Studenti dispersi: 75 mila o un milione?

da tuttoscuola.com

Studenti dispersi: 75 mila o un milione?
Le dichiarazioni del ministro Giannini all’inaugurazione dell’anno accademico al Politecnico di Torino

Intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico al Politecnico di Torino, il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, ha dichiarato che “Nella scuola italiana ci sono 3 punti critici: uno è l’emorragia studenti, abbiamo perso 75mila studenti negli ultimi anni, è un dato drammatico. Il secondo  è l’invecchiamento del corpo docente. Il terzo, ma gerarchicamente è il più importante, è la scarsa occupabilità dei nostri diplomati e laureati”.

Non sappiamo a cosa si riferisca il ministro con quei 75 mila studenti persi negli ultimi anni. Visto che parlava al Politecnico, forse si riferiva all’università e al vistoso calo delle immatricolazioni, perché nella scuola, purtroppo, la dispersione degli studenti, soprattutto negli istituti statali della secondaria di II grado, registra cifre di gran lunga maggiori.

Quest’anno, ad esempio, non siedono più nei banchi delle classi quinte 161.734 ragazzi dei 614.302 iscritti in prima cinque anni prima.

L’anno prima ne risultavano dispersi altri 163.589 e così via di anno in anno disperdendo.

Negli ultimi sei anni l’emorragia complessiva ha superato il milione di ragazzi che, partiti al primo anno delle superiori, non sono arrivati alla fine del percorso.

Si tratta di un problema enorme che riguarda tutto il Paese, anche se il tasso di dispersione attuale è diverso da regione a regione (la Sardegna con il 34,5% ha il tasso più elevato, il Molise con il 17,4% il più basso) e da settore e settore (gli istituti professionali con il 35,5% hanno il tasso più elevato, i licei classici con il 16.9% il più basso).

Non proponiamo una gara in negativo tra tasso di occupabilità tra i diplomati/laureati e tasso di dispersione tra gli studenti delle superiori, ma indubbiamente quel milione e più di ragazzi dispersi che confluiscono quasi sempre tra i neet (non occupati e non impegnati in corsi di istruzione o di formazione) sono una emergenza soprattutto italiana che chiede misure di sistema forti e incisive.