Competenze o Competizioni?

COMPETENZE o COMPETIZIONI?
Lettera aperta a Valentino ***

di Maurizio Tiriticco

 

Carissimo Antonio! Ho letto attentamente i tuoi ultimi scritti, sempre argomentati, sempre lucidamente e appassionatamente critici! E’ certo che questa cosiddetta buona scuola, nel tempo che verrà, creerà solo una valanga di problemi. La casistica dei 212 commi è così ricca, varia e stravagante, per cui là dentro c’è tutto e il contrario di tutto. Già vedo tonnellate di ricorsi per le situazioni più svariate! Altro che buona scuola! Sarà la scuola dei TAR! E non solo! E poi verranno anche i 9 decreti legislativi! Altre occasioni per altri mille ricorsi. E i traguardi veri si allontanano sempre più! Niente riordino dei cicli! E niente certificazione delle competenze!

Altro che competenze! L’ignoranza del Miur in materia continua e regnare sovrana e tutto è rinviato come sempre alle calende greche. Al termine di quest’anno scolastico, come sai, era giunta finalmente in porto la cosiddetta riforma Gelmini e, al compimento del quinto anno, queste benedette competenze potevano anche essere accertate e certificate. Infatti, non tanto le Indicazioni nazionali per i licei, molto vaghe in materia, ma le Linee guida degli istituti tecnici e professionali le indicano e le descrivono con sufficiente chiarezza, anche se hanno il limite di una scarsa pluridisciplinarità. Ma che ha fatto il Miur? Nulla di nulla! Un appuntamento mancato! E siamo in attesa di un decreto delegato in materia. Ma chi lo scriverà. E’ dalla tornata di esami 98/99 che avremmo dovuto certificare le competenze degli studenti ex maturi. Quanti anni sono passati? E l’Europa ci bacchetta! Delle due Raccomandazioni (le competenze civiche del 2006 e le competenze culturali/professionalizzanti, l’EQF, del 2008) non c’è stata nelle nostre scuole alcuna ricaduta. E sai meglio di me come si certificano – si fa per dire – le competenze di fine obbligo!!!

E ti dico anche che sono molto preoccupato dell’ignoranza del Miur in materia di competenze. E ne abbiamo la prova. Quei modelli di certificazione “imposti” di fatto alla scuola primaria e media con la scusa di avviare una sperimentazione (ma una sperimentazione si sollecita partendo dal basso, come abbiamo sempre fatto: ti ricordi i famosi articoli 2 e 3 dei decreti delegati? E mai proponendo/imponendo modelli di fatto chiusi) sono semplicemente cartuccelle con giudizi mezzo analitici e mezzo sintetici che, invece di orientare scuole, insegnanti e alunni verso una pratica seria di sperimentare certificazioni, li disorienta. Per non dire di quell’espressione assurda con cui si certifica il livello iniziale di competenza: “l’alunno, se opportunamente guidato, svolge compiti semplici in situazioni note”. Come dire: “il pilota, se opportunamente guidato, è in grado di guidare l’aereo”. Anche e soprattutto perché la COMPETENZA è una cosa seria e non si può pensare che un bambino di 11 anni e un adolescente di 14 abbiano GIA’ raggiunto date COMPETENZE. Il dramma è che la parola “competenza” ammalia, va di moda, ma nessuno sa che cosa sia, come si raggiunga, come si accerti e come si certifichi (e chi conosce compiutamente che misurare, valutare e certificare sono operazioni diverse?).

Chi ha scritto quelle cose dimostra di non sapere che cos’è una competenza, che è sempre un fare “maturo” e “consapevole” e “mirato” a produrre un qualcosa… che prima non c’era!!! E’ comunque cosa certa che, quando un bambino comincia a camminare e/o a maneggiare un oggetto o uno strumento in modo corretto, ne siamo felici! Per lui è una conquista che potremmo anche definire bonariamente competenza, ma solo per sorridere! In effetti, si tratta di abilità, raggiunte e maturate attraverso processi assai complessi. Quando poi quelle mani, quei piedi, quegli occhi apprenderanno a suonare compiutamente un pianoforte, questa sì che è una competenza che, come sai, implica il concorso di più conoscenze e più abilità pregresse. Comunque, mi risulta che un certo Wolfgang “a 3 anni batteva i tasti del clavicembalo, a 4 suonava brevi pezzi e a 5 componeva” (copio dal web). Ma sono eccezioni!

Temo, quindi, e fortemente, che la cosiddetta sperimentazione, invece di avviare docenti e alunni verso una pratica seria di insegnamento/apprendimento per competenze, li allontani! Dico e sostengo che questa sperimentazione non s’ha da fare! Non si gioca con l’età evolutiva! Quando poi penso che le competenze dei sedicenni potrebbero e dovrebbero essere certificate per legge (siamo, a parte eccezioni possibili, al limite finale dell’adolescenza) e ciò non avviene, se non come un adempimento cartaceo e formale che nessuno richiede e che a nessuno serve, mi viene veramente da piangere! Ma che scuola è la nostra? Mah!!!

Invece di sanare il sanabile, cioè piantarla con le assurde e inutili certificazioni “primarie” e “medie”, e certificare seriamente sedicenni e diciannovenni, si sono inventati una legge lunga una quaresima… un solo articolo, ma di 212 commi… non ti viene da ridere? O da piangere? Ma che diavolo di Paese siamo? Una legge che darà luogo a un’infinita serie di contenziosi.

Insomma, già prevedo che, invece di andare verso una scuola delle COMPETENZE, andremo certamente a una scuola delle COMPETIZIONI!

 

*** Vedi la risposta di Antonio Valentino in scuolaoggi.org