Primo bilancio del Programma Erasmus+: molto alta la partecipazione italiana

Primo bilancio del Programma Erasmus+: molto alta la partecipazione italiana

Presentati oggi a Bruxelles i risultati raggiunti dal Erasmus+ nel primo anno del programma.  Dai numeri emerge anche la buona performance dell’Italia, che è fra i Paesi che hanno maggiormente beneficiato dei finanziamenti europei.
Il Direttore dell’Agenzia Nazionale Erasmus+ INDIRE, Flaminio Galli, dichiara: “Nel 2014 Erasmus+ ha confermato la sua straordinaria importanza e vitalità anche per migliaia di italiani. La voglia di fare esperienza formativa all’estero cresce come il numero dei partecipanti e i risultati sul piano formativo e sociale. Viviamo un momento storico in cui torna la tentazione di alzare frontiere e steccati, mentre la mobilità degli studenti e dei docenti rafforza l’identità comune europea, migliora la preparazione individuale e favorisce l’occupazione”.

Il commissario europeo per l’Istruzione, la cultura, la gioventù e lo sport, Tibor Navraciscs, Commissario UE, ha affermato: “Nel corso del primo anno Erasmus+ si è rivelato un autentico successo. Il considerevole numero di partecipanti è la dimostrazione che il programma sta davvero contribuendo a migliorare le prospettive occupazionali dei giovani, aiutandoli ad acquisire nuove competenze ed esperienze e sostenendo l’ammodernamento dei sistemi dell’istruzione, della formazione e della gioventù in Europa. Continueremo a sfruttare questa popolarità per raggiungere sempre più persone, diverse tra loro per interessi, profilo e contesto sociale”.

I dati della partecipazione in Europa e in Italia
Le borse di mobilità per studenti, tirocinanti, insegnanti, volontari e altri giovani hanno permesso a quasi 58mila italiani di partire (650mila in Europa), con un impegno finanziario di 92.80 milioni di euro. In questo ambito l’Italia è seconda solo alla Turchia per numero di candidature presentate. Il settore universitario ha beneficiato di oltre 53 milioni di euro, impiegati per sostenere le mobilità di oltre 34 mila studenti, professori e staff, a seguire la formazione professionale (25 milioni), la mobilità per i giovani (quasi 10 milioni), la formazione per il personale della scuola (3.6 milioni) e per il personale impegnato nell’educazione degli adulti. Le prime 5 università italiane per studenti in uscita sono: l’Università di Bologna, Alma Mater Studiorum, l’Università degli studi di Padova, la “Sapienza” di Roma, L’università degli studi di Torino e la Statale di Milano. Le destinazioni più scelte dagli studenti italiani sono Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Portogallo. Gli atenei italiani che accolgono più studenti dall’estero sono l’Alma Mater di Bologna, la “Sapienza” di Roma, l’Università degli studi di Firenze, il Politecnico di Milano e l’Università degli studi di Padova. Gli universitari arrivano soprattutto da Spagna, Francia, Germania, Turchia e Polonia. Sul fronte della cooperazione in progetti, ovvero quelle attività di collaborazione in partnership internazionali fra scuole, università, organizzazioni di giovani, enti pubblici e imprese, l’Italia ha realizzato 118 progetti (18mila in totale in Europa) con il coinvolgimento di 791 organizzazioni. Nel complesso, il budget destinato a questo tipo di attività è stato di oltre 30 milioni di euro.  Gran parte dei progetti riguardano l’ambito scuola: sono 350 gli istituti coinvolti in Italia, con 62 scuole coordinatrici di progetto ed un finanziamento che sfiora i 12 milioni di euro. A seguire i progetti dei settori formazione, istruzione superiore, educazione degli adulti e gioventù.

Studio di impatto Erasmus: analisi regionale
Presentati oggi anche i dati dello studio di impatto Erasmus (ambito istruzione superiore). Il rapporto segue e integra quanto già pubblicato dalla Commissione europea nel 2014, con un focus sulle quattro macro regioni europee: nord, sud (di cui fa parte l’Italia), est, ovest. Sono state intervistate oltre 71mila persone fra studenti, ex studenti e staff (accademico e amministrativo) per verificare l’impatto della mobilità Erasmus in termini di occupabilità, competenze e carriera a livello europeo. Dai dati emerge che gli studenti dei Paesi del sud Europa hanno maggiormente beneficiato delle mobilità, riducendo i tempi di disoccupazione. Sul fronte dei tirocini, ad esempio, il 51% degli italiani ha ricevuto un’offerta di lavoro dall’impresa europea in cui veniva svolto il traineeship (media europea 30%).  L’esperienza di mobilità ha avuto un’influenza positiva anche sullo spirito di imprenditorialità: in Italia il 32% degli studenti con esperienza di tirocinio Erasmus è intenzionata ad avviare una start-up e il 9% l’ha già realizzata. I laureati che sono partiti in Erasmus hanno una maggiore mobilità lavorativa: il 93% è disposto a trasferirsi all’estero per lavoro e sono maggiormente disposti a cambiare datore di lavoro rispetto a chi non ha realizzato una mobilità Erasmus. Erasmus influenza anche le relazioni personali, l’87% degli italiani che hanno avuto un’esperienza Erasmus dimostra una maggiore “attitudine europea” (media europea 80%) e il 37% ha un rapporto affettivo stabile con un persona non italiana.