Le proposte per l’autismo nel programma elettorale di Hillary Clinton

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da Redattore sociale

Le proposte per l’autismo nel programma elettorale di Hillary Clinton

Sono circa 3,5 milioni gli americani con disturbo dello spettro autistico: un bambino ogni 68. E “i costi dei servizi sono al i là delle possibilità delle famiglie”. Così la candidata alla Casa Bianca avanza le sue proposte: diagnosi precoce, assicurazione sanitaria, ricerca e lavoro. Marina Viola: “Ha capito noi famiglie”

ROMA – Nella corsa alla Casa Bianca, la Clinton punta anche sull’autismo. E propone un piano per migliorare la vita delle famiglie che ci convivono ogni giorno. La notizia arriva direttamente dal sito della candidata, che proprio in questi giorni ha pubblicato un articolo dal titolo “Il piano di Hillary Clinton per supportare bambini, giovani e adulti con autismo e le loro famiglie”. Un bel pezzo di programma elettorale, che parte dal dato di “3,5 milioni di americani con spettro autistico”, dallala stima che il disturbo colpisca “un bambino su 68” e dalla consapevolezza che “i costi dei trattamenti e dei servizi sono al di là delle possibilità delle famiglie”. Di qui, le proposte della Clinton, che vanno a comporre un pezzo importante della sua campagna elettorale e del suo programma politico: in estrema sintesi, screening nazionale e diagnosi precoce; pressione sugli Stati federali per garantire un’assicurazione sanitaria a minori e adulti con autismo; lotta al bullismo per protegge gli studenti autistici; promozione di una “Autism works initiative”, per favorire l’inserimento lavorativo; infine, realizzazione del primo studio federale sulla presenza di questo disturbo nella popolazione adulta.

Una “proposta importante” secondo Marina Viola, che vive a Boston e ha una figlio con autismo, raccontato recentemente nel suo libro “Storia del mio bambino perfetto”. Commentando la notizia sul portale Pernoiautisti, la Clinton “a dire il vero, personalmente non mi fa impazzire – ammette Viola -: ha votato, in passato, contro i matrimoni gay, ha votato in favore della guerra in Iraq, ha partecipato entusiasta ai giochi sporchi della politica americana più abietta. Ma una proposta importante l’ha fatta: ha messo sul tavolo delle politiche e sociali una visione dell’autismo che condivido appieno, che ha proposto con il linguaggio giusto: non ha parlato di cure come se l’autismo fosse un cancro da debellare, non ha parlato di epidemia, non ha parlato di vaccini. Ha proposto un aiuto pratico per le persone autistiche adulte, sia dal punto di vista di possibilità di lavoro che di dignità di vita; ha parlato di un supporto alle famiglie, ha parlato di un supporto tecnico alle persone autistiche che non hanno voce. Ha capito, in poche parole. Ha capito cosa serve alle famiglie come la mia, che hanno paura che Trump vinca e Hillary perda”. (cl)