Fedeli: piano da 830 milioni per scuola più aperta e inclusiva

da Il Sole 24 Ore 

Fedeli: piano da 830 milioni per scuola più aperta e inclusiva

di Alessia Tripodi

Potenziare le competenze delle lingue straniere e della matematica, educare all’alimentazione e al cibo, ma anche all’imprenditorialità e all’autoimpiego. Sono alcuni degli interventi previsti nel Piano in 10 azioni lanciato ieri dal ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, per una scuola «più aperta, inclusiva, innovativa». I 10 temi saranno al centro di altrettanti bandi che verranno finanziati con 830 milioni del Pon Scuola, il Piano operativo nazionale 2014-2020 sostenuto da fondi europei.

Fedeli: «Grande investimento sulle competenze degli studenti»
«Lanciamo un grande investimento sulle competenze degli studenti, pensato nel quadro degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite» ha detto il ministro, spiegando che «vogliamo rendere la scuola agente del cambiamento affinché sia strumento di pari opportunità e mobilità sociale, formi cittadini capaci di affrontare l’innovazione e trasformarla in opportunità, cresca nuove generazioni consapevoli, attive, responsabili in’un’ottica di cittadinanza globale».
Il metodo di lavoro, ha spiegato Fedeli, prevede il coinvolgimento di tutte le
componenti della scuola e della società. E dunque consultazioni, anche on line, per raccogliere buone pratiche, modelli e contributi utili.

Dieci azioni per dieci bandi
I temi che saranno al centro di altrettanti bandi sono 10. Eccoli nel dettaglio:
1. Competenze di base – Finanziamento da 180 milioni, avviso del bando il 20 febbraio 2017: potenziamento delle conoscenze in lingua madre, lingue straniere, scienze e matematica con modalità didattiche innovative.

2. Competenze cittadinanza globale – 120 milioni, avviso il 17 marzo 2017: educazione all’alimentazione ma anche educazione ambientale, rispetto delle diversità e cittadinanza attiva.

3. Cittadinanza europea – 80 milioni, avviso il 24 marzo 2017: approfondimento dei valori e della storia europei anche attraverso esperienze all’estero.

4. Patrimonio culturale, artistico, paesaggistico – 80 milioni, avviso il 6 aprile 2017: progetti per vivere il patrimonio come un bene comune di cui prendersi cura.

5. Creatività digitale: 80 milioni, avviso il 3 marzo 2017: formazione per un uso consapevole della rete e percorsi per valorizzare la creatività digitale.

6. Integrazione e accoglienza – 50 milioni, avviso il 31 marzo 2017: offerta di spazi e momenti di socializzazione e scambio.

7. Educazione all’imprenditorialità – 50 milioni, avviso l’8 marzo 2017: percorsi per lo sviluppo dell’autonomia e dello spirito di iniziativa.

8. Orientamento – 40 milioni, avviso il 13 marzo 2017: interventi per gli studenti dell’ultimo anno delle medie e degli ultimi tre delle superiori.

9. Alternanza scuola lavoro – 140 milioni, avviso il 28 marzo 2017: costruzione di reti locali per un’alternanza di qualità e incentivi alla mobilità degli studenti.

10. Formazione per adulti – 10 milioni, avviso il 24 febbraio: progetti per innalzare il livello di istruzione degli adulti in un’ottica di apprendimento permanente.

Progetti ad hoc
Nell’ambito di ciascuno di questi temi, spiega il Miur, andranno promossi progetti ad hoc. Un Avviso quadro – che definisce la strategia comune al pacchetto di misure e fornisce alle scuole le linee guida per partecipare ai singoli bandi – sarà seguito da 10 singoli avvisi nei prossimi due mesi.

Il ministro: «Contro la disoccupazione partnership con le imprese»
Rispondendo alle domande dei cronisti che le chiedevano cosa può fare la scuola di fronte a una disoccupazione giovanile che, secondo i dati Istat diffusi oggi, è risalito oltre il 40%, Fedeli ha detto che «una partnership con il mondo delle imprese» può contribuire a contrastare il fenomeno. «Si deve puntare sempre di più – ha detto – sulla qualità dei percorsi scolastici, ma si deve sfidare anche l’offerta del mondo delle imprese». Gli imprenditori devono proporre ai giovani posti di lavoro adeguati, «ci deve essere corrispondenza tra ciò che si è studiato a scuola e quello che offre il lavoro». Per questo è utile, secondo il ministro, una partnership con le imprese, «non solo quelle grandi».