Dirigenti scolastici, risorsa decisiva per il futuro delle scuole come comunità di apprendimento

Dirigenti scolastici, risorsa decisiva per il futuro delle scuole come comunità di apprendimento

 

  1. Il XXIV Convegno nazionale Di.S.A.L., conclusosi ieri pomeriggio a Roma, ha visto il ri-accadere di una sempre nuova sorpresa di impegno e studio per gli oltre 150 dirigenti dalle scuole statali e non statali, giunti da tutte le regioni italiane, assieme agli amici e rappresentanti venuti dalle altre nazioni europee e non solo e realizzato con l’apporto di esperti e di figure istituzionali. Un evento culturale e di amicizia durante il quale il comune interesse educativo per la professione direttiva ha permesso di mettere a fuoco utili percorsi per affrontare le istanze e le urgenze della scuola italiana.

Da fonti autorevoli, nazionali e internazionali, è stato documentato, con la presentazione con ricerche ed analisi, di quanto l’azione di una positiva e competente figura direttiva abbia una significativa incidenza sui processi e sui risultati di apprendimento degli alunni.

I materiali raccolti e gli approfondimenti condivisi hanno documentato quanto sia urgente riaprire la discussione per una nuova dirigenza educativa ed organizzativa alle scuole statali e paritarie: per questo DiSAL rilancia alle istituzioni, alle realtà associative e politiche le proprie proposte per una nuova dirigenza scolastica descritte nel proprio “Manifesto per il futuro della direzione delle scuole italiane“ del 2013.

 

  1. Tra le tante problematiche emerse nei lavori del Convegno, DiSAL intende mettere a fuoco alcune urgenze sulle quali l’Associazione valuterà a breve interventi presso chi è istituzionalmente responsabile:

a- favorire l’iniziale ed incerto tentativo avviato nelle scuole statali dalla legge 107/2015 per il riconoscimento del merito e la valutazione dei docenti, pur ritenendo che sia da rivedere e migliorare negli strumenti e nei soggetti, per attivare procedure di valorizzazione del lavoro del docente che consentano il più possibile al dirigente scolastico di realizzare il proprio ruolo come figura rappresentativa di una comunità professionale e non di assoluto e solitario valutatore;

b- evitare che il reclutamento dei docenti, che quest’anno ha assunto una positiva accelerazione, contini ad escludere i giovani laureati, in un contesto scolastico con la media d’età degli insegnanti più alta in assoluto nei paesi dell’OCSE;

c- vista la grave situazione che da settembre dovranno vivere oltre 3000 scuole statali italiane senza un dirigente titolare stabile, rivendicare l’urgenza di un concorso alla dirigenza delle scuole statali che, giustamente rientrato nell’ambito del Ministero dell’Istruzione (come con forza aveva chiesto DiSAL) sia caratterizzato da procedure che valorizzino concretamente le competenze e le attitudini di chi aspira a candidarsi a servizio delle comunità scolastiche nel ruolo direttivo;

d- riprendere ed accelerare la definizione legislativa della specificità delle dirigenza scolastica all’interno dirigenza pubblica, sostenendone la cruciale provenienza dai ruoli dell’insegnamento ed i caratteri che la legano all’autonomia scolastica;

e- risolvere con le necessarie misure legislative, insieme ad altre numerose improprie incombenze che gravano il lavoro quotidiano del dirigente scolastico statale, l’iniqua attribuzione di responsabilità sulla sicurezza negli edifici;

f- sostenere in tutti gli aspetti di riforma e di innovazione l’attuarsi di una reale parità tra le istituzioni scolastiche statali e non statali.

 

  1. I lavori del XXIV Convegno hanno confermato la positività della scommessa di DiSAL di vivere e proporre una solidarietà professionale a favore dell’educazione ed istruzione.

“Per essere presidi occorre innanzitutto essere uomini – ha sostenuto nelle sue conclusioni il presidente Ezio Delfino – mettere in gioco il primario compito culturale della professione come capacità di spingere una dimensione di ricerca e di innovazione, al servizio di una ‘comunità di apprendimento’ come modello per la formazione della persona, alla quale occorre piegare tutte le soluzioni organizzative, progettuali, tecniche e perfino amministrative. E’ questa la vera sfida che rende interessante il lavoro di dirigere una scuola: urgere negli adulti, implicati nell’avventura educativa, la continua scoperta dello scopo della propria azione; sostenerli ad andare al fondo delle tante provocazioni e domande che gli studenti pongono; ideare modelli didattici che rendano significativa l’avventura della conoscenza; favorire l’accadimento di esperienze di comunità di apprendimento; rendere i soggetti – giovani ed adulti – protagonisti della propria esperienza culturale. Favorendo così la riscoperta di una responsabilità direttiva capace di dare alla scuola la fisionomia di impresa culturale per l’educazione dei giovani ”.

 

 

Il Convegno ha fatto anche riscoprire, in azione, il grande valore di un’associazione professionale come DISAL, sia come risorsa per la propria persona, perché fa circolare esperienze, giudizi e strumenti, sia per la scuola perché esprime una soggettività, un ambito di cultura, un luogo di continuo paragone per aiutarsi a rispondere all’attuale domanda di educazione e di istruzione dei giovani. Un ambito professionalmente qualificato per mantenere vivi l’idealità e lo scopo, fornendo criteri e strumenti sulla modalità di presenza nel mondo in cui si trova ad operare. Oltre ogni corporativismo o conflittualità.