Caos prof, Renzi ammette «errori», I sindacati scrivono a Mattarella

da Corriere della sera

Caos prof, Renzi ammette «errori», I sindacati scrivono a Mattarella

«Non tutte le ciambelle riescono col buco – spiega Renzi -. Per agevolare i prof del Sud si sono creati dei posti scoperti al Nord». Lettera dei sindacati al presidente della Repubblica

Valentina Santarpia

Sulla scuola «abbiamo preferito trovare le soluzioni per i professori che avrebbero dovuto muoversi, abbiamo permesso ad alcuni, soprattutto al Sud, di restare e abbiamo scoperto alcune cattedre al Nord: non tutte le ciambelle riescono con il buco. Se fossimo stati più bravi a gestire questa vicenda sarei stato più contento». Anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi, dopo giorni di polemiche e proteste, ammette che qualcosa è andato storto. E che il piano di assunzione dei professori, che avrebbe dovuto mettere fine alla supplentite, ha non solo ampliato la platea dei supplenti, ma addirittura ha lasciato centinaia di cattedre scoperte. Perché il meccanismo delle assegnazioni provvisorie, ampliato per permettere ai prof del Sud di evitare trasferimenti forzati, è diventato un boomerang: i posti che i presidi delle scuole del Nord pensavano scoperti sono rimasti invece liberi e molte classi hanno iniziato l’anno scolastico con orari ridotti e studenti scoperti.

La lettera aperta al capo dello Stato

A sottolineare le criticità è, ancora una volta, il sindacato. Cgil scuola, Cisl, Uil e Snals hanno scritto una lettera aperta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per sottolineare i quattro punti critici che si trova in questo momento ad affrontare il mondo scolastico, primi fra tutti «gli effetti delle numerose irregolarità riscontrate nelle operazioni di trasferimento (comportanti – come già ricordato – la lesione di diritti individuali solo in minima parte risolta in sede conciliativa), insieme al protrarsi nel tempo delle operazioni di assunzione, stanno determinando ancora una volta ripetuti avvicendamenti del personale, a danno della continuità didattica». Ma segnala anche l’elevato numero di classi sovraffollate, la difficoltà nell’ampliare davvero l’offerta formativa con l’organico potenziato, l’insufficienza del personale Ata.