Mobilità, punteggi sbagliati

print

da ItaliaOggi

Mobilità, punteggi sbagliati

Il caso dei 50 prof con 750-350 punti. Sindacati: errori a catena. Miur: l’algoritmo non c’entra

Alessandra Ricciardi

Che errori ci siano stati, lo ammette lo stesso ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, che li ha definiti «inevitabili imperfezioni del sistema». Ma il punto è quanti siano. E sorpattutto chi ha sbagliato. Uno dei casi più eclatanti della mobilità di quest’anno, che vede in campo 100 mila docenti e molte proteste di piazza, soprattutto dalle città del Sud da cui ci saranno i maggiori trasferimenti al Nord, è quello dei primi 50 insegnanti in testa alla lista: vantano punteggi che vanno dai 750 ai 350. Tra valutazione per il servizio, 6 punti per ogni anno di ruolo e la metà per il preruolo, e per i titoli (fino a dieci punti), è praticamente impossibile averli, ragiona la Uil scuola che ha sollevato il caso al tavolo di confronto con il dicastero di viale Trastevere.

Troppe anomalie nell’assegnazione delle sedi, di cui i sindacati incolpano il famigerato algoritmo del sistema informatico del Miur. Per il ministero dell’istruzione, invece, l’algoritmo non c’entra, «ha tradotto in formule informatiche regole accettate dagli stessi sindacati con il contratto», replicava ieri a Rainews24 la Giannini. Al massimo, spiegano dal Miur, ci saranno errori nella compilazione delle domande. Ma se i sindacati chiedono di annullare tutto e rifare le operazioni, «perché ogni errore se ne trascina dietro centinaia«, spiega Pino Turi, segretario della Uil scuola, il ministero tira dritto. Sperando che il margine di errore non superi il 5% nazionale, con punte del 10% nei casi più complessi. Inutile dirlo, fermare la mobilità significherebbe, oltre che ammettere un pesante errore, rischiare di gettare nel caos l’avvio regolare dell’anno scolastico.

Un dato che trapela parla per lo scorso anno di circa 2 mila istanze di mobilità che sono state corrette a mano. Se pure dovessero essere il doppio quest’anno, si tratterebbe di una situazione gestibile su scala nazionale. L’indicazione che è stata data agli uffici scolastici regionali è quella di controllare tutti i casi segnalati e di andare poi a conciliazione quando necessario. «Esiste una procedura di conciliazione, è una normalità», ha detto il ministro, «fa parte del mondo della scuola per tutti quei casi in cui c’è una controversia. Sarà questo il modo in cui gli uffici scolastici regionali, in costante contatto con noi, affronteranno e stanno affrontando i casi segnalati…La mobilità – ha aggiunto Giannini – è un fenomeno normale, di questi tempi, nel mondo della scuola. La differenza di quest’anno è che è un piano di mobilità straordinario. L’anno scorso abbiamo approvato la legge 107 che ha immesso in ruolo 90 mila insegnanti. Di questi una piccola parte è soggetta a uno spostamento» previsto dalla stessa Buona Scuola. E pare che non sia servito a ripristinare il sereno la pubblicazione, distinta per fasi, dei trasferimenti. «Gli errori sono gravi, il disagio dei professori non è giustificato perché non sorretto da motivazioni logiche», controbatte Mimmo Pantaleo, segretario Flc-Cgil. I sindacati alzano il tiro e scrivono al premier Matteo Renzi, perché blocchi le operazioni e ponga rimedio. «Non sono capricci, la situazione che abbiamo di fronte è insostenibile ed esige interventi immediati, efficaci e risolutivi», aggiunge Lena Gissi, segretario Cisl scuola. Che però tutto si blocchi sono in pochi a crederlo possibile. Significherebbe compromettere anche la chiamata diretta, che agli esiti dei trasferimenti è legata a doppio filo.