Ora mi boccio

ORA MI BOCCIO di Umberto Tenuta

CANTO 674 ORA MI BOCCIO

LO DICE A SÉ IL DOCENTE QUANDO PRENDE ATTO DI ESSERE VENUTO MENO AL SUO COMPITO DI GARANTIRE IL SUCCESSO FORMATIVO A TUTTI I SUOI ALUNNI.

 

Ce ne sono di docenti che a fine anno prendono atto di essere venuti meno al loro compito di garantire il SUCCESSO FORMATIVO a tutti i loro alunni.

Sono tanti, tanti, tanti.

Persone oneste che sentono il rimorso di avere rubato un anno di vita ad alcuni dei loro alunni.

Ostetriche oneste che hanno sbagliato manovre.

Dottori onesti che hanno sbagliato terapia.

Ed hanno l’onestà, il coraggio, la forza di riconoscerlo.

Errare humanum est!

Tuttavia, solo i Grandi riconoscono di avere sbagliato.

Gli altri, i meschinelli, non riconoscono mai di avere sbagliato.

Anzi fanno di peggio.

Scaricano sugli altri.

Scaricano sugli alunni che sono svogliati, come se non fosse loro compito invogliarli, innamorarli, entusiasmarli!

Scaricano sui genitori, come se non fosse compito della scuola promuovere la cooperazione Scuola-Famiglia!

Scaricano sui colleghi che non hanno collaborato, come se non fosse compito di ogni docente cercare e creare la cooperazione coi colleghi tutti della scuola!

Scaricano…

Scaricano, ma non si fanno carico!

Non si fanno carico ­-come di dovere­- di personalizzare i loro interventi educativi, sulla base della conoscenza dei livelli, dei ritmi e degli stili di apprendimento dei singoli alunni.

No!

Essi fanno lezioni!

Le preparano accuratamente, con gli opportuni ausili, anche digitali.

E le svolgono a viva voce, anche utilizzando le LIM, mentre gli alunni se ne stanno seduti nelle file dei banchi allineati, in religioso silenzio.

Lezioni uguali per tutti gli alunni, anzi per la scolaresca, per la classe.

Lezioni da consolidare sul libro di testo, a casa, in attesa delle relative interrogazioni.

Solo una sparuta minoranza di docenti fa ricorso al Problem solving, al Cooperative learning, all’utilizzo dei laboratori spesso attrezzati a loro cura e a loro carico.

Sono questi i docenti che a fine anno si interrogano, si tormentano, si domandano in che cosa essi, e non i loro alunni, non sono stati bravi per consentire a Marco, a Giulietta, a Rosina di capire, di apprendere, di imparare.

Sono essi i docenti che non bocciano, ma si bocciano.

Sono essi i docenti meritevoli!

Essi non sono docenti.

Essi non sono insegnanti.

Essi non sono professori.

Essi sono Maestri!

A Voi il mio Grazie, il Grazie dei vostri alunni, il Grazie dei genitori di ogni singolo alunno che avete promosso, il Grazie della Repubblica Italiana.

 

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