Alunni disabili, il Miur pensa a una “nuova” inclusione

Alunni disabili, il Miur pensa a una “nuova” inclusione: ecco la bozza

In sede di Osservatorio per l’inclusione, il sottosegretario Faraone ha condiviso la prima bozza dei contenenti della delega che gli è stata assegnata dalla legge 107/2015. Insegnante di sostegno non “a vita”, ma formazione iniziale comune e poi specializzazione. Procedure semplificate, con punto unico di accesso per le famiglie
Sostegno e inclusione scolastica verso la riforma: la delega per realizzarla è stata assegnata dalla Buona Scuola al governo. E il ministero dell’Istruzione, insieme alle associazioni e ai componenti dell’Osservatorio per l’inclusione degli alunni disabili, si è messo al lavoro. Ha tempo fino al 17 febbraio prossimo, ma punta a terminare il lavoro anche prima. Tanto che, nei giorni scorsi, ha presentato all’Osservatorio una prima bozza dei contenuti della delega relativa alla “promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità”. Contenuti che prendono spunto, in buona parte, dalla proposta di riforma elaborata da Fish, la quale definisce alcuni passaggi e obiettivi per la realizzazione di una migliore inclusione scolastica.
Semplificazione e punto unico di accesso. Tra i punti fondamentali, affrontati ed emersi in sede di condivisione della bozza, c’è la semplificazione dell’iter di certificazione e attestazione delle disabilità, anche tramite la creazione di una commissione nazionale unica, al fine di superare le disomogeneità attualmente esistenti tra i diversi territori. Si pensa inoltre a un punto unico di acceso per la disabilità, luogo di progettualità condivisa, per evitare che il sostegno si limiti alle ore scolastiche e garantire così una copertura a più ampio raggio.
Formazione degli insegnanti. Tema fondamentale, evidenziato con forza dalle associazioni e nella stessa proposta della Fish, è poi la formazione degli insegnanti: è questo uno dei punti più discussi e dibattuti, che divide insegnanti e studiosi tra cui vorrebbe, fin da subito, una formazione specialistica e una carriera “separata” per il sostegno, e chi teme invece che questo possa incrementare il meccanismo di “delega” al sostegno, che non va verso l’inclusione. Il Miur sta, a quanto pare, orientandosi verso la definizione di un percorso formativo inizialmente comune e che solo in un secondo tempo “specializzi” gli aspiranti insegnanti di sostegno sui temi dell’inclusione e le singole disabilità, lasciando aperta però la possibilità di tornare alla cattedra curricolare. Ed evitando così di condannare l’insegnante di sostegno a restare tale per tutta la vita, come qualcuno paventa.
Continuità. Il Miur vuole inoltre garantire, come chiesto e auspicato dalle associazioni, più continuità e semplicità nei percorsi, “sburocratizzando” l’iter per la richiesta del sostegno tramite, appunto, un punto unico di accesso a cui le famiglie debbano rivolgersi per tutte le pratiche istituzionali. Secondo quanto riferito dal Miur, le reazioni da parte delle associazioni, di fronte alla presentazione di questa prima bozza, sono state di “grande collaborazione”. Ora non resta che aspettare i passi successivi che saranno compiuti verso la trasformazione del sostegno e dell’inclusione scolastica. (cl) (fonte: http://superabile.it/)