E. Schmitt, Oscar e la dama rosa

L’altro della vita

di Antonio Stanca

schmittScrittore, drammaturgo e saggista è il francese Eric-Emmanuel Schmitt. Ha cinquantasei anni e dopo essersi diplomato al Conservatorio di Lione e laureato in Filosofia all’École Normale Superieure de la rue d’Ulm, dopo aver insegnato Filosofia presso l’Università di Chambéry, si è dedicato a quelli che erano i suoi interessi specifici, cioè il teatro e la narrativa. Anche la saggistica rientra tra le sue attività preferite ma sono stati soprattutto il teatro, i romanzi e i racconti a procurargli molti riconoscimenti e a farlo ammirare anche fuori dalla Francia. Molto spesso vengono rappresentate le sue commedie sui palcoscenici non solo francesi ma dell’intera Europa. A volte suoi romanzi sono stati ridotti ad opere teatrali, a film oppure è successo che da sue opere teatrali siano stati tratti dei film. Sono state operazioni alle quali spesso ha collaborato l’autore.

Instancabile è Schmitt, non finisce mai di dire. Si tratti di teatro o di narrativa ha sempre delle novità da proporre, siano passati o presenti i tempi, i luoghi, i personaggi, gli eventi delle sue opere sempre nuovi li fa risultare, sempre diversi da come sono stati creduti o si possono credere. Di altre verità, di altre regole, di altri principi li fa portatori. Il passato e il presente rinnova Schmitt tramite quel che non ci si aspettava di vedere, di sentire. Alla ricerca di quanto d’altro c’è nella vita egli si mette mediante un percorso che generalmente è di tipo psicologico ma che può essere anche filosofico o religioso. Niente è da ritenere scontato, finito giacché altri modi di pensare, di fare, di vivere ci sono, altre realtà oltre quelle visibili e sono le realtà della mente, del pensiero, della fantasia, del sogno, realtà magiche che come le prime valgono, contano, possono essere vissute, come le prime sono vita.

Un autore controcorrente, un anticonformista può essere definito Schmitt dal momento che rinuncia a quanto è sempre stato accettato, condiviso in nome di quanto ci sarebbe potuto o potrebbe essere. Questa realtà che è diversa, che non c’è stata, che non c’è vuole rappresentare, narrare Schmitt e vi riesce al punto da sorprendere lo spettatore o il lettore fino a farlo partecipare delle sue creazioni, delle sue invenzioni. Così vanno intesi i temi delle sue opere che sono sempre insoliti, sempre inediti. Sono espressioni, forme dello spirito e come tali vivono della vita di questo non di quella comune, quotidiana, sono invisibili.

Il “Ciclo dell’invisibile” Schmitt chiamerà una serie di romanzi brevi, racconti magici da lui scritti dal 1998 al 2003. Di esso fa parte il romanzo breve Oscar e la dama rosa che nel 2015 è stato ristampato per conto della casa editrice E/O di Roma con la traduzione di Alberto Bracci Testasecca. Nell’opera Schmitt trasforma la situazione drammatica vissuta dal bambino Oscar di dieci anni, malato di tumore e a pochi giorni dalla morte, in una vicenda completamente diversa. Fa diventare Oscar amico di una delle assistenti che prestano servizio in ospedale, la dama rosa, Nonna Rose, e lo fa guidare da lei per il breve periodo di tempo che gli rimane. I due diventeranno confidenti. Nonna Rose è una donna matura, ha vissuto a lungo, ha avuto tante esperienze e tutte le narrerà ad Oscar proponendogliele all’insegna della gioia, della felicità, del piacere di vivere. Creerà un’atmosfera talmente intima da rendere partecipe il bambino, da liberarlo dal pensiero di quanto lo affliggeva e lo attendeva, da fargli provare in pochi giorni tutte le gioie che gli erano mancate, tutti i piaceri che avrebbe voluto dalla vita. Anche l’amore gli farà scoprire e tutto il bene, il bello che a questo è legato. Oscar si convincerà di vivere quella vita che Nonna Rose gli sta facendo credere e giungerà alla morte senza i drammi che avrebbe dovuto affrontare ma con la rassegnazione propria di chi si è stancato di essere vissuto tanto e tanto bene.

Anche stavolta Schmitt è riuscito a dar vita a ciò che non c’è, a rendere vero ciò che è solo pensiero, a mostrare come esista dell’altro, come altro possa essere il modo per affrontare la morte.

Una situazione da favola, da sogno ha creato. Altre verità, altre realtà ha scoperto: è quel che vuol fare Schmitt ogni volta che si mette al lavoro!