IL DIVIETO DI USARE IL CELLULARE IN CLASSE DEVE ESSERE MANTENUTO

LANCIATA UNA PETIZIONE AL MINISTRO GIANNINI: IL DIVIETO DI USARE IL CELLULARE IN CLASSE DEVE ESSERE MANTENUTO

 

Nei giorni scorsi il sottosegretario Davide Faraone, già noto per aver elogiato le occupazioni studentesche, ha annunciato la prossima abrogazione del divieto di usare il cellulare in classe, introdotto a suo tempo dal ministro Fioroni. Impedire l’uso degli smartphone sarebbe “luddismo”; meglio insegnare ai ragazzi un loro “uso consapevole”. Quello di cui non sembra consapevole Faraone è che così se ne renderà ancora più facile l’uso improprio: copiare, giocherellare, schernire compagni o insegnanti, tutte cose di cui si lamentano continui esempi. Per non parlare della vera e propria dipendenza da questi apparecchi che affligge ormai molti ragazzi. Sospenderne l’uso almeno a scuola sembrerebbe puro buonsenso. Abbiamo quindi pensato di dare la possibilità agli insegnanti di rivolgersi in proposito al Ministro Giannini, che dovrebbe avere l’ultima parola su questa decisione.

Ecco il testo della petizione lanciata sulla piattaforma “Change.org”:

 

AL MINISTRO GIANNINI: NO AL CELLULARE IN CLASSE

 

Gentile Ministro,

nei giorni scorsi il sottosegretario Faraone ha annunciato che sarà abolito il divieto di usare il cellulare il classe, una misura del ministro Fioroni, che giustamente si preoccupava di evitare motivi di distrazione e di disturbo. Un divieto che oggi è più che mai attuale data la diffusione tra i ragazzi degli smartphone, tanto più attraenti dei cellulari di allora. Tutti abbiamo avuto modo di constatare quanto essi possano monopolizzare la loro attenzione; e non c’è alcuna seria motivazione didattica o educativa per un cambio di rotta che costituirebbe un forte incentivo alla distrazione e all’uso improprio di questi strumenti (copiare, giocare, praticare il bullismo via internet, schernire un docente). D’altra parte, per l’uso didattico dell’informatica, è bene usare strumenti assai più indicati come i tablet e le Lim.

Riteniamo quindi indispensabile che il vigente divieto venga mantenuto (e rispettato) nell’interesse degli stessi studenti e del lavoro degli insegnanti.

 

La petizione si trova a questo indirizzo: http://chn.ge/1ZOnQfp

 

Per il Gruppo di Firenze,

Giorgio Ragazzini