Al via il progetto Dislessia Amica: 5.200 le scuole iscritte

da La Tecnica della Scuola

Al via il progetto Dislessia Amica: 5.200 le scuole iscritte

L’Associazione italiana dislessia, con sede a Bologna, Fondazione Tim e Miur, ha rivolto a tutti gli istituti scolastici, dalle elementari alle superiori, l’iniziativa “Dislessia Amica”.

Il progetto è rivolto agli insegnanti e prevede un percorso formativo di tre mesi di e-learning a favore di una scuola inclusiva per gli studenti con Disturbi specifici di apprendimento.

Finora sono 5.200 le scuole in tutta Italia che si sono iscritte al progetto, di queste, 330 si trovano in Emilia-Romagna e 76 nella provincia Bologna.

Le scuole interessate possono iscrivere gratuitamente gli insegnanti che seguiranno poi il percorso di e-learning, la cui piattaforma è stata realizzata dall’agenzia di comunicazione Life.

Ogni percorso prevede quattro moduli con video lezioni, approfondimenti sul tema e un test alla fine di ogni parte affrontata. Se i docenti supereranno tutti moduli riceveranno l’attestato di partecipazione, mentre l’istituto avrà il riconoscimento di scuola ‘Dislessia Amica’.

Secondo i dati presentati, Bologna si trova al sesto posto nazionale per numero di istituti scolastici già certificati. Sono 24 gli istituti della provincia che hanno già concluso il percorso, che si è svolto da ottobre a dicembre 2016. Hanno fatto meglio Roma (61 scuole), Milano (59), Napoli (41), Salerno (34) e Brescia (31). Attualmente c’è il secondo turno in corso, che finirà a marzo, mentre da aprile a giugno si svolgerà il terzo. Finora a livello nazionale hanno partecipato al progetto 130.300 insegnanti per un totale di oltre 2 milioni di ore di formazione.

Alla fine del primo turno (ottobre-dicembre), a cui hanno partecipato 1.088 scuole, l’82% ha ottenuto la certificazione. In Emilia-Romagna hanno superato i test 85 scuole su 107 iscritte. “Siamo molto soddisfatti – ha affermato Franco Botticelli, presidente dell’Associazione italiana dislessia – dell’andamento di questo progetto”, perché “la dislessia per essere affrontata ha bisogno di consapevolezza”.