Lettera aperta ai sindacalisti della scuola

Lettera aperta ai sindacalisti della scuola

di Maurizio Tiriticco

Cari amici dei sindacati della scuola!

So che i problemi della categoria sono tanti e che al PROSSIMO INCONTRO MIUR-SINDACATI non ci sarà tempo per porre sul tappeto altri problemi, i quali, poi, non sarebbero strettamente di natura sindacale, però… come sapete, ESISTONO ANCHE LE CONDIZIONI CON CUI GLI INSEGNANTI SVOLGONO IL LORO LAVORO nel vis à vis quotidiano con gli alunni, nonché le CONDIZIONI DI APPRENDIMENTO di questi ultimi.

Un problema – a mio vedere – grosso come una casa, è quello di cominciare a pensare VERAMENTE a realizzare quel CURRICULO verticale, unitario e progressivo che riguarda tutti i DIECI ANNI dell’istruzione obbligatoria, come previsto dalla normativa (L. 296/2006, art. 1, comma 622 e dm applicativo 139/2007). Attualmente, come sapete, i primi dieci anni di istruzione sono frammentati in tre tronconi, scuola primaria, scuola media, primo biennio; e questi, peraltro, MOLTO DIFFICILMENTE interagiscono tra loro! C’è poi quell’esame di terza media che non si può sopprimere perché conclude un ciclo di studi e la Costituzione prevede che al termine di ogni ciclo ci sia un ESAME DI STATO! Un esame che di fatto interrompe la progressività e la continuità di un percorso che dovrebbe essere invece, unitariamente, di “educazione, formazione e istruzione” (dpr 275/99, art. 1, c. 2).

Poi, ciò che accade nelle scuole è noto! I maestri fanno i maestri! I professori della media pensano solo all’esame finale! I professori del biennio pensano solo a non fare “brutta figura” con i colleghi del triennio e si lamentano dell’ignoranza dei nuovi arrivati. Il ritornello ricorrente è: “ma come hanno fatto a dare la licenzia media a questi somari”?

Insomma, il decennio obbligatorio, verticale, progressivo, ecc, come previsto dal dm 139/2007, concernente il “Regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione” è sempre un’araba fenice! Obbligo, poi, che molti scorrettamente si ostinano a chiamare obbligo scolastico! In effetti, i nuovi nati non sono obbligati a frequentare la scuola, perché c’è anche l’istruzione parentale, ma ad essere istruiti per almeno dieci anni. Per non dire poi dell’obbligo formativo! “E’ assicurato a tutti il diritto all’istruzione e alla formazione per almeno dodici anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età”. Così recita la legge 53/2003 all’articolo 2, c. 1, c. Purtroppo, è’ scontato! Le leggi son, ma chi pon mano ad esse? In tutti i miei incontri con gli insegnanti del decennio obbligatorio, nessuno di loro – tranne qualche rara avis – ha percezione, contezza e conoscenza di ciò che comporta un ciclo DECENNALE OBBLIGATORIO di studi. In effetti, gli insegnanti dell’istruzione primaria, in larga maggioranza, non conoscono il citato dm 139/2007 né le OTTO COMPETENZE DI CITTADINANZA né le SEDICI COMPETENZE CULTURALI (esito di un progress di conoscenze e capacità/abilità, chiaramente definite dalla norma e distinte in quattro assi, dei LINGUAGGI, MATEMATICO, SCIENTIFICO-TECNOLOGICO, STORICO-SOCIALE), COMPETENZE che i loro alunni dovranno conseguire al termine dell’obbligo decennale di istruzione, ai 16 anni di età, salvo bocciature in itinere. Il che significa che le programmazioni educative e didattiche da loro formulate non vanno oltre l’ambito del ciclo primario di istruzione; né oltre la conclusione della scuola media; né oltre la conclusione dell’obbligo di istruzione! Una visione prospettica di insieme nel tempo è quindi assai carente!

Non dico nulla dell’EQF, European Qualifications Framework, ovvero del Quadro Europeo delle qualifiche e di qualsiasi altro titolo di studio! E neppure degli otto livelli in cui tale struttura è distinta! Quale insegnante italiano sa che la licenza media corrisponde al primo degli otto livelli dell’EQF? Che la certificazione dell’obbligo di istruzione corrisponde al secondo livello dell’EQF? Che l’esame conclusivo degli studi secondari di secondo grado (che gli ignoranti continuano a chiamare “esame di maturità”: chiaro segnale che non hanno neanche percepito la natura e il fine del cambiamento, di cui alla legge 425/1997) corrisponde al quarto livello dell’EQF? Insomma, noi italiani che abbiamo scritto quel famoso Manifesto di Ventotene, di Europa sappiamo poco o nulla! E ciò non solo mi fa molto pensare, ma mi infonde anche tanta amarezza!

Non abbiamo una scuola a DIMENSIONE EUROPEA! Abbiamo una scuola che si arrabatta, stretta OGGI dai tanti laccioli della 107… e dintorni! Comunque, entro gennaio dovremmo avere i nove decreti delegati!!! Che cosa mai combineranno i nostri eroi del Miur?

Confesso di essere veramente preoccupato!