L’identità nazionale non si insegna, si costruisce!

L’identità nazionale non si insegna, si costruisce!

di Maurizio Tiriticco

A proposito della richiesta che fin dalla seconda media gli alunni avanzano agli insegnanti di… insegnare loro il fascismo – così riporta la stampa di qualche giorno fa – ritengo – ma vorrei essere smentito – che molti insegnanti per certi versi mastichino poco di fascismo e di storia recente – se possiamo chiamarla così – per altri versi temono di essere “di parte”. Mah!!! Chissà che cosa pensano in famiglia, per cui… è meglio lasciar perdere! Così, dopo la prima guerra mondiale… l’abbiamo vinta, quindi… è più che sufficiente per la storia patria! Ma poi? Poi c’è il vuoto… Forse sono cattivello, ma… come mai in rete scrivono tanti sedicenni “nostalgici”? Ma nostalgici di che? Che cosa ha insegnato loro la Scuola Democratica e Repubblicana? Questi ragazzi cellularizzati hanno forse vissuto la guerra, i bombardamenti, la fame, hanno saputo dei nostri soldati in Russia con le scarpe di cartone? Dei nostri soldati in Africa con le bombe a mano contro i carri armati? Della presa in giro del “credere, obbedire, combattere”? Del “Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se mi uccidono vendicatemi”? Del “libro e moschetto fascista perfetto”? Del “Dio stramaledica gli inglesi”, il popolo dei “cinque pasti”? Dell’oro alla Patria?

Ovviamente, nessuno nega che con il governo fascista si siano avute opere pubbliche e innovazioni civili (cinque città costruite nell’Agro Pontino, l’opera nazionale maternità e infanzia, previdenza et al), però… a quei tempi, purtroppo, guai a pensarla diversamente! Gramsci è morto in carcere nel ’37. L’isola di Ventotene era piena di antifascisti… E in Francia – ricordiamolo – i fratelli Rosselli nel giugno del ’37 furono ammazzati da una squadraccia di “cagoulards”! Insomma, la storia non è tutta bianca o tutta nera! La storia non può essere studiata secondo criteri morali o moralistici… non c’è la storia che “mi piace” e quella che “non mi piace” I viva e gli abbasso sono della politica quotidiana, non dell’analisi storica! Bloch, Braudel, Febrve, i nostri Cantimori, Chabod, mettiamoci anche Croce, sono grandi maestri della ricerca storica. Per non dire del “Secolo Breve” di Hobsbawm. Insomma, la ricerca storica può essere una buona e costruttiva palestra… e non so quanto certi libri di testo concorrano a fare “allenare” i nostri studenti! Troppe illustrazioni! Troppe letture inutili! Troppe prove di comprensione abborracciate!

Certamente il fascismo va studiato ed oggi, a tanti anni di distanza, lo studio potrebbe essere effettuato con lo stesso “distacco” intellettuale con cui studiamo Cesare o Napoleone. A nessuno studente o adulto oggi verrebbe in mente di parteggiare o meno per Cesare o per Pompeo, per la Pulzella di Orleans o per il Conte di Shrewsbury, per Napoleone o per l’ammiraglio Nelson, ma… il fatto è, purtroppo, che la nostra democrazia, nonostante la ventennale Resistenza, la Liberazione del ’45 e la Repubblica del ’46, “forse” è ancora giovane!

In effetti, l’Unità del nostro Paese risale al 1861, quando una certa Casa Savoia, mediocre e vigliacchetta, che nessun credito aveva presso gli altri Stati europei, volle celebrare la nascita del Regno d’Italia! Un regno nato, però, con l’abile utilizzazione di un Mazzini e di un Garibaldi, ambedue poi “confinati”, a cose fatte! Mazzini dovette rifugiarsi a Londra, da dove rientrò nel 1872 a Pisa sotto il falso nome di Giorgio Brown e a Pisa morì nel medesimo anno. Garibaldi di fatto venne confinato a Caprera con un sacco di fagioli, dove morì nel 1882! L’“eroe dei due mondi”, colui che a Teano nel 1960 aveva salutato il Re d’Italia facendogli dono di tutta l’Italia meridionale liberata – si fa per dire – dai Borboni. Per non dire dell’impresa garibaldina del 1862, quando Garibaldi, deciso a marciare su Roma, fu fermato, ferito e arrestato nell’Aspromonte! Come un bandito! Non come un liberatore!

I Savoia non scherzavano affatto! E sparavano pure contro chi non rientrasse nei loro disegni egemonici ed annessionistici. Fingevano di cercare alleanze, ma erano maestri delle più squallide strumentalizzazioni! Astuzie politiche? Mah! E Camillo Benso di Cavour ci metteva del suo, ovviamente! Fino al giorno della sua morte, il 6 giugno del 1861! I Savoia restituirono i dovuti onori a Mazzini e a Garibaldi, due nostri Grandi del Risorgimento, solo dopo la loro morte, perché, da morti, non potevano più opporsi alla dittatura savoiardo-piemontese ormai estesa dalle Alpi alla Sicilia. Strategie intelligenti quelle dei Savoia! Anzi, spregiudicate! Per non dire poi di quei plebisciti pro-Savoia sapientemente organizzati, ma anche della brutale repressione contro i cosiddetti briganti, che oggi potremmo chiamare partigiani della resistenza antisavoiarda! Si legga l’“Antistoria d’Italia”, di Fabio Cusin: una ricerca più che interessante sui modi con cui i Savoia costruirono un regno! Nazionale o savoiardo?

Quindi, con questa monarchia, che si era impadronita con raggiri e furberie dell’intera penisola, era molto difficile costruire una vera identità nazionale! La prima guerra mondiale fu una grande occasione per dar fiato alle trombe sabaude! Poi ci pensò il fascismo a far risorgere il Sole sui Colli Fatali di Roma! La Roma dei Cesari! Altro che quella dei Savoia! Ma re Pippetto – alias Vittorio Emanuele III – gliela fece pagare cara al duce quando il 25 luglio del ’43 lo impacchettò e lo fece prigioniero! Un re, a cui il duce non solo aveva restituito un’Italia “salvata” dal comunismo, ma aveva anche donato altre due corone, quella dell’Albania e quella dell’Impero d’Etiopia! Ma i Savoia sono i Savoia, da sempre, una stirpe di regnanti che i re veri dell’Europa non hanno mai voluto riconoscere come tali! Quei Savoia che in quell’8 settembre del ’43 sono scappati da Roma a gambe levate dopo avere annunciato l’armistizio con gli Alleati e la fine del Patto d’Acciaio – così si chiamava – stipulato anni prima con la Germania di Hitler.

Insomma, se non è facile per i nostri ragazzi sentirsi compiutamente Italiani, dipende anche dal fatto che la nostra storia patria non è affatto semplice né da spiegare né da capire! Aggiungiamo poi che a tutt’oggi i partiti che ci hanno governato non sono mai stati capaci di innescare e sostenere una identità nazionale, per cui la lotta del partito e per il partito forse ha fatto perdere di vista quell’idea di Nazione di cui ogni cittadino, invece, soprattutto se giovane, ha bisogno e, soprattutto, diritto di sentire e condividere. Ricordiamo che Ciampi ci provò a ridare vita all’Idea di Patria, ma, morto lui, ora ci troviamo a fare i conti con la politica becera di gruppi politici che hanno affossato i partiti per dar vita a una guerra tra bande! Sono cattivo? Lo so!