Concorso, uno su 3 ce la farà

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da ItaliaOggi

Concorso, uno su 3 ce la farà

Via al bando per reclutare 63.712 docenti. Potranno partecipare non più di 190 mila persone

Antimo Di Geronimo

Al via il bando di concorso per il reclutamento di 63.712 docenti a tempo indeterminato. La bozza di provvedimento è stata presentata al consiglio superiore della pubblica istruzione il 13 gennaio scorso. Il parlamentino dell’istruzione avrà tempo fino al 28 gennaio per pronunciarsi.

Dopo quella data il dicastero di viale Trastevere procederà in ogni caso.

La procedura non prevede la preselezione. Secondo le stime dell’amministrazione scolastica, infatti, al concorso potranno partecipare non più di 190mila persone: un numero gestibile anche con le procedure ordinarie.

La prova scritta sarà effettuata tramite computer e consisterà in 8 quesiti a risposta aperta. Due di questi saranno enunciati in una lingua straniera a scelta del candidato (ai quali dovrà rispondere sempre nella stessa lingua).

La prova orale consisterà in una lezione simulata di 45 minuti e «interlocuzioni con il candidato» si legge nella bozza del bando «da parte della commissione sui contenuti della lezione e anche ai fini dell’accertamento della conoscenza della lingua straniera».

All’esito delle prove la commissione compilerà la graduatoria di merito, ai fini della quale avranno peso anche i titoli di studio e professionali.

«Per la prima volta», spiega sulla sua pagina facebook Davide Faraone, sottosegretario all’istruzione, «avranno un peso importante titoli come il dottorato di ricerca e le certificazioni internazionali sulla conoscenza dell’inglese, dello spagnolo, del francese e del tedesco, ma anche aver frequentato un tirocinio abilitante e l’esperienza maturata già in classe».

Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, il dottorato dovrebbe essere valutato 5 punti e le certificazioni sulla conoscenza delle lingue straniere (almeno B2) un punto e mezzo.

Per quanto riguarda i titoli professionali, ogni anno di servizio sarà valutato mezzo punto e le abilitazioni con prove preselettive, fino a un massimo di 10 punti. Le ulteriori abilitazioni daranno titolo ad altri 2 punti.

Il bando dovrebbe essere emanato il 1° febbraio. Così da consentire lo svolgimento della prova scritta alla fine marzo e la prova orale entro giugno. Le prime immissioni in ruolo, tramite lo scorrimento delle graduatorie del nuovo concorso, avverranno a settembre.

Va detto subito che le prossime immissioni in ruolo seguiranno sempre il criterio duale previsto dall’articolo 399 del decreto legislativo 297/94: il 50% delle disponibilità sarà riservato ai vincitori di concorso e il restante 50% agli aspiranti in graduatoria a esaurimento (gae). Attualmente i precari storici ancora collocati nelle graduatorie a esaurimento sono circa 30mila.

Il ministero conta di assumere 90mila nuovi docenti in 3 anni utilizzando sia le graduatorie del concorso che le graduatorie a esaurimento. Che continueranno a rimanere in vigore fino al loro completo scorrimento. Gli aspiranti ancora in gae (circa 30mila secondo stime di fonte governativa) sono, anzitutto, i docenti che hanno omesso di presentare la domanda per partecipare al piano straordinario di assunzioni (fasi B e C), che sono circa 18mila. E poi vi sono altri 12mila aspiranti docenti, suddivisi tra insegnanti precari di scuola dell’infanzia (ai quali è stato precluso l’accesso al piano straordinario di assunzioni) e docenti che hanno omesso di presentare la domanda per partecipare alle fasi B e C.

L’accesso alla selezione sarà consentito solo ai candidati muniti di abilitazione. E dunque, a tutti gli aspiranti docenti che hanno superato Pas e Tfa (percorsi abilitanti speciali e tirocini formativi attivi) oppure siano in possesso di vecchie abilitazioni ottenute grazie al superamento di concorsi ordinari o sessioni riservate.

Considerato che la giurisprudenza è concorde nel ritenere abilitanti i diplomi magistrali conseguiti entro l’anno scolastico 2001/2002, è ragionevole ritenere che l’accesso alle procedure concorsuali sarà consentito anche ai candidati in possesso di questi titoli.

Va detto subito che le assunzioni nel triennio rimarranno comunque vincolate alla previa autorizzazione del governo. Che di anno in anno dovrà verificare l’effettiva capienza degli organici e la compatibilità della spesa con le esigenze di bilancio. Ciò vuol dire che, qualora dovessero intervenire nuovi tagli, i vincitori di concorso potrebbero comunque rimanere senza assunzione. Ai docenti che saranno immessi in ruolo il prossimo anno sarà risparmiato l’assoggettamento al nuovo regime dell’apprendistato triennale previsto dalla legge 107: un percorso per prevede l’assunzione dei vincitori di concorso a tempo determinato per un triennio, a stipendio ridotto e solo per le sostituzioni dei docenti assenti, senza l’assegnazione della cattedra.

Al termine del quale è prevista un’ulteriore valutazione da parte del dirigente scolastico, dalla quale discenderà l’assunzione a tempo indeterminato oppure il licenziamento. Le nuove norme, infatti, entreranno in vigore solo dopo l’emanazione del decreto legislativo di attuazione, per il quale il governo ha 18 mesi di tempo dalla data di entrata in vigore della legge 107.