Piano triennale Università

Pubblicato il Decreto Ministeriale 8 agosto 2016, n. 635, recante le linee generali d’indirizzo della programmazione delle Università per il triennio 2016-2018 e gli indicatori per la valutazione periodica dei risultati.


Più internazionalizzazione e investimento sui giovani

Via libera al nuovo Piano triennale delle Università

Giannini: “Con nuove regole sistema più competitivo,maggiore attenzione a giovani e Sud”

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini ha firmato il nuovo Piano triennale di sviluppo del sistema universitario 2016/2018. Gli atenei avranno d’ora in poi maggiore autonomia nella costruzione dei percorsi di laurea, per programmare la didattica in modo innovativo e flessibile e avvicinare di più l’offerta formativa alle esigenze degli studenti. Saranno incentivate una maggiore internazionalizzazione dei corsi, l’assunzione di giovani ricercatori e la chiamata diretta di vincitori di programmi ERC (European Research Council). Cambio di passo anche nella distribuzione dei fondi premiali: dal 2017 il 20% delle risorse sarà attribuito sulla base di parametri indicati dalle stesse università all’interno di un paniere proposto dal Ministero.
“La nuova Programmazione triennale valorizza l’autonomia responsabile degli atenei e punta a rendere il nostro sistema universitario più innovativo e competitivo. Si andrà verso una maggiore specializzazione degli atenei che sceglieranno su cosa puntare: al Paese non servono università tutte uguali. Ci saranno regole più flessibili nella costruzione dei percorsi di laurea, per renderli più vicini al mondo del lavoro. Coinvolgeremo gli atenei nella nuova modalità di distribuzione delle risorse premiali, che terrà maggiormente conto anche delle specificità del Sud”, sottolinea il Ministro Stefania Giannini.
Il decreto sulla Programmazione triennale è disponibile sul sito del Miur. Firmato anche il decreto sui punti organico che indica a ciascun ateneo la propria facoltà assunzionale, con copertura nazionale del turnover al 60% rispetto al 50% di un anno fa e garanzia a tutte le università di una quota fissa minima pari al 30% del loro turnover. La quota variabile è invece ripartita in funzione di indicatori di bilancio.

Il Piano triennale, valorizzata l’autonomia

Il decreto contiene gli obiettivi di sistema attorno ai quali gli atenei adotteranno il loro piano strategico di sviluppo. Quattro le priorità individuate a livello nazionale:

  • il miglioramento di azioni come l’orientamento in ingresso e in itinere degli studenti e l’internazionalizzazione dell’offerta formativa;
  • la modernizzazione degli ambienti di studio e ricerca e l’innovazione delle metodologie didattiche;
  • la valorizzazione dei docenti e il reclutamento di giovani ricercatori;
  • la valorizzazione dell’autonomia responsabile degli atenei.

Fra le novità più rilevanti per il sistema universitario, la combinazione tra specializzazione dell’ateneo e quota premiale del Fondo Ordinario. Ciascuna università, per la prima volta, potrà farsi valutare in relazione alla propria strategia di sviluppo: a partire dal 2017 il 20% della quota premiale dell’Fondo di Finanziamento (FFO) verrà ripartita sulla base di indicatori individuati dalle stesse università, da scegliere in un paniere proposto dal Ministero che include indicatori per la ricerca, la didattica e l’internazionalizzazione. A ciascun ateneo sarà richiesto, entro la fine del 2016, di identificare i propri indicatori. Le università saranno poi misurate, con cadenza annuale, sia sui risultati acquisiti in ciascun ambito strategico, sia sui miglioramenti ottenuti. Il nuovo processo terrà conto delle diverse situazioni di contesto territoriale in cui si collocano gli atenei: alle percentuali di miglioramento ottenute sarà applicato un fattore additivo pari al 10% per le università del Centro e del 20% per le università del Sud e delle Isole.

Per rafforzare la dimensione internazionale dell’offerta formativa, l’occupabilità e la sperimentazione didattica, si lascia maggiore libertà agli atenei (con l’eccezione dei corsi a numero programmato nazionale) nella costruzione dei percorsi di laurea. Viene poi assegnata alle università una maggiore autonomia nella chiamata diretta di studiosi vincitori di programmi ERC (European Research Council), sia come professori che come ricercatori.
Assunzioni 2016, in aumento i punti organico

Il decreto firmato dal Ministro distribuisce tra le Università il ‘budget’ nazionale di punti organico per assumere professori e ricercatori: il turnover nazionale passa dal 50% al 60%. La facoltà assunzionale prevista dal decreto punti organico, pubblicato oggi, si aggiunge al Piano straordinario per il reclutamento di ricercatori di tipo b) dello scorso febbraio (861 posti da ricercatore) e al Piano straordinario per professori ordinari di aprile. A questi due interventi si somma l’incentivazione per l’assunzione dei ricercatori prevista nel nuovo Piano triennale. Grazie alla legge di stabilità 2016 è stato disposto, infine, lo sblocco totale del turnover per le assunzioni dei ricercatori più giovani (tipo A) che per le università virtuose non peseranno sul budget dei punti organico.