Linda Laura Sabbadini: “Scioperare l’8 marzo è un segno di forza per noi che sogniamo di cambiare il mondo”

da la Repubblica

Linda Laura Sabbadini: “Scioperare l’8 marzo è un segno di forza per noi che sogniamo di cambiare il mondo”

Mercoledì la protesta globale rilanciata in Italia dalla rete “Non una di meno”. Ma l’idea di astenersi dal lavoro (anche di cura) divide l’universo femminile. Parla la studiosa

Alberto Custodero

ROMA. “Certo che ha significato lo sciopero globale delle donne, perché vogliono cambiare il mondo”. Linda Laura Sabbadini, pioniera negli studi di statistica di genere (eppure il nuovo presidente Istat le ha tolto la direzione del suo Dipartimento suscitando un’ondata di proteste), risponde ai dubbi del mondo femminile che si divide sulla mobilitazione dell’8 marzo.

È d’accordo con lo sciopero delle donne?
“Sarà una cosa multidimensionale e creativa e talvolta simbolica. Perché dobbiamo sempre parlare di polemiche? Godiamoci la bellezza della forza delle donne che scende in campo”.

Però la leader della Cgil, Camusso, s’è sfilata, sostenendo che “l’astensione dal lavoro non è solo un atto simbolico”.
“A me non pare che Camusso si sia sfilata, anzi ha mobilitato tutta la Cgil. Non ha indetto lo sciopero generale perché per indirlo ci vogliono mesi e mesi, ma il sindacato sta organizzando tantissime iniziative, e anche scioperi dove è possibile”.

Qual è dunque il senso di questa manifestazione?
“Quando le donne scendono in campo con questa forza non è per caso. Tutti devono ascoltare, capire, agire di conseguenza. Soprattutto la politica cercando di trovare le dovute risposte: le disuguaglianze crescono, la crisi sociale è più lunga di quella economica. E le donne comincino ad essere considerate come il nuovo agente di cambiamento”.

Il femminismo anni Settanta in versione 2.0?
“No. Negli anni ’70 erano manifestazioni di sole donne. Quella di oggi è una mobilitazione di donne che reagiscono quando vedono che i diritti sono messi in discussione, non solo i loro. E in piazza scendono anche molti uomini”.

In Italia perché si protesta?
“La scintilla è la violenza contro le donne. I femminicidi e gli stupri sono costanti da anni. Abbiamo bisogno di politiche permanenti di ampio respiro, anche culturali”.

Per Luciano Vinci, avvocato della Federazione italiana biogenitorialità, “il femminicidio può scaturire dalla condizione disperata in cui si trovano i padri separati non tutelati dal sistema giudiziario”. Pensa anche a politiche per la famiglia?
“Laviolenza di genere è espressione della volontà di dominio e di possesso degli uomini. E non va confusa con il conflitto familiare. O questo problema si combatte strenuamente o non riusciremo a tagliarlo alle radici. Io l’8 marzo ci sarò, con le mie figlie”.