Scuola, arrivano le cattedre definitive: esodo di prof dal Sud al Nord

da la Repubblica

Scuola, arrivano le cattedre definitive: esodo di prof dal Sud al Nord

La mobilità nazionale costringerà moltissimi degli assunti nel 2015 con la Buona scuola a trasferirsi a centinaia di chilometri di distanza. Delusione e malcontento sui social, proteste nelle sedi sindacali da parte di maestri convinti di errori grossolani

Salvo Intravaia

A 60 anni compiuti le toccherà fare armi e bagagli per trasferirsi, dal profondo Sud, a Como. Anzi in provincia di Como. Maria Pia Labita, precaria da 25 anni alla primaria, è una delle tantissime assunte dalla Buona scuola lo scorso anno. E dopo 12 mesi di servizio “provvisorio” a Palermo, a settembre dovrà trasferirsi in uno dei paesini della provincia lariana, a mille e 600 chilometri di distanza dalla città dove pensava di andare in pensione. Ma come Maria Pia, ieri, tantissimi assunti nel 2015 sono scoppiati in lacrime alla vista della e-mail inviata dal cervellone ministeriale con la sede definitiva per il prossimo anno scolastico. Quasi tutte donne. I social sono stati presi letteralmente d’assalto per dare sfogo alla delusione e protestare contro un meccanismo definito “ingiusto”: la mobilità nazionale. E le sedi sindacali sono state prese di mira da maestri convinti che nei trasferimenti ci fossero “errori” grossolani e che non si dovesse perdere tempo a presentare ricorso.

Anche Anna N., che risiede in Calabria, è disperata. “Ho scelto 100 province, mi assegnano una non chiesta”, scrive su facebook. “Un incubo.. davvero sta succedendo tutto questo? Davvero io devo andare in Lombardia?? Ma perché?? Oggi mi sento malissimo…Voglio lavorare, sì, ma andare via così lontano dopo aver già fatto un anno a Imola, davvero non lo avevo considerato, mi sento morire”. Anche Maria C.S. non si dà pace: “Dopo un anno a Reggio Emilia, anziché avvicinarmi a Napoli, mi mandano a Milano”, scrive sul suo profilo. Quante Anna e Maria Pia ieri sono state spedite dal Sud nelle regioni padane? E quante allontanate ancora dalla famiglia e dai figli? I numeri sono top secret. Ma andiamo con ordine. Ieri, dopo tre giorni di ritardo, il Miur riesce a pubblicare i risultati dei trasferimenti delle fasi B, C e D. Quest’anno, per effetto della legge 107, i trasferimenti si sono svolti in quattro fasi e non più in unica soluzione per singolo grado di scuola.

Novità che ha costretto il cervellone ministeriale a fare gli straordinari e a procedere con “andamento lento”. Anzi, lentissimo. La prima fase dei trasferimenti è stata portata a termine nelle scorse settimane senza intoppi: riguardava i docenti che chiedevano di essere trasferiti all’interno della propria provincia. Le altre tre fasi, invece, riguardano – perché ad agosto saranno pubblicati i trasferimenti della media e del superiore – coloro che chiedevano di essere trasferiti in un’altra provincia, compresi i circa 16mila assunti di scuola elementare e i tanti che dopo anni di servizio al Nord intendevano avvicinarsi a casa. Alla fine, i singoli interessati hanno ricevuto la comunicazione dell’ambito territoriale di destinazione. Ma il ministero non ha pubblicato l’intero file con i trasferimenti della primaria. Solo verso metà mattinata, ieri, iniziano a circolare elenchi messi in linea dai sindacati. E scoppia il caos.

Perché in questi elenchi non si fa distinzione tra trasferiti, assunti dalle graduatorie ad esaurimento, e trasferiti, ma assunti dalle graduatorie dell’ultimo concorso. Una differenza fondamentale, giacché la Buona scuola ai secondi dà la possibilità di essere trasferiti nella stessa regione dove si è svolto il concorso e con precedenza assoluta sui precari storici. Si spiega in questo modo come mai insegnanti con punteggi risicati superano nei trasferimenti docenti con punteggi molto più alti. Sono questi gli errori che paventano in parecchi e che ieri pomeriggio i sindacalisti hanno dovuto spiegare agli interessati ancora storditi dalla notizia del trasferimento a centinaia di chilometri da casa. Oltre 20mila dei 25.752 docenti della primaria trasferiti ieri mattina sono nati al Sud. Diecimila dei quali il prossimo anno dovranno prendere servizio al Nord.

A meno che non risecano ad afferrare il salvagente lanciato da viale Trastevere per limitare i danni: le assegnazioni provvisorie e le utilizzazioni, movimenti del personale che danno la possibilità ai docenti di insegnare per un anno in un’altra regione. Ma non tutti potranno essere accontentati, perché le assegnazioni provvisorie dipenderanno dai posti vacanti. Intanto, i maestri che ieri hanno conosciuto la propria destinazione, in fretta e furia, dovranno presentare il loro curriculum ad uno o più presidi dell’ambito in cui sono stati trasferiti per partecipare alla “chiamata diretta”.

Ma dovranno fare in fretta perché per la scuola elementare e materna questa operazione si dovrà concludere entro il 4 agosto. Sarà compito dei dirigenti scolastici, entro il 18 agosto, proporre gli incarichi ai docenti che ritengono più adatti alla propria scuola.