La pietra tombale della Buona Scuola

LA PIETRA TOMBALE DELLA BUONA SCUOLA

di Alessandro Basso

Durante la scorsa notte si è concluso l’accordo tra governo e sindacati sulla spinosa questione della chiamata diretta da parte dei presidi. Si tratta del vero nodo politico che ha caratterizzato la breve stagione della buona scuola. Dico breve, perché con questo accordo per il quale sottosegretario Faraone è  così entusiasta, pone una pietra tombale definitiva su una legge che era tanto piaciuta anche a chi scrive,  per i principi fondamentali che riusciva finalmente a portare all’interno della scuola.

Siamo a registrare ancora una volta un fallimento, il fallimento di un’occasione quasi unica per poter innovare la scuola. Da dirigente scolastico non mi riferisco squisitamente alla questione della chiamata diretta, ma all’insieme di norme secondarie e prassi amministrative che si sono susseguite durante quest’anno scolastico,  che hanno nel vero senso della parola paralizzato le nostre scuole. I sindacati hanno avuto ancora una volta la meglio e noi ci troveremo a gestire una nuova procedura farraginosa per giustificare le scelte compiute, per nascondere sotto mentite spoglie il gran ritorno al passato.

Il quesito sorge spontaneo: ” non potevano lasciarci le graduatorie?”. Il lettore più avvezzo e più esperto di prassi amministrative ha già compreso che  la nuova procedura non ha nulla di compatibile con la chiamata diretta in quanto, dati alcuni indicatori, si dovrà unicamente verificare se il personale docente possiede o meno alcuni titoli di studio e creare una sub graduatoria sulla base della quale assegnare incarichi.

Questi indicatori pare siano legati ai Bes e alle competenze digitali. Sfido una qualsiasi delle 8000 scuole italiane a non avere tra le priorità del piano triennale dell’offerta formativa i Bes.

Geniale,poi, la trovata  di assegnare gli incarichi, in caso di parità,  sulla base del punteggio della mobilità.

Peccato,  si è persa una grande occasione,  la scuola è stata sottoposta a mesi di contrapposizione e di procedure amministrative insostenibili per poi non portare a casa nessun risultato. Gli studenti e le famiglie non sono certo una priorità.

Un’altra volta,  la compagine sindacale è riuscita ad avere la meglio e non per il bene della scuola.

L’unica consolazione che ci resta è  che la buona scuola la fanno i buoni docenti e il buon personale e questo nessuno ce lo può togliere.