Il superfluo e il necessario

Il superfluo e il necessario

di Maurizio Tiriticco

Ogni mattina, appena alzato, vado a vedere le news del Miur e, in effetti sono sempre numerose! Copio le prime di quelle odierne: 1) PNSD: dal 25 al 27 novembre tre giorni di eventi alla Reggia di Caserta per il primo anno del Piano Nazionale Scuola Digitale; 2) Carta del Docente, al via accesso per gli insegnanti sulla piattaforma. Già oltre 9.000 registrati fra enti di formazione, esercenti, scuole e musei; 3) Carta del Docente, al via accesso per gli insegnanti sulla piattaforma. Già oltre 9.000 registrati fra enti di formazione, esercenti, scuole e musei; 4) Carta del Docente, da oggi on line la piattaforma: al via la registrazione di esercenti ed enti di formazione. E così via! Poi vado a vedere le news della sola Istruzione. Copio le prime: 1) Domande di cessazione personale scuola – E’ fissato al 20 gennaio 2017 il termine per la presentazione, da parte del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliari; 2) Progetto Articolo 9 della Costituzione – Bandita la V edizione del progetto e concorso nazionale che vuole diffondere la conoscenza dell’articolo 9 della Costituzione per gli alunni delle scuole primarie e secondarie. Venerdì 2 dicembre 2016, nell’Aula del Senato, la cerimonia inaugurale… E così via!

Indubbiamente, sono tutte iniziative interessanti, ma… cui prodest? O, per lo meno, fino a che punto sono necessarie ai fini del saper fare quotidiano dell’insegnante? E’indubbio che l’insegnante necessita di informazioni frequenti e tempestive sull’operato del suo dicastero. Però, non necessiterebbe anche di indicazioni concrete relative al suo operare quotidiano in aula con la sua classe d’età? Ovviamente sì, anche se sappiano tutti benissimo che non è compito del Miur entrare nel merito della professionalità docente e del concreto comportamento insegnante in aula. Sutor! Ne ultra crepidam! Dicevano i latini e noi con loro.

Com’è noto, con la legge 107 si è fissato l’obbligo per la FORMIS, ovvero per quella FORMazione continua In Servizio che oggi, e ancor più domani – com’è noto – interessa tutti gli operatori di ogni ambito lavorativo, non solo quelli della scuola. La società della conoscenza e delle Tic impone quotidiani aggiornamenti perché sempre più numerose e veloci sono le trasformazioni nel mondo della produzione, delle conoscenze, della cultura, anzi, delle culture. Cambia rapidamente l’assetto sociale del nostro Paese – e non solo – e con esso le esigenze di apprendimento delle nuove generazioni! Un solo esempio: le classi colorate, multietniche e multilingua impongono problemi di socializzazione e modalità di apprendimento per nulla semplici. Mi chiedo: quante altre penne deve apporre la maestrina sul suo cappello, oltre a quella rossa?!

La FORMIS, quindi, è obbligatoria – non si tratta di un capriccio del principe – ed è sancita anche dal contratto di lavoro degli insegnanti. All’articolo 26 di detto contratto, relativo alla funzione docente, leggiamo testualmente: “La funzione docente realizza il processo di insegnamento/apprendimento volto a promuovere lo sviluppo umano, culturale, civile e professionale degli alunni, sulla base delle finalità e degli obiettivi previsti dagli ordinamenti scolastici definiti per i vari ordini e gradi dell’istruzione. La funzione docente si fonda sull’autonomia culturale e professionale dei docenti; essa si esplica nelle attività individuali e collegiali e nella partecipazione alle attività di aggiornamento e formazione in servizio”.

E le attività di formazione in servizio sono molteplici e in atto pressoché quotidianamente. Enti a ciò deputati sono numerosi, sia di estrazione sindacale (ProteoFareSapere; Irase, ovvero, Istituto per la ricerca accademica, sociale ed educativa; Irsef-Irfed,Istituto per la Ricerca e lo Studio sull’Educazione e la Famiglia) che non sindacale. Qualche esempio! L’Associazione Docenti Italiani svolge da anni un’attività validissima in materia di FORMIS. Per non dire delle attività svolte dall’ANDIS, Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici; dal’ANP, Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola; dall’AND, Associazione Nazionale Docenti; e da altre associazioni: il CIDI, Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti; l’UCIIM, Unione Cattolica Italiana Insegnanti, Dirigenti, Formatori; l’MCE, Movimento per la Cooperazione Educativa; l’AIMC, Associazione Italiana Maestri Cattolici; e numerosi altri! Per non dire poi delle attività svolte anni fa dagli Irrsae (Istituti di ricerca regionali di sperimentazione e aggiornamento educativi), poi Irre (Istituti di ricerca regionali per la ricerca educativa), e poi ancora Indire (Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa).

E’ importante sottolineare quali sono le tematiche più importanti da affrontare nei percorsi di Formis, come indicati dal Piano per la Formazione dei Docenti 2016-2019: 1 Autonomia organizzativa e didattica; 2 Didattica per competenze, innovazione metodologica e competenze di base; 3 Competenze digitali e nuovi ambienti per l’apprendimento; 4. Competenze di lingua straniera; .5 Inclusione e disabilità; 6 Coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile globale;.7 Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale; 8 Scuola e Lavoro; 9 Valutazione e miglioramento. Ho già osservato in un altro scritto che manca uno dei temi fondamentali della professionalità docente e del concreto comportamento insegnante in aula – a meno che non sia riconducibile alle indicazioni generali di cui sopra. Ma che sarebbe sempre bene sottolineare ed evidenziare con forza. Alludo alla didattica innovativa, alla didattica laboratoriale, alle flipped room, alla scuola senza compiti a casa, all’ “insegnante muto”, all’ “insegnante attore”, all’insegnante animatore – voglio ricordare il mio “Programmazione come animazione”, edito dalla Tecnodid alcuni anni fa – all’aula come laboratorio di ricerca, e così via!

Per non dire poi della non necessità di attribuire un voto ogni qual volta un alunno apre bocca… quel voto scritto sul registro e che poi dovrebbe “fare media” con gli altri. Attenzione! Per quanto riguarda un atleta di salto e o di corsa od altro, la prestazione che vale è quella migliore! Non esiste la media delle sue prestazioni!. Perché un alunno deve essere perseguitato per un intero anno scolastico da un due in storia quando, alla fine dell’anno, dimostra di conoscere e di avere compreso a livelli ottimali la storia di cui all’intero programma? E perché sin deve fare la media di sequenze come le seguenti: 3,4,5,6,7 e 7,6,5,4,3? Comunque non è così, e fortunatamente, in “tutte le scuola del Regno”, perché le eccezioni esistono ed è opportuno ricordarle: E’ sufficiente cliccare i link di queste scuole: l’Istituto Superiore “Majorana”, di Brindisi; il “Pacioli” di Crema, il “Fermi” di Mantova, il “Volta” di Perugia, il “Savoia Benincasa” di Ancona, il “Marco Polo” di Bari. Ed altri che non so, ma che esistono! Basta cercarli! Ebbene: in questi istituti dirigenti e docenti hanno sconvolto la didattica tradizionale! E vi sono insegnanti che… addirittura “non insegnano”! Sembra abnorme, ma si tratta di realtà attuate anche a norma vigente! Quindi, iniziative innovative è possibile avviarle e portale a compimento!

Per concludere, sarebbe bene, se non opportuno, che tra le news dell’Istruzione (non tanto dell’intero Miur) comparissero indicazioni, riquadri e link che aiutino dirigenti, insegnanti, alunni, genitori a trovare subito e facilmente quelle informazioni relative a quelle tante innovazioni che costituiscono le prime tessere di quel mosaico di scuole all’avanguardia quali tutte le nostre scuole devono essere.

Comunque, siamo in trepida attesa della pubblicazione dei dati relativi alle indagini internazionali TIMSS e OCSE PISA 2015, previste per il prossimo 6 dicembre. Chi vivrà, vedrà! Io… ci provo!!!