Sostegno, la rete dei “65 movimenti” scende in piazza contro la legge delega

Redattore Sociale del 21-02-2017

Sostegno, la rete dei “65 movimenti” scende in piazza contro la legge delega

Famiglie e docenti in presidio a Roma il 23 febbraio, davanti a Montecitorio, per chiedere il ritiro del decreto inclusione della Buona Scuola. “La legge 107 ha danneggiato tutti. E studenti, docenti, associazioni, comitati, operatori e assistenti, uniti, per la prima volta, fanno sentire la loro voce”.

ROMA. La ministra dell’Istruzione ha assicurato che i decreti della Buona Scuola saranno rivisti e migliorati, soprattutto in alcuni punti “caldi” che riguardano l’inclusione degli studenti con disabilità. Ma questo non è bastato a rassicurare tutte le associazioni: alcune di queste si sono riunite, aggregando anche famiglie e docenti, nella “Rete dei 65 movimenti per il sostegno”, con l’intenzione e il compito di difendere i diritti tutelati dalla legge, non sempre applicati nella realtà e che oggi rischiano di essere messi seriamente in discussione dalla “Buona scuola” e dai suoi decreti attuativi: quello sull’inclusione, in particolare, e quello sulla valutazione. Giovedì 23 febbraio scenderanno in piazza, a partire dalle 14, davanti a Montecitorio, per chiedere il ritiro delle deleghe.

“La legge 107 ha danneggiato tutti – spiega la rete – E tutti, famiglie, studenti, docenti, associazioni, comitati, operatori e assistenti, uniti, per la prima volta, fanno sentire la loro voce. E’ partita una battaglia che non è solo del comparto scuola, è la battaglia di tutti, della società civile che rivendica i diritti. Dal Tavolo tecnico nazionale organizzato da Osservatorio diritti scuola, tenutosi a Palermo il 28 e 29 gennaio – riferiscono ancora – la Rete ha redatto un documento unitario, che possa essere la base di confronto tra il Parlamento e la società civile”.

Il documento sarà al centro dell’incontro seminariale previsto per venerdì 24 febbraio a Roma e della conferenza stampa in Senato che, il 23 febbraio, accompagnerà il presidio. “Esaminata la legge delega Sostegno, articolo per articolo, i partecipanti hanno messo nero su bianco una serie di proposte, che si rifanno a quella che tutti considerano l’unica legge che disciplina e tutela la condizione di disabilità: la legge 104 del 1992”. Tra i tanti punti critici evidenziati nel documento, “principalmente è risultata a tutti molto grave e inaccettabile l’esclusione della famiglia nelle fasi organizzative e decisionali per la costruzione di un percorso didattico inclusivo – spiega la rete – La quantificazione delle ore di sostegno e delle figure professionali sembra debba essere accettata dai genitori esclusi, per volere di una commissione composta da varie figure che entrerebbero in contatto con il figlio disabile solo una volta all’anno e comunque all’insegna del massimo risparmio economico”

Altro punto critico è la composizione delle classi e l’innalzamento del “tetto massimo” del numero di alunni in presenza di disabilità. A tal proposito, “in comune accordo, dal tavolo tecnico, è emerso il proposito di tornare, così come prevede la legge 104/92, a classi composte da un massimo di 20 alunni con uno studente con disabilità grave o due con disabilità lievi”. La rete chiede poi la cancellazione “della dicitura ‘nei limiti delle risorse disponibili’, presente in più articoli della legge delega, perché le risorse devono essere necessariamente disponibili di fronte a diritti inalienabili e fondamentali”.

In sintesi, “la società civile, e non solo il mondo della scuola, dichiara irricevibile la volontà di depotenziare la legge 104 (di 44 articoli, la legge delega ne mette in discussione circa 18). Si ritorni allo spirito iniziale della legge 104 del 1992 che tutela i diritti fondamentali ed effettivi degli alunni con disabilità. E soprattutto si applichi bene ciò che lo Stato ha legiferato ma non ha tradotto in pratica (ad esempio con i posti in deroga sul sostegno. Si trasformino tutti in organico di diritto). Diritti che negli ultimi anni, sono stati negati a favore di esigenze di cassa e di bilancio, malgrado la Corte Costituzionale, con la sentenza n.80 del 2010 ha stabilito che tra l’esigenza effettiva di garanzia dei diritti fondamentali degli alunni con disabilità e le esigenze di bilancio pubblico, queste ultime devono sempre cedere il passo e arretrare”.

Appuntamento quindi a Roma, per il 23 e 24 febbraio: si inizia con una conferenza stampa nella sala Nassyria del Senato ed in contemporanea con un presidio autorizzato alle ore 14 in piazza Montecitorio. Il 24 febbraio presso il Liceo Tasso di Roma è previsto un convegno nazionale, con la partecipazione di associazioni, genitori, studenti , docenti e rappresentanti di ogni figura lavorativa e sociale.