Testa piena di domande

TESTA PIENA DI DOMANDE di Umberto Tenuta

CANTO 761 ETÀ DEI PERCHÈ

   Dai tre ai cinque anni.

   A qualsiasi età!

 

Amici docenti, facciamo in modo che i bambini non finiscano mai di porre domande.

Nemmeno quando diventano fanciulli.

Nemmeno quando diventano adolescenti.

Nemmeno quando diventano giovani.

E nemmeno quando diventano adulti.

Amici docenti, non facciamo morire mai l’innata curiosità degli esseri umani!

“Considerate la vostra semenza:

   fatti non foste a viver come bruti,

   ma per seguir virtute e conoscenza” (DANTE).

Anzi, coltiviamo l’innata curiosità umana.

Le conoscenze non si imprimono ─non si stampano─ nella mente.

Le conoscenze sono risposte a domande.

Perché i giovani acquisiscano conoscenze, debbono porsi domande.

Domande alle quali i docenti non danno risposte.

I docenti aiutano i giovani ad acquisire la capacità di trovare risposte alle loro domande.

È adulto l’uomo che non possiede le risposte, ma è capace di trovarle.

Compito della scuola non è quello di dare risposte a domande mai poste, ma di favorire nei giovani la formazione della capacità di trovare risposte alle proprie domande.

Quindi, il primo compito della scuola è quello di coltivare l’innata curiosità umana.

La scuola deve coltivare l’innata curiosità umana, l’umana propensione a porsi domande.

La scuola deve coltivare una mente che si pone domande e che si impegna a cercare risposte.

Innanzitutto il porsi domande, perché, interrogativi.

Più che una testa piena di domande, una testa che riempie continuamente di domande.

Precisa la Montesarchio: <<Lo stupore per il mondo, ciascuno lo ha conosciuto in una fase della prima infanzia. Ciò che per un adulto è già diventato abitudine e normalità, per il bambino è fonte di meraviglia. Il domandare radicale è proprio del bambino, così come della filosofia>> (MONTESARCHIO P., La metafisica dei bambini paragonata a quella degli adulti, Morlacchi Editore, Perugia, 2003, p. 7).

Gli alunni pongono domande.

Non i docenti.

Domande, interrogativi, perché!

L’alunno è bravo quando si pone molte domande.

Non quando possiede molte risposte!

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