Giannini, alla scuola darei un sette…

da tuttoscuola.com

Giannini, alla scuola darei un sette…
Nell’intervista a Giovanni Minoli su Radio 24 il ministro assolve lo smartphone e parla delle assunzioni e delle scuole aperte, “un’alternativa alla strada”

A quest’anno scolastico se dovessi dare un voto ”darei un 7, è andata bene, si può migliorare”. Così il ministro dell’istruzione e dell’università Stefania Giannini, ospite a ”MIX24” di Giovanni Minoli su Radio 24. E alla domanda se è andata meglio ai professori o agli studenti Giannini conclude: “E’ andata meglio per la scuola, che è fatta di insegnanti e di studenti”.

Altri temi toccati sono l’uso in classe dello smartphone e le assunzioni: “Sono favorevole al telefonino a scuola solo come strumento di lavoro. C’è un piano Nazionale della scuola digitale che fa anche di questi strumenti una parte della didattica, perciò il professore sa come farlo usare agli studenti”. E sulle 86mila assunzioni “decise nei mesi scorsi“, come suggerisce Minoli, Giannini precisa: “No! Fatte, non decise. A volte tra il decidere e il fare c’è un mare“. E al commento di Minoli che è meglio dire quello che è stato fatto, il ministro conclude: “Appunto“.

Sul progetto ‘Scuola al centro’, che prevede l’apertura di alcune scuole  medie e superiori anche d’estate a Roma, Napoli, Milano e Palermo, il ministro ha detteo che “Cercheremo di tenerle aperte laddove tenerle aperte rappresenta un’alternativa alla strada”. “A scuola i ragazzi avranno la possibilità di fare sport e di avere attività che normalmente solo alcuni possono fare. Non ci sarà Virgilio nè il ripasso di matematica. Ci saranno educatori ad accoglierli, preparatori sportivi, persone selezionate attraverso i movimenti e le associazioni che lavorano sul territorio”.

Selezionati dove?, domanda Minoli, e il Ministro spiega: “Movimenti, associazioni, che già sono presenti sul territorio e che ci chiedono di aprire le scuole“. Quindi pagati poco diciamo? Incalza Minoli e il Ministro Giannini risponde: “No, pagati quello che serve per fare un’operazione, che non è un’operazione dall’alto, ma un’esigenza dal basso“.