Orario di studio

ORARIO DI STUDIO DEGLI ALUNNI di Umberto Tenuta

CANTO 744 AVVOCATO D’UFFICIO DEGLI STUDENTI

 

In virtù delle mie pregresse competenze professionali sono stato nominato avvocato d’ufficio per la difesa degli studenti nel dibattimento in corso perenne sull’orario di lavoro dei giovani.

La cosa non mi dispiace.

Anzi, mi sta a cuore.

Mi sta a cuore perché ho avuto sempre un debole per i deboli.

Forse perché io sono stato sempre un debole.

Debole soprattutto perché non ho mai avuto un precettore.

Ho dovuto sempre cavarmela da solo.

Anche quando, in prima media, ripetevo:

-rosa, la rosa

-rosae, della rosa

-rosae, alla rosa

-rosam, la rosa

-rosa, o rosa

-rosa, con la rosa.

E mia sorella Rosa mi sgridava:

-Ma la vuoi smettere di chiamarmi in continuazione?

Bene, anzi male, dunque!

Il Presidente del tribunale suona la campanella.

Ed io balzo in piedi!

-Signor Presidente!

-Signori della Corte!

-La quistione è grave, anzi gravissima.

-Qui si tratta del lavoro minorile.

-Ne va di mezzo la salute dei giovani.

-É in predicato il benessere fisico e psichico dei giovani, il loro domani, l’avvenire della nazione!

-Pensate un po’ alle consistenti minacce delle cifosi, delle scoliosi, delle lordosi!

-Cinque, sei, sette ore seduti nei banchi!

-Ed a queste ore, come se non fossero già troppe, si aggiungono le ore di studio domestico.

-La mia difesa dei giovani si basa su due punti essenziali.

-Il primo punto, punto fermo -punto fermo, e non punto esclamativo! Punto fermo, e non punto interrogativo-; il primo punto, dicevo, è che siffatta durata del lavoro giovanile minaccia la loro salute fisica e mentale.

-Il che non è cosa dappoco!

-Il secondo punto –punto dirimente, Signor Presidente, Signori Giudici della Corte! – è che i giovani sono pesantemente gravati, oppressi, sottomessi ad un lavoro doppio di quello degli adulti, di quello dei loro genitori, di quello dei loro docenti.

­-I giovani lavorano a scuola per la stessa durata del lavoro dei loro docenti.

-Ma -horribile dictu!- essi lavorano anche a casa, per la stessa durata del tempo scolastico, se non di più!

-Lavoro doppio.

-Lavoro non riconosciuto.

-Lavoro non retribuito!

A questo punto, il Signore Presidente della Corte mi tolse la parola.

Senza nulla profferire si indirizzò verso la Camera di consiglio.

La Corte, muta, in assoluto silenzio, lo seguì.

Attesa lunga, ansia asfissiante, scampanellate di cuori in attesa!

Un suon di campanella scuote, rallegra, silenzia tutti!

-Signori e Signore, la Sublime Corte che mi onoro di presiedere ha sentenziato:

-Da questo preciso istante in poi l’orario di studio degli alunni non potrà essere superiore all’orario di lavoro dei docenti!

È fatto obbligo ai Signori Dirigenti farlo osservare, pena il loro licenziamento ipso jure.

 

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