La scuola inventata

La scuola inventata

di Maurizio Tiriticco

 

Chebellochebellochebello! La nostra ministra Giannini è in difficoltà, dopo le critiche di Renzi! Mah! Troppo facile per il Presidente del Consiglio lanciare la caccia all’untore per tutti i pasticci che la 107 ha creato e continua a creare! Ma chi ha scritto la Buonascuola? Non si sa! Chi ha scritto la 107? Idem. Ricordo i bei tempi andati con i ministri DC (sempre democristiani!!! La scuola doveva rigare dritto, con tanti insegnanti comunisti o giù di lì), in effetti molto più “liberali” ed aperti della ministra del Governo Renzi. La velocità non era di casa è vero (in confronto con la rapidità con cui si scrive e si vara una 107 con ben 202 articoli). Ma non era di casa perché nessun ministro e nessun governo avrebbe pensato di sollecitare il varo di leggi profondamente innovative (quali la 107 è) senza “chiedere” e “ascoltare” i pareri altrui, in genere gli uffici scuola dei partiti, i sindacati scuola, il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione e gli stessi ispettori (e ne sono testimone diretto!). E ciò valeva anche e soprattutto per le sperimentazioni cosiddette assistite, progettate e realizzate sempre in ordine ai rapporti continui e dialettici con le scuole che ne erano coinvolte. Molti dei vecchi come me ricorderanno, tra le tante iniziative, il Piano nazionale per l’informatica, le sperimentazioni assistite, il Progetto 92, il Progetto Qualità, varato dal ministro pro tempore Tullio De Mauro.

La scuola non è un panno da mettere in lavatrice! La scuola è un insieme di migliaia di persone, alunni, famiglie, insegnanti, dirigenti, dsga et al. E’ un corpo complesso, ricco, certamente, di risorse e di possibilità, con cui un ministro deve “fare i conti”, se si può dir così, prima di assumere una qualsiasi iniziativa. E una 107, se è vero che interessa migliaia e migliaia di persone, non poteva essere scritta, varata e imposta come una tredicesima tavola della Legge divina! Con la scuola – un “corpaccio” complesso – non si può scherzare! E i problemi della nostra scuola sono tanti e di diversa natura: in primo luogo i curricoli, che riguardano gli alunni con i loro bisogni e le loro attese. Basti un solo esempio: è corretto che un percorso obbligatorio decennale sia ancora frantumato in tre segmenti, che spesso tra loro si ignorano nonostante la buona volontà delle Linee guida per il primo ciclo? Ma il primo ciclo termina con la terza media ed un esame che nessuno sa perché ancora debba essere effettuato! O meglio, lo sappiamo! La Costituzione recita all’articolo 33 che alla fine di ogni ciclo di istruzione ci sia un esame di Stato. Ma allora, non sarebbe più opportuno legiferare che il primo ciclo è decennale e termina con il primo biennio dell’istruzione di secondo grado? Una leggina di un solo articolo! Che permetterebbe veramente agli insegnanti tutti dei primi tre cicli – se si può dir così – primaria, media e primo biennio, di progettare/programmare le loro attività con un respiro ampio e certamente produttivo.

Altro che il polpettone di una 107! Che ha complicato la vita e il lavoro di insegnanti e dirigenti con tutta una serie di adempimenti, tra RAV, PDM, bonus, comitati di valutazione, dieci insegnanti dieci scelti dal Ds come collaboratori, insegnanti a chiamata (che pacchia per l’amico dell’amico dell’amico) e/o non so che altro: comunque, tante altre diavolerie che tolgono solo tempi ed energie a quello che una scuola deve semplicemente fare: insegnare ad apprendere. Fortunati i miei anni di insegnante! Il mio lavoro al 99% era in aula con gli alunni! Ora un insegnante, sempre più demotivato e stremato nonché mal pagato, dedica ai suoi alunni la parte residua del suo tempo dopo i numerosi adempimenti formali, poco più poco meno, a cui deve attendere. Per non dire del DS che, come un incallito imprenditore, deve “assumere” un insegnante previa analisi di una documentazione ad hoc e successivo colloquio. E il concorso vinto? E se un DS nomina sulla base di “cose altre”, di cui un Paese in cui “cosa nostra” costituisce una sorta di silenzioso effettivo governo? Cui prodest? Si aboliscano i concorsi e si abbia il coraggio di scrivere una legge 108 di un solo articolo: “La scuola italiana non è più pubblica, ma privata”. Senza troppi ghirigori truffa-popolo! La scuola come corrida! Dove il povero toro finisce di essere tartassato dai picadores e ammazzato dall’estoque de descabellar di cui dispone il torero, perché la testa gli viene tagliata in un sol colpo! La 107 come una sorta di tauromachia nella/della scuola!

Insomma, la scuola una volta era semplicemente una scuola, pesante e noiosa per migliaia di alunni, anche se schola in latino significa otium, passatempo, e studium passione! Ma è l’organizzazione militaresca della scuola (scuole e caserme hanno la stessa struttura fisica: l’obbligo di leva e l’obbligo di istruzione sono state la grande “invenzione” postunitaria perché, una volta fatta l’Italia, bisognava fare gli Italiani) che l’ha resa insopportabile per gli alunni nonché per molti insegnanti, purtroppo! Fortunatamente le eccezioni ci sono, ma sono ancora poche, e la legge 107 certamente non le facilita.

In un mio recente pezzo scrivevo che, perché un’eccezione nasca, occorrono da parte degli insegnanti e dei dirigenti scolastici intelligenza, iniziativa, coraggio. “E queste sono le caratteristiche di un Salvatore Giuliano, dirigente scolastico dell’Istituto Superiore Majorana, di Brindisi. Ma io non voglio dire nulla. Vi affido solo il link per ricercarlo! http://www.majoranabrindisi.it/ Buona lettura! Comunque, Salvatore non è solo! Vi sono altri istituti in Italia che producono innovazioni, pur all’interno di una legislazione che è quella che è. Ricordo il Pacioli di Crema, il Fermi di Mantova, il Volta di Perugia, il Savoia Benincasa di Ancona, il Marco Polo di Bari. Ed altri che non conosco! In questi istituti dirigenti e docenti hanno sconvolto la didattica tradizionale! E vi sono insegnanti che… non insegnano, ma…! E si tratta di realtà attuate anche a norma vigente! Quindi – 107 sì o no – certe iniziative è possibile avviarle e portarle a compimento”.

E allora, se qualcuno – e non sappiamo chi – ha inventato la Buona scuola che non c’è, tanti dirigenti e insegnanti possono inventare e costruire tante scuole Buone che invece ci sono, alla faccia dei laccioli della 107. E se poi la Giannini cadrà, sarà una gran festa! Della quale bisogna approfittare e subito. Prima che un’altra Giannini si insedi a Viale Trastevere! Così alla scuola inventata della 107 potremmo opporre la scuola reale del giorno dopo giorno, faticosa come non mai, ma con delle prospettive che si potrebbero aprire: Insomma, come dicevano i latini – ma come sono bravo a copiare – “hic Rhodus, hic salta – appena il primo salto, a Roma, lo ha compiuto la Giannini!