Conversando…

Conversando con Barbara mia amica da sempre

 di Maurizio Tiriticco

Hai ragione, Barbara, quando in un recente post su FB, scrivendo di questa nostra bella Costituzione che qualche improvvido politico dei nostri giorni vorrebbe modificare, affermi che, quando fu scritta, “Maurizio c’era”! Ed è corretto! Sono nato nel 1928 e sono stato un convinto BALILLA MOSCHETTIERE! A proposito: puoi scaricare dal web il mio libro, che è anche divertente: il “ventennio” vissuto e visto da un bambino; un volumetto forse più adatto per studenti che non sanno nulla di quel tempo e che non arrivano mai a studiarlo perché è sempre finito l’anno scolastico! Poi dalla caduta del suo DUCE – il 25 luglio del ’43 – all’8 settembre il bambino, ormai grandicello, cade in CRISI PROFONDA! Che stava succedendo? E non ci capiva niente! Poi fortunatamente, lo zio Lele e lo zio Gino, il primo socialista da sempre, il secondo repubblicano, lo hanno aiutato a “comprendere”. Di qui l’iscrizione prima alla FGCI, poi al PCI, sezione universitaria di Roma. E poi, una volta cresciuto – almeno penso – quante lotte, quante manifestazioni! E quante volte ci siamo incontrati io e te! E quante volte abbiamo evitato le manganellate della Celere di Scelba. Una storia, o più storie, tutte da raccontare!

I ragazzi di oggi non sanno nulla di nulla – o poco o niente – del nostro passato! Dell’8 settembre, della lotta partigiana, della nascita della Repubblica! E’ molto raro che a scuola giungano a studiare la storia fino ai tempi nostri. Anche perché questi testi scolastici di storia – e non solo – pesano l’iradiddio, ovviamente per costare un sacco! Per cui sono pieni di figure, letture, grafici, sintesi, santarelli, prove di verifica quasi sempre idiote. Una prova di verifica non si improvvisa! Nasce da un ricerca che si chiama docimologia, che è una disciplina come le altre! E spesso uno storico non è un docimologo! Insomma certi manuali contengono più amenità che concetti, per cui non aiutano affatto lo studente a cogliere i nodi reale degli avvenimenti .Temo che anche molti insegnanti – e non voglio offendere nessuno – sappiano poco della nostra storia, anche perché in aula – come si suol dire – “non si deve fare politica”! E la storia più è recente più è occasione di rischio! Bella scusa!

Per non dire del “presente”. In effetti oggi è difficile capire bene che cosa sta avvenendo in Siria e a Mossul. Ci sono stato in quei Paesi, che sono ricchi di storia e di monumenti: il Krak dei Cavalieri in Siria; la Grande Moschea di Mossul, che è una delle più belle dell’intero Medioriente. Chi sta combattendo in quei luoghi e per che cosa? E poi, spostandoci al Nord, sul confine russo che sta succedendo? Ci sono anche i nostri soldati! E poi ancora, il fenomeno Trump, un incolto aspirante dittatorello, insolito per la storia degli USA! Io faccio il tifo per Hillary: prima di tutto perché è donna e poi perché sa pienamente il fatto suo che – penso – è anche il nostro! Non fare politica in un’aula scolastica è più che giusto, ma la storia è un’altra cosa! E la linea di confine tra il passato e il presente è labilissima. Alle prime elezioni, quelle del ’46, a cui parteciparono per la prima volta anche le donne, votò il 90% degli italiani!!! Ora, come sai, vota solo poco più della metà del corpo elettorale. Che tristezza! L’antipolitica, spesso per colpa della politica stessa, avanza lentamente e non sembra recedere. Il che, di fatto, rende anche poco significativo lo studio della storia nelle nostre scuole! Anzi della Geostoria! Ma che bella invenzione!!! Tutto all’insegna del risparmio!

Insomma, stiamo attraversando un periodo storico molto difficile, se non brutto! Da Nord un’Europa che ci bacchetta! Da Sud sbarchi continui di “altri da noi” che nel corso degli anni provocheranno modifiche profonde nel corpus stesso della popolazione della penisola (hai notato? non ho scritto “popolazione italiana”). Siamo alla vigilia di grossi cambiamenti socioantropologici e la nostra politica sembra incapace di tentare almeno una prima e grossolana interpretazione! E poi di agire conseguentemente! E’ troppo facile per la Rete 4 di Berlusconi e il suo mentore Maurizio Belpietro mettere il dito sulla nostre piaghe per fare spettacolo! Che pena fare audience sulle sofferenze degli abitanti dei nostri piccoli centri in cui i prefetti giorno dopo giorno inviano d’autorità immigrati. E’ chiaro che l’identità stessa di un piccolo paese viene messa a rischio! Si tratta di un fenomeno che nelle grandi città, ovviamente, è meno avvertito. Purtroppo sono fenomeni non controllati, non disciplinati, non interpretati da parte di chi dovrebbe farlo, e invece subiti dalla popolazione! E, in assenza di ogni analisi sociopolitica e successivi interventi, chi paga le conseguenze sono i nostri concittadini dei piccoli centri. Insomma con il recente terremoto fisico, visibile, distruttivo del nostro Centroitalia, fa pendant un terremoto socioeconomico, senz’altro lento e pressoché silenzioso, nelle nostre regioni del Nord, ma che avrà conseguenze molto più importanti, sul terreno della geopolitica e della composizione socioeconomica dell’intero Paese

E, a fronte di tale complessità, la politica dov’è? Ah!!! I “bei tempi” dei grandi partiti storici… linee politiche e socioeconomiche che si confrontavano su terreni teorici e pratici veramente tra loro diversi! Congressi, sezioni di partito territoriali, quotidiani e riviste di partito. Non esiste più nulla o quasi! E la chiusura della sezione romana del PD di Via dei Giubbonari è significativa di questa lenta ma inarrestabile erosione della politica delle sezioni… e quelle di tutti i partiti! Ma esistono ancora i partiti? Ce n’è uno solo, di fatto… i Cinque Stelle non vogliono essere un partito e… dimenticavo Forza Italia… esiste ancora? Dimenticavo una Lega Nord, che ormai ha rotto gli argini padani per tentare di diventare una Lega nazionale. Campa cavallo, che l’erba cresce: dice un noto proverbio. Ma il partito attualmente operativo, Unico e Solo, è veramente erede di quel compromesso storico, come Moro e Berlinguer lo avevano immaginato? In un Paese come il nostro la parola compromesso non ha mai un significato positivo! Compromessi, quanti ne vogliamo, ma storici mai! Dopo l’infausta Bolognina di Occhetto nel lontano 1989 è nato un bambinello un po’deboluccio, che nel suo sviluppo/crescita ha mostrato segni più di handicap che di opportunità.

Insomma, per concludere, abbiamo conosciuto tempi in cui i “punti di vista”, le contrapposizioni, le polemiche et al non nascevano dal nulla di un noioso dibattito televisivo tipico nei nostri giorni, anche se in effetti Lilli Gruber si dà un gran da fare per offrirci tavole rotonde di un certa dignità. Per il resto televisivo dei nostri giorni ci sono somministrati litigi facili e scontati più che linee politiche che si confrontino! Oggi scendono in tv come su un ring giovanotti di bella presenza e deputatesse sempre belle, fresche di parrucchiere – pardon, acconciatore – e di estetista. Ce ne fosse una bruttina o così così! Forse solo ai nostri tempi, cara Barbara, c’erano donne senza trucco… e senza la ricerca di una costosa eleganza! Perché l’eleganza era altrove… Ricordo Tina Anselmi, ovvero “Gabriella”, staffetta nella lotta partigiana, ci ha lasciato da poco! Nilde Iotti, una delle ventuno Madri ci ha lasciato nel 1999. E ci hanno lasciato anche le altre venti, tra cui amo ricordare Rita Montagnana, Teresa Noce, Nadia Spano, MariaFederici.

Cara Barbara! Altri tempi! Altri politici! Altre politiche! E molti/e di loro avevano “fatto” il carcere o il confino o l’esilio. I nostri oggi – grazie a una democrazia consolidata – la Turchia di Erdogan è lontana! – non rischiano nulla! Pertanto, in larga misura, vendono parole su parole, come fossero caramelle! E aspirano a far carriera nella Camera o nel Senato per garantirsi laute pensioni e vitalizi. E di politica resta poco o nulla! Mia cara! Diciamocelo! Matteo non ha oppositori!!! Comunque, la sua Leopolda è poca cosa, anche se Matteo ce la mette tutta per… perché di fatto la situazione nostra, quella europea e quella mondiale è difficile da capire, per Matteo e anche per un D’Alema, sempre più spocchioso: il quale fa di tutto per trovare un meccanico che lo aiuti a rimettersi un po’ a posto dopo essere stato inevitabilmente rottamato. Mah! Tra le Giannini e le bellocce del governo attuale (non voglio offendere nessuna, anche perché, in effetti, ce la mettono tutta per fare le cose al meglio), non so quanto sia attenta e mirata da parte loro un’analisi profonda delle realtà attuale, italiana, europea e internazionale. Che il 4 dicembre vinca il SI’ o che vinca il NO, cui prodest? Il problema non è Matteo sì, Matteo no! I problemi sono altri, ma… non lasciamoci intrappolare tra le lacrimose lamentele di un Bersani e i nervosismi di un D’Alema! La rottamazione fa male, lo so! Ma un Matteo non si batte né recriminando né imprecando

Carissima! Un abbraccio grosso cosììì!!!