Giornata mondiale Asperger

Redattore Sociale del 18-02-2016

Giornata mondiale Asperger, tra social bombing e fiction controverse

ROMA. Il 18 febbraio 1906 nasceva Hans Asperger, il pediatra austriaco che avrebbe dato il nome al particolare modello di comportamento da lui osservato: un modello riconosciuto però solo dopo la sua morte, quando si iniziò appunto a parlare di “sindrome di Asperger”, onorando così la memoria dell’incompreso studioso. Dal 2007, l’anniversario della nascita del pediatra austriaco è diventato la Giornata mondiale della sindrome di Asperger, anche se la ricorrenza principale è quella del 2 aprile, Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo.

Diverse sono comunque le iniziative in programma per domani: tra queste il seminario gratuito che si svolgerà a Fiumicino, promosso da Spazio Asperger e dedicato alla fiction “Tutto può succedere”, che viene trasmessa il giovedì su RaiUno. Proprio domani andrà in onda la nona puntata della serie, che ha tra i protagonisti un ragazzo con sindrome di Asperger. E che sta facendo molto discutere: proprio Spazio Asperger ha espresso fin dall’inizio le proprie perplessità, criticandone gli “stereotipi” e “l’immagine superficiale “ attraverso cui la sindrome viene rappresentata. E domani se ne discuterà a Fiumicino, dove la serie è ambientata, insieme ai rappresentanti dell’associazione e a due attori della fiction, tra cui Roberto Nocchi interprete di Max, il ragazzo con sindrome di Asperger.

Ha scelto invece la modalità “virtuale”, organizzando una sorta di “social bombing”, il gruppo “Aspironìa”, fondato da quattro mamme, che sta diffondendo su Facebook e sui vari canali network il messaggio “Aspiefriendly”, accompagnato da una presentazione in cui si spiega, con semplicità e chiarezza, chi siano gli aspie. “Chiediamo a tutti di postare su proprio profilo fb o twitter una foto con un cartello, che riporti l’hashtag #aspiefriendly”, spiegano. E diverse sono le risposte che stanno arrivando, tutte raccolte nella pagina dell’evento dedicata.

“Il 18 febbraio ricorre l’anniversario della nascita di Hans Asperger, medico austriaco che per primo osservò delle caratteristiche comuni in alcuni bambini – si legge nella presentazione diffusa da ‘Aspironia’ – Oggi dopo 110 anni queste caratteristiche prendono il nome di Sindrome di Asperger e quei bambini, sono bambini o persone asperger. La Sindrome di Asperger è oggi inquadrata nei disturbi dello spettro autistico – “spettro” in quanto ha infinite sfumature e si manifesta in modi (o funzionamenti) molto differenti tra loro. Oggi noi ‘aspie’ festeggiamo la nostra giornata, in un mondo che non conosce niente della nostra condizione e che ci vede come strani, maleducati, stupidi o peggio. Quindi ti dirò chi siamo noi asperger”.

E così continua il piccolo “vademecum” per far comprendere l’Asperger: “Da bimbi ci chiamano piccoli professori, per via del linguaggio forbito e per i nostri interessi, passioni per argomenti spesso inconsueti. Passioni assorbenti, nelle quali ci perdiamo letteralmente e che col tempo, se coltivate adeguatamente, possono diventare un lavoro una volta diventati grandi, oppure, entrare a far parte di una conoscenza enciclopedica che non smettiamo mai di coltivare. Abbiamo Q.I. nella media o superiore alla norma”.

Si passa quindi a spiegare i rapporti con gli altri, elemento cruciale nella vita dell’aspie. “Spesso siamo disorientati dal mondo, dalla socialità e dalle convenzioni che da tutti voi sono apprese in modo spontaneo e naturale, ma che per noi sono molto difficili da comprendere, ecco perché a volte potremmo sembrarvi maleducati o snob. Se siete tutti in cerchio a chiacchierare ed io non mi avvicino, non è per snobismo, ma perché non so come farlo, non è naturale per me”.

In sintesi, “io sono come te, ma funziono in maniera differente. Sono neuro diverso, ovvero il mio cervello è cablato in maniera diversa. E’ dimostrato che il cervello autistico funzioni in un altro modo, quindi è come se io e te fossimo computer con due sistemi operativi differenti, oppure è come se tu ti trovassi in un pianeta alieno e tutti ti parlassero in una lingua che non conosci. E’ questo quello che provo”.

Il “vademecum” continua, parlando di comorbilità e diagnosi precoce: e raccomandando, a tutti coloro che leggeranno il messaggio, di diffondere questo “tassello di conoscenza, per non confonderci più tra le pieghe dello sfondo”. (cl)