Didascoperta

DIDASCOPERTA di Umberto Tenuta

CANTO 643 DIDATTICA DELLA SCOPERTA

Didattica attiva.

Didattica operativa.

Didattica intuitiva.

Didattica capovolta.

 

Le mille e una didattiche.

Decantate, amate, attuate.

Ma una sola è la più bella.

Quella che l’UOMO ha utilizzato nel cammino dei millenni.

Quella che gli uomini attuavano quando non c’era la scuola.

Quella che ha costruito l’intelligenza dell’uomo.

Quella che ha fatto uomo l’uomo.

Quella che ha costruito la CULTURA.

Se l’uomo, senza maestri, ha costruito la cultura che lo ha fatto uomo, non è logico che ogni figlio di donna, per diventare uomo, segua la stessa strada?

Ed allora, per piacere, smettiamola di cincischiare sul parto dei figli di donna.

Il parto alla condizione umana.

Dal grembo materno viene alla luce il bimbo.

E non è un uomo.

È solo un candidato alla condizione umana.

Resterà il Selvaggio dell’Aveyron, se un altro parto non lo farà nascere uomo.

È il parto dell’EDUCAZIONE.

Educare significa aiutare il figlio di donna a farsi uomo.

Se l’ostetricia è giunta ormai a livelli ottimali per garantire il parto della donna, l’EDUCAZIONE rimane troppo spesso ai livelli primordiali della lezione, orale, intuitiva, digitale.

Amici miei, diamoci una mossa!

Ben so quanto sia faticoso e difficile cambiare il metodo didattico.

Ma avanti così non si può più andare!

Soprattutto non si può più continuare a far lezioni, ripetizioni, interrogazioni, valutazioni, lasciando immobili gli alunni seduti nei banchi.

Non è l’attività del docente che deve cambiare.

Ma è l’attività degli studenti che deve cambiare.

Non più attenti ad ascoltare, a guardare, a memorizzare, a vomitare quanto ingerito il giorno prima.

Suvvia, torniamo indietro nei Millenni!

Lasciamo che nel mondo reale nel quale vivono gli studenti ricerchino, scoprano, inventino le risposte ai loro perché.

Cessiamo di sgolarci.

Facciamo silenzio.

Non loro.

Noi!

Sono loro che debbono mettere in moto le loro intelligenze.

Per scoprire, inventare, costruire le risposte ai loro perché.

Perché la barca galleggia?

Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?

Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?

Perché l’erba cresce?

Perché noi non voliamo che le colombe?

Perché i tetti con le tegole?

Perché la maestra Lina canta?

Perché…

Zitta, zitta, zitta, tu, o Maestra sapientona!

Sono loro che debbono scoprire, inventare, costruire le risposte.

Solo così imparano a trovare le risposte ai loro mille perché.

Solo così un giorno non avranno più bisogno di te.

Maestra, il tuo più grande merito è quello di renderti inutile!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

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basta che ricerchi su Internet:

“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”