Deleghe Buona Scuola, sindacati: ‘Rivedere tutti e otto gli schemi di decreto’

da Tuttoscuola

Deleghe Buona Scuola, sindacati: ‘Rivedere tutti e otto gli schemi di decreto’

Per le sigle sindacali ascoltate in Commissione Cultura della Camera non c’è dubbio: nemmeno uno degli otto schemi di decreto delegati si salverebbe se non viene rivisto. Le deleghe così come sono non vanno, quindi, ma non sono completamente da bocciare: possono essere migliorate attuando un confronto con le parti interessante, un lavoro  “in sinergia da portare avanti” perché “non si può riformare la scuola in pochi mesi“.

>> Leggi gli otto schemi di decreto delegati

Partiamo dalla formazione dei docenti, secondo il segretario Cisl scuola, Maddalena Gizzi, concepita in maniera ‘discriminatoria’ per quel che riguarda la scuola primaria e secondaria (prevista infatti secondo la 107 solo per la scuola secondaria), fino alla delega sul Sistema integrato di educazione e istruzione (0-6) che – a detta dei rappresenti sindacali – presenta molte criticità.

A centro delle critiche è comunque ancora la delega sui docenti di sostegno: “Su questa questione bisogna essere chiari – ha detto Francesco Sinopoli della Cgil si vuole potenziare o si vuole risparmiare togliendoci fondi? In questo caso lo si dica chiaramente, perché per noi sarebbe un sonoro ‘no’ e chiederemmo il ritiro della delega. Noi riteniamo senza ombra di dubbio che il sostegno sia un settore che necessita di un investimento e non di un risparmio“.

Sempre secondo Sinopoli, andrebbe poi approfondita meglio anche la questione relativa al piano reclutamento dei docenti: “Ha bisogno di interventi correttivi” per dare risposte “a migliaia di precari e supplenti“, ha detto quindi il segretario della Flc Cgil. Il piano assunzione dei docenti attuato fino ad ora “non ha dato i risultati che speravamo: abbiamo Regioni con centinaia di cattedre scoperte“. La soluzione? Per Sinopoli una sola: “Si deve aprire una discussione pubblica su quella che deve essere la scuola italiana, non si può ricostruire il sistema istruzione in soli due mesi“.

In sintonia con le affermazioni di Gissi e Sinopoli sono anche quelle di Pino Turi, Uil scuola: “La 107 e’ una legge partita male e arrivata peggio“. Un treno “da rimettere in carreggiata“. La scuola, ha sottolineato il sindacalista, “non può essere un terreno di scontro politico e questa riforma non può trasformare il docente in un impiegato pubblico“.

Anche per Snals la riforma presenta parecchie criticità: “Non c’è stato nessun confronto con la scuola reale, e ora paghiamo lo scotto del fatto che il nuovo governo debba procedere con tempi accelerati – ha detto Achille Massenti, segretario generale vicario SnalsAbbiamo sempre contestato che in questa riforma ci sia un eccesso di deleghe: rifare la scuola per delega non è il modo migliore, perché spesso ne risultano provvedimenti non coordinati fra loro“. Poi Massenti entra nei dettagli e parla, in particolare, della delega sulla formazione iniziale degli insegnanti: “È un progetto su cui si può ragionare, ma manca la fase transitoria, che in questa riforma è solo adombrata, senza tenere conto del fatto che c’è una pluralità di categorie, quindi si rischia di creare tensioni, come sulle assunzioni: si sono volute assumere tante persone subito, senza tenere conto delle differenze, col risultato di non soddisfare nemmeno chi è stato immesso in ruolo“.

Gilda Insegnanti concentra invece l’attenzione sullo schema decreto delegato relativo al diritto allo studio: “Ci preoccupa il fatto che nella delega sul diritto allo studio non ci sia nessun riferimento ai contributi volontari che i genitori devono pagare per la scuola – dichiara Fabrizio Reberschegg, componente del centro studi nazionale di Gilda-Unams – riteniamo necessaria una defiscalizzazione di questi contributi“.