Edilizia scolastica, affondo degli studenti: il piano del Governo fallisce

da Il Sole 24 Ore

Edilizia scolastica, affondo degli studenti: il piano del Governo fallisce

Gli studenti accusano il Governo di fare troppi proclami e pochi fatti sull’edilizia scolastica. «Il decreto Milleproroghe rimanda al 31 dicembre 2016 la messa a norma degli edifici, attualmente coperti da una normativa del 1992. I fondi non utilizzati, inoltre, saranno assegnati tra un anno». È quanto dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti. «Ciò avviene – aggiunge – in un contesto assai preoccupante che, nel nostro paese, vede una percentuale di strutture prive di certificato di prevenzione pari al 60%, come denunciato già da Legambiente nel rapporto “Ecosistema Scuola”».

La protesta dell’Uds
Per l’Unione degli studenti il quadro è aggravato dal fatto che la proroga dell’Osservatorio per l’edilizia slitterà a febbraio 2016, così come sono prorogati i fondi per “Scuole Sicure”, totalmente insufficienti i 40 milioni per le norme antisismiche. «Una situazione limite, se pensiamo ai dissesti idrogeologici causati dalle forti piogge e alluvioni che hanno colpito il nostro paese negli ultimi mesi, e che evidenziano quanto l’abusivismo e la speculazione edilizia siano pericolosi per la vita delle persone», continua Lampis. «Abbiamo denunciato più volte l’inconsistenza dei provvedimenti presi dal Governo in materia di Edilizia scolastica, non ultima la delibera sui mutui Bei, una scelta gravissima che sta causando non solo un ritardo nei lavori di messa in sicurezza, ma anche un aumento del debito pubblico».

Le richieste degli studenti
Nella sua nota l’Uds giudica «non sufficiente la risoluzione del Governo Renzi». E spiega: «Vogliamo un piano di rimessa a norma delle scuole con investimenti che seguano le priorità dell’anagrafe dell’edilizia scolastica, eliminando le barriere architettoniche e tutto quanto possa costituire pericolo per chi vive le scuole. Non abbiamo bisogno – concludono – di spot mediatici e propaganda, con le nostre vite non si scherza».