Più facile l’accesso a internet anche per i ragazzi meno abbienti

da Il Sole 24 Ore

Più facile l’accesso a internet anche per i ragazzi meno abbienti

di Lorenza F. Pellegrini

In Italia anche gli studenti che non hanno alle spalle una famiglia facoltosa possono facilmente navigare su internet, ma utilizzano questa risorsa in maniera leggermente diversa rispetto ai loro coetanei più ricchi: il divertimento (chat e videogiochi) ha la meglio sull’informazione (notizie e email). Questa divergenza è comune ad altri Stati, come evidenzia l’approfondimento Pisa-Ocse sul digital divide, analizzato in relazione al divario economico che caratterizza la popolazione giovanile residente, nei diversi Paesi presi in esame.

Accesso a Internet da casa
Secondo lo studio, negli ultimi anni sono stati fatti molti progressi nel dare a tutti gli studenti l’opportunità di utilizzare la Rete, indipendentemente dalla ricchezza e dall’occupazione dei loro genitori. Lo confermano i dati Ocse: nel 2012, in media, la quantità di tempo trascorso online dai ragazzi appartenenti a gruppi socio-economici diversi è stata più o meno la stessa.
Guardati più nel dettaglio, i dati però svelano notevoli diversità tra le popolazioni osservate. In Svezia, Norvegia, Finlandia, Islanda, Danimarca, Svizzera, così come nei Paesi Bassi e a Hong Kong-Cina, meno del 2% degli studenti più poveri non può accedere a internet da casa (dati Ocse 2012). In Italia questo valore è del 7%, mentre la disparità di accesso alla Rete tra gruppi socio-economici diversi supera di poco il 6% (come in Australia). Dato in parte incoraggiante considerando che la media Ocse è del 13,40%. Tra gli Stati che hanno ottenuto percentuali migliori rispetto a quella italiana figurano Regno Unito, Germania, Francia, Belgio, Canada, mentre un divario più significativo ma sempre nella media Ocse si riscontra in paesi come Portogallo (11,54) e Spagna (13,78).
In fondo alla classifica si trovano quei Paesi in cui persistono grandi disparità nelle possibilità di accesso a risorse ICT, un gap che spesso cerca di essere colmato dalle strutture scolastiche. In alcuni casi, la scuola è addirittura l’unica chiave d’accesso a internet per quei ragazzi che provengono da famiglie che versano in serie difficoltà economiche. Questo riguarda il 50% degli studenti più svantaggiati in Turchia, il 45% in Messico, il 40% in Giordania e il 38% in Cile e Costa Rica.

Online nel weekend
Lo studio Ocse-Pisa si concentra anche sull’accesso a internet durante il weekend. In 21 delle 42 economie esaminate, gli studenti provenienti da famiglie povere sono stati quelli che hanno trascorso più tempo online. In Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Hong Kong-Cina, Islanda, Corea, Norvegia, Shanghai-Cina, Svezia, Svizzera e Taipei, almeno 15 minuti al giorno in più rispetto ai loro coetanei “avvantaggiati”. Anche in Italia durante il weekend gli studenti svantaggiati navigano in Rete più degli altri (10 minuti), mentre in Paesi come Messico, Costa Rica e Cile accade il contrario. Non ci sono differenze rilevanti dal punto di vista statistico in Stati come ad esempio Ungheria, Slovenia e Croazia.
Mettendo da parte le diversità tra classi sociali e concentrandosi solo sul dato generale dei singoli Paesi, emergono altre caratteristiche interessanti: mentre in Norvegia uno studente può raggiungere in media 180 minuti al giorno davanti a un computer, in Italia resta online solo per 110 (10 in meno rispetto alla media Ocse).

Parità di accesso a Internet e pari opportunità
Anche se la disparità nelle possibilità di accesso a internet è stata ridotta in molti Stati, lo status socio-economico di appartenenza continua a influire sull’uso che se ne fa. Gli studenti avvantaggiati solitamente usano la Rete più per informarsi, mentre i loro coetanei svantaggiati tendono a utilizzare Internet per chattare o giocare ai videogiochi. La diversa modalità di utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione rientra nel digital divide, che, come si legge nell’approfondimento Pisa-Ocse, rappresenta una “minaccia alla coesione sociale e nazionale”. Chi resta indietro e non sfrutta al meglio le opportunità offerte dalle nuove tecnologie rischia di non essere in grado di migliorare le proprie prospettive di vita dal punto di vista della carriera lavorativa e della partecipazione sociale. Questo rischio è meno presente in Italia, sopra la media Ocse per numero di studenti svantaggiati che si informano attraverso la Rete. Sul podio ci sono Finlandia, Islanda ed Estonia, mentre in fondo alla classifica si posizionano Giordania, Messico e Costa Rica.