di scelte e di opportunità che si apre con il Piano Nazionale della Scuola Digitale ed è in fondo un segno importante che sia, con tutti i suoi problemi e le sue difficoltà, il sistema scolastico a farsene terreno privilegiato.