INSEGNARE SENZA LEZIONI di Umberto Tenuta
CANTO 653
NO al docente che dalla cattedra fa lezione
SI al docente che insegna, che offre segni: concreti, virtuali, iconici, simbolici
Le lingua evolve col tempo.
Le parole assumono significati via via diversi a seconda dei contenuti ai quali si riferiscono.
Se ieri insegnare significava incidere segni nella mente degli alunni (imprimere le conoscenze nelle menti) e, l’altro ieri, tradurre in segni, soprattutto orali (parole), oggi, in una concezione pedagogica diversa, insegnare può –deve– significare offrire segni.
Segni concreti (oggetti), segni iconici (immagini), segni simbolici (alfabetici o altri).
Evidentemente, questo cambiamento di significato è correlato a quella che ora è considerata l’attività di colui che apprende, cioè dello studente.
Colui che apprende non è considerato più una tabula rasa, sulla quale le parole del docente vanno ad incidersi, così come sulla lavagna.
L’apprendimento è innanzitutto la costruzione dei saperi.
L’apprendimento è una operazione -prima concreta, poi iconica, infine simbolica- di scoperta, invenzione, costruzione dei saperi.
Gli alunni non ricevono, già bell’e fatti, i saperi.
Se li debbono costruire col sudore della loro fronte (della loro intelligenza).
<<E tu, uomo, ti guadagnerai il pane con il sudore della fronte>> (Gen 3,19 ).
I saperi –conoscenze, competenze, atteggiamenti– non sono travasati dalla mente del docente a quella del discente.
I saperi sono una conquista personale: il frutto di una azione, prima concreta, poi iconica, infine simbolica.
Gli alunni non sono soggetti passivi, ma soggetti attivi, inventori, costruttori, creatori dei propri saperi: sapere, saper fare, saper essere.
Ai docenti il compito di:
- Accogliere, cogliere, suscitare le domande degli alunni (motivazioni);
- Non dare risposte, ma aiutare a predisporre situazioni di scoperta, invenzione, costruzione delle risposte (ambienti di apprendimento);
- Convalidare, consolidare, formalizzare le risposte (sintesi magistrale).
Non bastano la cattedra, la lavagna, i banchi allineati.
Occorre la scuola dei laboratori di apprendimento.
È questa la SCUOLA BUONA!
PER CHI VOLESSE APPROFONDIRE:
INSEGNARE ED APPRENDERE di Umberto Tenuta
http://www.rivistadidattica.com/metodologia/metodologie_46.htm
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