L’insegnante attore

L’insegnante attore

di Maurizio Tiriticco

L’insegnante/attore, certamente! Se non “drammatizzi” – le virgolette aiutano a comprendere – con ragazzotti e ragazzotte a cui della scuola… nun gliene frega gnente, non vai da nessuna parte. Quanti insegnanti si lamentano: “Io spiego spiego spiego e quelli, invece, giocano coi telefonini”. Mia risposta: “Fanno bene! Tu non devi spiegare niente”. Spiegare o dispiegare è l’azione che si compie quando si srotola un manoscritto. Ma in un’aula di alunni in larga misura demotivati non puoi dispiegare niente! Il problema è: “io insegnante devo essere più interessante, più accattivante di un cellulare”! Una grande sfida.

Va anche considerato che la nostra scuola, oggi, è organizzata come ai tempi di Coppino: aule, banchi, cattedre, registri, lavagne, libri di testo, materie (non chiamiamole discipline, che sono ben altra cosa), campanelle. che scandiscono ore eguali per tutti… Vi ricordate le tre C da cancellare? Campanella, Cattedra, Classe d’età. Ma perché un/a ragazzo/a d’oggi deve andare a scuola volentieri? Ha ragione lui e abbiamo torto noi! Ma chi ci governa pensa a varare leggi 107 assurde, a chiedere/imporre Rav e Pdm a istituzioni scolastiche che, invece, dovrebbero essere autonome, a imporre agli studenti quelle prove Invalsi che nessuno capisce. In effetti l’Invalsi adotta criteri di indagine che gli insegnanti non conoscono e non adottano mai.

La valutazione è una disciplina come le altre, molto articolata e complessa, ma gli insegnanti valutano a capoccia: quattro meno meno, sei più… e così via. Quale insegnante ha mai letto quel prezioso testo, un classico, “Didattica e docimologia, misurazione e valutazione nella scuola”, del compianto Mario Gattullo? E’ un volume del 1967. Ma gli amici dell’Invalsi lo hanno imparato… ammmemoriaaa!!! E c’è anche il “Manuale della valutazione”, del 1984, di Benedetto Vertecchi. Lo so! Sono testi datati – anche la Commedia dantesca è datata, ma… – ma sempre attuali… per chi in materia di valutazione non sa nulla e si affida alle consuetudini sopra ricordate: quattro e mezzo, cinque più e così via! Lezione, compiti a casa, interrogazioni e compiti in classe!!!

Una routine che va assolutamente superata, ma… la difficoltà è enorme, perché è la stessa organizzazione delle surricordate tre C che condiziona e “determina” il lavoro degli insegnanti e… la noia degli alunni. Ed è chiaro che poi si domandano: a quando il prossimo sciopero? A quando l’occupazione? A quando l’autogestione? Ma al Miur problemi di questo genere se li pongono? Penso proprio di no, con una ministra che si compiace di mostrare come parla bene in inglese… Così va il mondo, diceva un Tale, ed è proprio così!

Eppure le eccezioni esistono, ma occorre intelligenza, iniziativa, coraggio. E queste sono le caratteristiche di un Salvatore Giuliano, dirigente scolastico dell’Istituto Superiore Majorana, di Brindisi. Ma io non voglio dire nulla. Vi affido solo il link per ricercarlo! http://www.majoranabrindisi.it/ Buona lettura! Comunque, Salvatore non è solo! Vi sono altri istituti in Italia che “producono” innovazioni, pur all’interno di una legislazione che è quella che è. Ricordo il “Pacioli” di Crema, il “Fermi” di Mantova, il “Volta” di Perugia, il “Savoia Benincasa” di Ancona, il “Marco Polo” di Bari. Ed altri che non so! In questi istituti dirigenti e docenti hanno sconvolto la didattica tradizionale! E vi sono insegnanti che… “non insegnano”! E si tratta di realtà attuate anche a norma vigente! Quindi – 107 sì o no – certe iniziative è possibile avviarle e portale a compimento!