Agli amici Dirigenti scolastici…

Agli amici Dirigenti scolastici che si dannano l’anima e la vita 

di Domenico Sarracino

Come pugili suonati, prendendo pugni da tutte le parti, tappano buchi, rimediano, elemosinano e corrono, corrono da tutte le parti spesso come trottole impazzite o viandanti senza bussola; hanno il tempo e la testa per “dirigere” solo poco o niente; corrono rischi tutti i santi momenti per cose che spesso non dipendono da loro e che devono correre se non vogliono fermare la baracca… A “dirigerli”, quasi sempre, è l’emergenza, l’imprevisto, l’ennesima lacuna di questa o quella norma, annunciata con le fanfare a tutto spiano, ma subito difficile da applicare, rinviata, corretta, in attesa di interpretazione e chiarimenti. Così spesso anche i migliori, quelli che si dannano tutti i giorni, e che credono nella straordinaria importanza della scuola, finiscono con il trascurare quello che dovrebbe essere il cuore della loro “mission”, e cioè ciò che si fa nelle classi, gli apprendimenti-insegnamenti che,effettivamente si praticano, quello che succede nei consigli di classe, etcc.. Si dice ( e si dicono) che devono essere “responsabili”, che devono sempre volgere al meglio tutte le situazioni, essere costruttivi e positivi. E lascio stare i pavidi e quelli che per vocazione si nascondono dietro gli altri o dietro le citate giustificazioni. A questo punto, però, mi domando che cosa sia veramente costruttivo e positivo per gli alunni, le scuole e se stessi. Qualche volta l’unico vero modo per essere costruttivi è dire apertamente come stanno le cose, anche a rischio di non essere graditi e di perdere la benevolenza di chi sta più su.