Scuola, Miur accoglie ricorsi per il 15 per cento dei trasferimenti. Sindacati: operazioni da rifare

da Repubblica.it

Scuola, Miur accoglie ricorsi per il 15 per cento dei trasferimenti. Sindacati: operazioni da rifare

Secondo un documento consegnato dal ministero ai rappresentanti dei lavoratori, sono oltre 2.600 gli errori ammessi per la primaria su un totale di 17.500 movimenti. Avvio dell’anno a rischio caos

di SALVO INTRAVAIA

MIGLIAIA di errori sui trasferimenti della scuola primaria. E dai sindacati arriva la richiesta di ripetere tutte le operazioni di trasferimento, una eventualità che getterebbe nel caos l’avvio dell’anno scolastico. “La toppa non tiene. Operazioni da rifare”, tuona Lena Gissi, della Cisl scuola. La notizia è grossa: secondo un file consegnato da viale Trastevere ai rappresentanti dei lavoratori, sarebbero oltre 2mila e 600 le richieste di conciliazione – leggasi ricorsi – accolti dal Miur sui soli trasferimenti di scuola primaria di fase C (quella interregionale degli assunti dalle liste dei precari) su un totale di quasi 17mila e 500 movimenti. In pratica il 15 per cento. Un po’ troppi per parlare di semplici “imperfezioni”.

E, in attesa che si chiariscano meglio le cose, c’è chi avanza la richiesta di fare slittare la presa di servizio oltre il primo settembre per chi è stato danneggiato dai trasferimenti. “La misura è colma. Siamo al fai da te e forse peggio”, incalza Pino Turi della Uil scuola. E se da un lato, il Miur proporrà a 2mila e 600 docenti di avvicinarsi a casa, oltre mille sono rimasti a bocca asciutta per richieste insoddisfatte. I sindacati chiedono di ripetere i trasferimenti perché le correzioni proposte ai diretti interessati, che riceveranno una nuova proposta dagli Uffici scolastici regionali, rappresentano soltanto una parte di quelli possibili. Si tratta, in altre parole, degli aggiustamenti che il ministero è riuscito a mettere in lista – quasi sempre su sedi rimaste vacanti – senza spostare chi ha ottenuto il trasferimento nelle passate settimane.

Ma in tanti si chiedono: cosa sarebbe accaduto se l’algoritmo avesse funzionato secondo le indicazioni contenute nell’accordo tra tecnici del Miur e sindacati sulla mobilità? Basta fare un esempio. Se Gennaro, di Napoli, è stato spedito a Milano ma avrebbe avuto diritto a una cattedra nella sua città – occupata però da un suo collega con meno punteggio – da viale Trastevere arriva la proposta di uno spostamento in Emilia o nelle Marche se in queste regioni è rimasto qualche posto libero. Resta il fatto però che Tizio è stato danneggiato e Caio è stato trasferito a due passi da casa senza averne diritto. Una situazione che, di fronte alla prospettiva di un anno da trascorrere a centinaia di chilometri da casa, spingerà migliaia di neo immessi in ruolo spediti in ogni angolo della penisola a rivolgersi ai giudici.