Un importante scoperta e una parola chiave

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Un importante scoperta e una parola chiave

di Adriana Rumbolo

 

La genesi

Un gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze agrarie, degli alimenti e dell’ambiente dell’Università di Foggia ha messo a punto un rivoluzionario metodo attraverso cui vengono modificate le proteine del glutine, che subiscono cambiamenti tali da non scatenare – nel soggetto affetto da celiachia – la cosiddetta “cascata infiammatoria”, meglio nota come «intolleranza al glutine». In altri termini, l’intolleranza è scongiurata grazie alle modifiche apportate al glutine, per cui gli alimenti oggi categoricamente vietati ai celiaci saranno di fatto commestibili. Una scoperta sensazionale, che potrebbe generare una vera e propria rivoluzione nell’industria alimentare destinata ai celiaci

La domanda di brevetto

La domanda di brevetto di questa scoperta – opera dell’ingegno e dell’applicazione del prof.Luccia e della prof.ssa Carmen Aldo Di  Lamacchia coadiuvati dalla ricercatrice del CNR dott.ssa Carmela Gianfrani – è stata depositata in Italia all’Ufficio italiano brevetti e marchi (presso il Ministero dello sviluppo economico) in data 2 ottobre 2012, mentre la relativa domanda di estensione internazionale secondo il Patent Cooperation Treaty (PCT) è stata depositata lo scorso 29 aprile 2013. Entrambe hanno conseguito una valutazione assai positiva con l’attribuzione della soglia più elevata della cosiddetta “credibilità scientifica”. Non è stata riscontrata, infatti, alcuna anteriorità rispetto all’invenzione, che perciò si caratterizza per la sua “novità” a livello internazionale. Le valutazioni dell’altezza inventiva e la sua applicabilità industriale hanno ricevuto esito pienamente favorevole, così da lasciar prevedere una concessione piena del titolo di proprietà industriale a livello nazionale e internazionale. Il fatto che alla domanda di brevetto – di cui è titolare in via esclusiva proprio l’Università di Foggia – non sia stato mosso alcun rilievo sugli aspetti tecnico-produttivi, oltre che su quelli scientifici, depone decisamente in favore della traducibilità di questa scoperta in applicazione industriale: quindi della sua commerciabilità. «Al momento – argomenta il responsabile dell’Area ricerca e relazioni internazionali dell’Università di Foggia, dott. Giovanni Lovallo –sono in corso le procedure per l’estensione della tutela del Brevetto in tutti i Paesi del mondo, proprio perché l’Ateneo, dopo lunga, cauta e soprattutto accurata riflessione, ritiene di essere in possesso di una scoperta scientifica che potrebbe modificare radicalmente le abitudini alimentari dei celiaci. Non siamo in grado di dire, con esattezza matematica, se questo brevetto verrà trasformato in produzione industriale, ma abbiamo l’obbligo etico e scientifico di proteggerne la proprietà intellettuale».

Ho ascoltato ieri pomeriggio durante la trasmissione “geo&geo” un’intervista alla ricercatrice prof.ssa Carmen Lamacchia .

Dopo avere spiegato molto bene  i   risultati ottenuti e la loro applicazione che rivoluzionerà la dieta alimentare del celiaco,  con serenità,  ha risposto ad alcune domande della giornalista sulla sua vita privata-

Ha parlato dei  suoi studi con parentesi anche in Inghilterra, il ritorno in Puglia, il matrimonio , i tre figli, l’ apertura di un laboratorio in casa quando l’ultima gravidanza le ha proibito  di frequentare il laboratorio ufficiale per tutelare la gravidanza stessa.

La giornalista Sveva Sagramola le ha chiesto,  piena di ammirazione ;come ha potuto fare tante cose tutte importanti?.

La risposta :ho avuto l’appoggio di mio marito e l’aiuto di tutti i nonni

La giornalista ha proseguito;Nella sua ricerca, come donna ,come ha superato bene eventuali e inevitabili ostacoli e piccoli scontri con i colleghi?

La risposta;non è stato difficile, mio padre mi ha educata  perchè  io raggiungessi la mia AUTONOMIA che mi è stata sempre utile.

Peccato che le femministe cercarono di riscattare solo la libertà sessuale!

AUTONOMIA è la parola chiave che modula nella donna l’accudimento,  meravigliosa attitudine quando un bambino è piccolo, ma ingombrante e frenante dell’autostima  quando è troppa.

Sempre l’autonomia  permette di convivere con un sano egoismo senza sensi di colpa  che   sono spesso presenti nei femminicidi.