Sostegno, il Miur: “Accoglieremo le richieste delle associazioni”

Redattore Sociale del 10-02-2017

Sostegno, il Miur: “Accoglieremo le richieste delle associazioni”

Dopo le critiche che gran parte del mondo associativo e sindacale per la disabilità ha rivolto ai decreti attuativi della “Buona scuola”, la ministra Fedeli assicura che “le imprecisioni o le problematiche emerse verranno migliorate in ambito parlamentar”. A partire dal diploma di licenza media per gli studenti disabili, messo a rischio dal decreto sulla valutazione.

ROMA. Sulla riforma del sostegno e dell’inclusione, il ministero dell’Istruzione è pronto a rivedere i decreti: lo ha fatto sapere ieri sera la ministra Fedeli, pubblicando una nota in cui assicura che “le imprecisioni o le problematiche emerse verranno migliorate in ambito parlamentare”. E’ una promessa importante, che dovrebbe rassicurare il mondo associativo e sindacale, che non aveva risparmiato critiche ai decreti, dopo la loro approvazione in Consiglio dei ministri, evidenziandone lacune e carenze.

In particolare la Fish si era subito messa al lavoro, con le sua associazioni, elaborando 43 emendamenti, contenuti nella Memoria depositata alla Camera in sede di audizione presso le competenti commissioni. E forse proprio l’incontro di pochi giorni fa con la ministra Fedeli, in cui osservazioni e critiche sono state ribadite, è servito per sollecitare una risposta chiara da parte del ministero.

Tra le tante questioni sollevate, una in particolare ha destato allarme nelle scuole, nelle case e nelle sedi associative: le nuove regole, contenute nel decreto sulla valutazione, per il conseguimento del diploma di scuola secondaria di primo grado da parte degli studenti con disabilità. Il decreto richiede infatti che il titolo sia conseguito solo a seguito di prove “equipollenti”, mentre in caso di prove “non equipollenti”, si otterrebbe solo un attestato di credito formativo. In altre parole, con la nuova normativa, gli alunni con disabilità intellettiva o autismo (soprattutto per loro sono predisposte le prove differenziate) non avrebbero più diritto al diploma di licenza media.

Ed è soprattutto su questo punto che la ministra Fedeli rassicura con chiarezza: “Tutte le studentesse e gli studenti con disabilità saranno messi nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio percorso di studi – scrive la ministra – e di concluderlo sostenendo prove che attestino le loro specifiche competenze e abilità, in base al Piano educativo individualizzato, predisposto di proposito per loro”. E in particolare “rispetto all’esame di secondaria di primo grado – aggiunge la ministra – la stessa legge 104 del 1992 stabilisce chiaramente che le studentesse e gli studenti della scuola dell’obbligo debbano essere verificati in base agli obiettivi del Piano educativo individualizzato, affinché si possa ragionare sulle abilità specifiche sviluppate e potenziate durante gli anni di studio. Continueremo su questa strada – assicura e rassicura quindi la ministra – e rafforzeremo una scuola di diritti e di opportunità che metta al centro le ragazze e i ragazzi, le loro peculiarità e il loro desiderio di futuro”.

Per quanto riguarda invece il decreto sull’inclusione, esso “nasce dalla volontà e dalla determinazione di dare alle ragazze e ai ragazzi con disabilità pari opportunità formative e una qualità della vita all’altezza delle loro esigenze e dei loro sogni. Per questo – promette la ministra – le imprecisioni o le problematiche emerse verranno migliorate in ambito parlamentare. Abbiamo chiaro che la disabilità è ricchezza, non è qualcosa in meno ma una positiva diversità e la nostra azione sarà improntata su questo principio cardine”. (cl)