Docenti, la chiamata è anonima

da ItaliaOggi

Docenti, la chiamata è anonima

Domani l’ultimo vertice per trovare l’intesa Miur-sindacati. Il prossimo anno si ricomincia. Tra i criteri di selezione non c’è il colloquio previsto dalla legge

Alessandra Ricciardi

La Buona scuola prevedeva la possibilità per i dirigenti scolastici di ricorrere anche a un colloquio per selezionare l’insegnante migliore a ricoprire la cattedra vacante nella propria scuola. Quasi un anno dopo (la legge 107 è stata promulgata il 13 luglio 2015), alla vigilia dell’intesa tra ministero dell’istruzione e sindacati per declinare i criteri attuativi della chiamata diretta, il colloquio non c’è più.

Non citato nella bozza di articolato che i tecnici del dicastero di viale Trastevere stanno predisponendo in vista dell’incontro che si terrà domani con i sindacati, l’ultimo vertice che dovrà decidere se c’è l’intesa o meno. In quest’ultimo caso, ipotesi ritenuta comunque improbabile, ogni dirigente potrebbe applicare la chiamata diretta con propri criteri e priorità, attenendosi esclusivamente alla legge.

Con la sequenza contrattuale invece farà testo la procedura delineata al tavolo di confronto in merito alla valutazione dei titoli, procedura che tende a rendere quanto meno discrezionale possibile la scelta dell’insegnante. Tanto da non parlare neanche della possibilità di svolgere un colloquio con i candidati. Un tema, quello del colloquio, che renderebbe irricevibile per i sindacati qualsiasi proposta. Espunto il colloquio, questo però, fanno notare da viale Trastevere, resta vivo e vegeto visto che è disciplinato dalla legge, a cui il contratto non può derogare. Insomma, il colloquio è sempre possibile ma affidato alla scelta del dirigente che dovrebbe decidere anche in quale fase della procedura definita contrattualmente inserirlo. Più che un’opportunità di selezione, una grana burocratica, e probabilmente anche giudiziaria vista la possibilità di ricorsi insita in tale scenario

La procedura tratteggiata dalle parti a viale Trastevere prevede che entro fine agosto la scuola pubblichi un avviso per la copertura di x numero di cattedre, avviso che indicherà anche i requisiti di selezione. Questi servono a chiamare le candidatura dei docenti utili in base al profilo dell’istituto scolastico.

Il preside analizza i curricula pervenuti in base ai requisiti professionali e la loro corrispondenza a quelli indicati nel bando. Gli indicatori sono riferiti a tre macro-aree: competenze digitali, lingue straniere, disabilità e bisogni educativi speciali. Sulla base del numero dei requisiti/indicatori posseduti si stila una graduatoria dei candidati. A parità di posizionamento, prevale il punteggio che il candidato ha in termini di mobilità. Difficile inserire in questo iter il colloquio.

Il docente non chiamato dal dirigente sarà assegnato dalla direzione scolastica regionale a un istituto in base al punteggio utile per la mobilità. L’incarico proposto dal preside potrà essere rifiutato dal candidato solo se questi ha ottenuto proposta da altra scuola.

La sequenza in discussione avrà validità di un anno, nel 2017 andrà fatto un nuovo accordo, con gli eventuali correttivi del caso.

C’è ancora uno scoglio da superare nelle trattative che vanno avanti in queste ore, e riguarda la gradazione dei requisiti: il dicastero guidato da Stefania Giannini tiene il punto perché sia lasciata al dirigente la discrezionalità sulle priorità da assegnare ai requisiti, convinto che questo serva a rintracciare il profilo migliore rispetto a quello richiesto. Sarebbe uno dei pochi elementi di discrezionalità che resterebbe al preside rispetto alla vecchia chiamata diretta annunciata, agli albori della Buona scuola, dal premier Matteo Renzi.