Concorsi pubblici solo orali per i dislessici

Vita.it del 06-03-2017

Concorsi pubblici solo orali per i dislessici: presentata una proposta di legge

Offrire gli strumenti a istituzioni e aziende per inserire al meglio le persone con dsa nel contesto lavorativo, e superare ogni discriminazione: questi gli obiettivi della prima proposta di legge per l’inserimento delle persone con disturbi specifici dell’apprendimento nel mondo del lavoro, presentata ai primi di marzo alla Camera. Ecco il testo completo.

Prove orali al posto di quelle scritte nei concorsi pubblici, e l’istituzione, nelle aziende, di una figura manageriale specificamente formata per favorire l’inserimento lavorativo delle persone con dsa. Sono questi alcuni dei punti qualificanti della prima proposta di legge (in allegato il testo completo) che riguarda l’inserimento delle persone con Disturbi specifici dell’ apprendimento nel mondo del lavoro, presentata il 1° marzo alla Camera a firma dell’On. Laura Coccia e dell’On. Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro. Obiettivo della pdl è offrire gli strumenti a istituzioni e aziende per inserire al meglio le persone con dsa in un contesto lavorativo che valorizzi al meglio le diverse potenzialità, per superare ogni discriminazione e assicurare pari opportunità.

Le nuove norme si rendono necessarie, secondo i promotori, perché la legislazione italiana offre già un buon quadro di riferimento per gli anni della scuola con la legge 170/2010, ma risulta carente per il mondo universitario e del lavoro. In particolare le imprese, anche volendo favorire l’inclusione professionale, non hanno però la possibilità di assegnare ai responsabili dell’inserimento lavorativo dei dipendenti con disturbi specifici di apprendimento progetti personalizzati.

A queste e ad altre lacune sovviene la proposta, che prevede appunto l’introduzione di modalità di esecuzione di prove e colloqui che permettano di «valorizzare le competenze a prescindere dalle aree di debolezza, con la garanzia di utilizzo di strumenti e misure di supporto adeguati al profilo funzionale e alle necessità individuali». Nelle prove scritte dei concorsi pubblici indetti da Stato, Regioni, Comuni e dai loro enti strumentali deve quindi essere assicurata la possibilità di sostituire i test tradizionali con un colloquio orale, o di utilizzare strumenti compensativi per le difficoltà di lettura, di scrittura e di calcolo, e di usufruire di un prolungamento dei tempi stabiliti per l’espletamento delle medesime prove, come previsto dalla legge n.170 del 2010. Tali prove – esplicita la proposta – devono essere esplicitamente previste nei relativi bandi di concorso.

Inoltre, le imprese, per favorire l’inclusione professionale di persone con disturbi specifici di apprendimento «devono avere la possibilità di attribuire al responsabile dell’inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro la predisposizione di progetti personalizzati per facilitare lo sviluppo delle potenzialità in azienda di tali dipendenti». La pdl prevede dunque che le Regioni definiscano strutture e specialisti pubblici o privati accreditati per le valutazioni diagnostiche e le certificazioni delle persone con disturbi specifici di apprendimento. «E’ necessario dare alle aziende gli strumenti per valutare le reali capacità di un candidato in un ambiente adatto all’interno dell’azienda», scrivono i relatori nell’introduzione, «e contestualmente sviluppare soluzioni per supportare il lavoratore dislessico stesso nella comprensione e nello sviluppo delle sue capacità e dei suoi punti di forza». Infine, il testo prevede modalità semplificate per altre forme di valutazioni concernenti l’ambito sociale, come esami di teoria per la patente di guida e altre situazioni assimilabili.

di Gabriella Meroni