Il terrorismo e la questione del MALE

Il terrorismo e la questione del MALE
(fra Filosofia, Antropologia e Religione)

di Luigi Manfrecola

 

Cronache dal medioevo prossimo venturo

PPPGli attentati di questi giorni , promossi da terroristi di islamica matrice ISIS, pongono a noi occidentali -sia laici che cattolici- inquietanti interrogativi che toccano il senso stesso della vita e la più seria delle questioni irrisolta da sempre : cosa sia il MALE, come si debba intendere la sua origine e la sua natura.

Ci resta A prima vista inspiegabile Il suicidio volontario di tanti giovani islamici Kamikaze ,che cercano e trovano la morte e il martirio immolandosi per un loro saldo   convincimento. Facile è parlare di fanatismo religioso, l’unico che può originare tanta crudeltà omicida e suicida. Apparentemente la questione sembra risolta condannando tali atrocità come espressione del MALE assoluto. Ma ne siamo certi? Non è forse quel gesto di sacrificio finalizzato INVECE , nella mente dell’attentatore, a quello che per Lui è il BENE ASSOLUTO?

Ma allora? Il Bene ed il Male possono essere concepiti ” in forma relativa “, in funzione del personale convincimento? In relazione al presunto e personale vantaggio?

Un a tale risposta ci ripugna, collide col senso comune, col paradigma d’ogni elementare convivenza sociale e civile, col senso etico che viviamo e percepiamo come patrimonio condiviso.

Invece, a voler esaminare attentamente la questione, essa si presenta assai complessa ed è suscettibile di molteplici e difformi risposte sul piano storico, etico- filosofico, economico-antropologico, religioso.

Una questione controversa e complessa

In effetti può essere inquadrata e considerata da diverse prospettive e dimensioni

– A) Può vedersi nella concezione (Ontologica) oggettiva e metafisica , che vede BENE e MALE come forze antagoniste, principi oppositivi che animano la realtà. Si tratta di una concezione dualistica , tipica delle mitologie e filosofie arcaiche di stampo manicheista, che lascia insoluto il problema dell’esistenza di un Dio che andrebbe ritenuto o impotente, o tollerante o complice. Ma è questione che pervade anche la riflessione cristiana e cattolica , che tuttavia tende ad un superamento della dicotomia.

Quante volte da religiosi, ci si chiede perché un Dio – presumibilmente onnipotente- può consentire sciagure, terremoti, mali d’ogni genere.

La risposta tentata da Sant’ Agostino, da San Tommaso e dalla Religione cattolica in genere vede un Dio sostanzialmente buono e giudica il male originato e necessitato dalla libera natura dell’essere umano e/o dalla limitazione intrinseca alle cose create , a causa della finitezza e dell’imperfezione di questa realtà materiale.

In tal senso il “male non esiste di per sé” ma è solo assenza del bene e dell’armonia cui tenderebbero tutte le cose. Si pensi anche alle varie filosofie che identificano l’Essere come Razionalità, Bene, Dover Essere (Si pensi all’Idealismo, ad Hegel…).

-B) Può inquadrarsi nella concezione soggettivistica, che si afferma a partire dal ‘660 con l’Empirismo (Hobbes, Locke, l’Utilitarismo ecc…) e per la quale il MALE non nasce da un codice etico, ma piuttosto da un giudizio di valore. Per l’uomo è BENE ciò che dà piacere e felicità ed è MALE ciò che gli ripugna o lo rende infelice.

– C) Può esser ricondotta entro la concezione etica-Kantiana , in cui le due diverse prospettive giungono a fertile sintesi poiché nell’uomo, che pure è libero nei suoi comportamenti, sussistono le due spinte opposte (bene/male) ma esse si accompagnano all’interiore legge Morale che chiede d’essere seguita , anche a danno dei propri interessi personali.

-D) Può essere intesa nella prospettiva ANTROPOLOGICA strutturalista possiamo interpretare il Bene come l’insieme delle norme-valori accettate e codificate storicamente per le esigenze del vivere sociale e della sopravvivenza.

La legge unitaria che presiede al cosiddetto BENE nasce dunque da esigenze pratiche in un contesto darwiniano di “economia della specie” nella logica della sopravvivenza e dell’utile comune. (Pensiamo aagli studi di Lévi- Strauss sul tabù dell’Incesto e sulla Famiglia)

  1. E) Nella prospettiva RELIGIOSA, che subordina il destino terreno a quello ultraterreno, è BENE ciò che va praticato alla luce della RIVELAZIONE DIVINA.

Nel Cristianesimo (particolarmente nel Cattolicesimo) la Parola evangelica invita alla saggia moderazione ( nel godere dei beni di questo mondo, in vista della “Civitas Dei”) e predica la tolleranza e la fraternità come valore e collante sociale- (La moderazione, come viatico per un’esistenza rasserenata, era peraltro già consolidata dalla secolare riflessione filosofica: si pensi all’epicureismo)

Nel l’Islamismo (lett. «sottomissione, abbandono, consegna totale [di sé a Dio]» il Corano -testo sacro-

detta minuziosi e rigorosi precetti di vita ai credenti , tenuti a : – testimoniare la loro fede; -a pregare più volte al giorno; – ad effettuare versamenti in denaro a favore dei più bisognosi; a digiunare nel mese del Ramadan; ad effettuare Pellegrinaggi alla Mecca …

Gli attuali gruppi estremisti (costituitisi in un sedicente Stato- ISIS) e ben noti per la loro efferatezza , predicano la lotta santa contro gli infedeli nel nome di Maometto ed alimentano un fanatismo che spinge gli adepti terroristi al suicidio personale nel nome di Allah con la certezza d’una premio futuro, da riscuotere nella successiva vita ultraterrena. Si tratta d’una cultura del tutto estranea alla tradizione occidentale in quanto si fonda su un indiscusso principio di AUTORITÀ: principio che oltraggia l’umano intelletto e che non può non creare un fanatismo ed un oscurantismo medievale.

 

E’ dunque evidente il tratto di discrimine che nettamente separa le due religioni, ugualmente monoteiste, che, per la loro stessa natura, sono state sempre coinvolte in un confronto speso aspro e portatore di atroci conflitti.

 

Corsi e Ricorsi Storici: le guerre di Religione

I fatti di questi giorni sono assai preoccupanti e – se fossimo pessimisti – potrebbero indurci a riflessioni fortemente inquietanti. In effetti, la Storia Mondiale sembra volersi ripetere ciclicamente nel suo tessuto di Lutti , Rovine e Dolori. E va riconosciuto che le guerre di Religione hanno sempre rappresentato una maledizione ricorrente per le implicazioni emotive totalizzanti che hanno assunto nei secoli, almeno agli occhi dei popoli, spesso inconsapevoli delle ragioni “altre” (economiche, espansive, difensive) che avevano indotto i Governi ad intraprenderle.

Secondo una cadenza approssimativamente regolare (ogni 500 anni), da quando abbiamo memoria storica,

si sono susseguite guerre devastanti di origine religiosa.

E’ qui proponibile un sintetico prospetto cronologico .

 

500 AC- Le prime religioni di massa si affermano in tutto il mondo conosciuto : Confucianesimo e Taoismo (Cina) – Buddismo (India)- Giudaismo (in Asia minore> da questo troncone si svilupperanno le Religioni monoteiste del Cristianesimo, dell’Ebraismo, del Maomettanesimo)

00 -Cristianesimo (dal 32 DC) – Morte di Cristo e nascita del Cristianesimo con le prime persecuzioni

570 D.C.- Nasce alla Mecca il profeta Maometto che a 40 anni inizia la predicazione nel nome di Allah e che diffonde l’Islamismo (ugualmente monoteistico) tra le tribù beduine , dichiarando una rivelazione divina che si diffonderà in tutta l’Arabia ad opera dei Califfati che si scontrano con BISANZIO (i Romani dell’Impero d’Oriente) .

Va qui ricordato, secondo l’Enciclopedia Treccani, come  l’islamismo, sotto Maometto stesso, sia divenuto un sistema che è al medesimo tempo religioso, politico, giuridico, militare, sociale, e abbraccia quindi ogni forma di attività del credente, le cui norme di condotta anche nelle cose ordinarie dell’esistenza si fanno scaturire, almeno idealmente, da una rivelazione divina, diretta o indiretta”.

Al tempo stesso, la politica espansionistica porta gli Arabi alla conquista della Spagna ed alla lotta contro la dinastia Carolingia da cui prenderà vita il cosiddetto Sacro Romano Impero in Occidente (fra 700 e 800 D.C,)

1000 D.C. – Vengono lanciate LE CROCIATE da Papa Urbano II ed   il Cristianesimo si spinge alla Guerra Santa , armandosi per liberare la Terrasanta e la città di Gerusalemme sotto il dominio dei Turchi.

1500 D.C. Scoperta dell’America, e prime occupazioni cristiane del territorio da parte degli Spagnoli con stermino dei Maya, degli Incas, degli Aztechi.

2000 D.C.. Attacco alle torri gemelle da parte di Al Qaeda (movimento paramilitare sunnita , espressione del fondamentalismo islamico) ed evoluzione del TERRORISMO INTERNAZIONALE alimentato dal sedicente Stato Islamico dell’ISIS (2014), guidato dal Califfo Abu Bakr al-Baghdadi,

…e continua…..

 

Conclusioni

Tutte le Religioni monoteistiche hanno al loro interno il germe del fanatismo e dell’intolleranza.

Tutte le Religioni intolleranti nascono come “risposta” ad una condizione di precarietà esistenziale che pretende di raggiungere certezze in un Altrove (alienazione) , che è promessa di serenità e di vita “eterna” : dal Paradiso dei cristiani fino al Paradiso di Allah, garantito per chi muoia in combattimento.

Miseria e condizioni di vita disagiate si traducono facilmente in una rabbia esistenziale e sociale che è intesa a   combattere le ingiustizie ulteriori generate dall’uomo.

Il modello di vita Occidentale, parametrato all’effimero ed all’edonismo, all’egoistica ricerca del piacere “hic et nunc”, rende i popoli vulnerabili, molli, incapaci di reazione difensiva.

Il terrorismo è difficilmente contenibile senza un’opera parallela di bonifica sociale che prosciughi le forti sacche di povertà del Terzo mondo.

Il terrorismo , ed il fanatismo che lo alimenta e si accompagna ad esso, recano i segni di   quella sorta di OSCURANTISMO che è dilagato nell’Europa medievale per medesime ragioni di epocali di miseria sociale ed economica e che NON PUÒ DEFINIRSI “CULTURA” : termine col quale,intendiamo viceversa, una visione complessiva della vita , articolata e ricca di motivazioni e di interessi compiutamente umani.

Oggi il confronto fra le due cosiddette Culture religiose oppone alla visione occidentale, centrata sull’individualismo e sulla Libertà di scelta, quella islamica fondata sul Collettivo e sulla Obbedienza.

 

Per tutte le ragioni esposte:

Non è possibile sostenere un “falso multiculturalismo ” che accetti ed accolga come legittima una visione islamista dell’esistenza ben lontana dalla cultura occidentale .

I “nostri” Valori, declinanti ed oscurati dal relativismo post-moderno, vanno riaffermati e difesi decisamente senza sciocchi buonismi pseudo-culturali; il che vuol dire limitarsi semplicemete a tollerare la compresenza di islamici nel seno delle nostre terre, ma senza tollerare cedimenti o invasioni di usanze, costumi, credenze che ci appartengono.

L’ISIS va combattuto subito ed “a prescindere “, anche sul terreno e con tutti i mezzi , per estirpare la nuova barbarie, cieca ed intollerabile alla coscienza dei popoli civili.

E ciò prescindendo da sofismi inconcludenti che raccomandano di preordinare definitive soluzioni politiche alla crisi medio-orientale.

Questo va certamente fatto ma non può porsi come priorità dell’oggi !!!