PREMIARNE UNO PER EDUCARNE 800 MILA

PREMIARNE UNO PER EDUCARNE 800 MILA

La coppa del nonno, famoso gelato, è entrata nel gergo sportivo, specialmente calcistico, ad indicare la vittoria in un trofeo di poco valore. Questo abbiamo pensato alla notizia che il primo teacher prize italiano (ed europeo) della storia inizia ufficialmente il suo cammino. La ministra annuncia in pompa magna, nella presentazione al liceo classico Visconti di Roma, che da luglio sarà aperta la piattaforma dove candidare la professoressa o il professore, la maestra o il maestro più bravi d’Italia. Genitori presidi e colleghi sono chiamati a partecipare all’iniziativa emblematica del nuovo corso meritocratico della scuola nazionale. Tre mesi per candidarsi o candidare, poi il televoto, le raccolte punti della conad e della coop, l’ordalia, la prova invalsi e infine la gran finale il 6 gennaio. Per chi vincerà – oltre allo scudetto e alla coppa di insegnante più bravo o brava della nazione – ci saranno 50mila euro, da portarsi dietro come gruzzoletto personale “anche se ci si dovesse trasferire”, precisa la Ministra. Così l’insegnante più brav* d’Italia potrà dare corso al suo talento e trasmettere ai suoi fortunati allievi il nettare della cultura.

Dai nostri informatori, a diretto contatto con le giurie popolari (altrimenti dette Comitati di valutazione) siamo riusciti a conoscere in anticipo alcuni elementi che non potranno mancare nel profilo del re o della regina dei docenti. Ve li anticipiamo in esclusiva, sapendo di rischiare molto, ma proprio non ce la sentiamo di non dire la nostra in questo momento cruciale di svolta della storia patria dell’educazione. Ecco l’identikit:

1) profondo sentimento di armonia con colleghi, dirigente, studenti e genitori

2) incapacità di percepire anche solo lessicalmente il conflitto (con reazioni allergiche palpabili se esposti a termini come “contrastivo”, “rivendicazione”, “salario”, …)

3) Un profondo senso della gerarchia combinato con la consapevolezza di ricoprire un ruolo subordinato ed esecutivo.

4) Un realistico senso dell’obbedienza ai superiori (versus: orgoglio di poter comandare gli inferiori)

5) Buona capacità di public relations con studenti e genitori

6) Non è sottovalutata la disponibilità a fare ore aggiuntive, meglio se non pagate, per coprire supplenze

7) Buona salute (che permetta di non fare assenze, gravando in tal modo sia sui bilanci dello Stato sia sulla propria immagine pubblica)

 

La genialità del ministro Giannini questa volta ha superato il livello di guardia. Con questa riproposizione in chiave postmoderna delle vecchie segnalazioni e premiazioni dei docenti meritevoli lancia sui mass media la versione fumettistica del docente meritevole. Con soli 50mila euro si assicura uno spot di sei mesi sul suo progetto di innestare la concorrenza nel corpo vivo della scuola italiana. Dopo il taglio degli scatti di anzianità degli stipendi e le briciole dei premi, ora anche il grande concorso per mister o miss teacher. Retribuire decentemente chi insegna costerebbe troppo. Meglio uno spot.